venerdì 8 giugno 2012

Il ruggito del coniglio degli eterni maggiordomi


"Primarie con noi o è finita", ovverosia: se ci lasci ti lasciamo, ma ti prego non lasciarci... [SGA].


Alla vigilia del "Bersani Day" Sel e Idv minacciano la rotturaOggi la direzione del Pd. Senza primarie salta il centrosinistra. Vendola: «Dopo il voto sull'Agcom incolmabile la distanza col Pd». Di Pietro: «Bersani si allei con Alfano»
Matteo Bartocci il manifesto08.06.2012


Oggi la direzione nazionale del partito E dopo tanti caminetti questra volta è a porte apertedi Wanda Marra il Fatto 8.6.12 da triskel182

Democratici verso il 2013
Primarie aperte Così Bersani sfida i “rottamatori”
Il segretario in campo, ci saranno Renzi e Vendola
di Carlo Bertini  La Stampa 8.6.12 da Segnalazioni


ROMA Dopo uno psicodramma durato tre giorni tra i peones turbati dalla prospettiva di un congresso anticipato; e dopo una serie di vertici con i big, Bindi, Letta, D’Alema, Franceschini, lo stato maggiore del Pd sigla un patto faticoso con Bersani. Sempre più determinato a uscire dal recinto di un partito bersagliato come i suoi avversari dai colpi dell’antipolitica: la sfida che il segretario lancerà oggi in Direzione dunque sarà quella di candidarsi alla premiership, ma senza mettere in gioco i delicati equilibri di partito. Con un discorso «inclusivo», darà l’ok alle primarie senza indicare date e non limitate al Pd, bensì aperte a coloro che accetteranno un patto programmatico. Non solo a Renzi o a Vendola, ma anche «a chi manifesta la sua rabbia verso di noi, aprendo così porte e finestre e mettendosi in gioco con coraggio», spiega un dirigente Pd. Fedele al mantra «dobbiamo dimostrare che sappiamo assicurare la governabilità», Bersani lancerà la proposta di un patto per la ricostruzione del paese a progressisti, riformisti e moderati, a movimenti e liste civiche; che non esclude come base la foto di Vasto, da allargare però il più possibile ad altri innesti. E tra le opzioni valutate in questi giorni, ascrivibile al rango delle “tentazioni” (ma smentita dagli uomini del segretario), ci sarebbe pure quella di un Pd a vocazione maggioritaria apparentato con una grande lista civica nazionale; un assetto in grado di attrarre nella rete magari anche Casini, che risulterebbe molto più gradito a tutti i liberal e veltroniani ansiosi di liberarsi dalla morsa Vendola-Di Pietro.
Ma sono tutte ipotesi campate per aria fino a quando non si saprà se si andrà a votare o meno col porcellum: per decidere assetti e alleanze sarà fondamentale la variabile della legge elettorale. E per questo, d’accordo con i big, Bersani riproporrà il doppio turno al Pdl, per chiudere un accordo entro giugno e discutere di semipresidenzialismo nella prossima legislatura.
Dunque programmi, alleanze e modalità di scelta del premier sono subordinati a questa variabile, perché una cosa è se si vota con le sfide nei collegi, altra cosa se si dovrà puntare ancora al premio di maggioranza del porcellum.
Nel menù di Bersani è anche prevista la riconferma di lealtà, se pur condita di critica incalzante, al governo Monti fino al 2013 e la porta aperta ai moderati, ma soprattutto una visibile apertura a movimenti e nuove energie da canalizzare dentro la sfida del Pd, nella speranza di depotenziare la mina di Grillo.
«Noi abbiamo sempre detto che il percorso è cambiare la legge elettorale, scegliere un programma, vedere le forze che ci stanno e poi definire un candidato premier? Ecco non lo cambiamo», è l’argomento usato dalla Bindi. E per dare un’idea della fibrillazione sull’ipotesi di primarie chiuse al perimetro del Pd, in Transatlantico gli uomini vicini al numero due Letta facevano capire che prima di schierarsi dietro Bersani in un match a due con Renzi, avrebbero preteso garanzie su rinnovamento e linea politica. Insomma nulla è più scontato con le primarie alle porte. In tutto ciò, Renzi si candiderà il 22 giugno in un’assemblea con un migliaio di giovani e oggi sarà in Direzione ma non parlerà dal palco. «Io le primarie le faccio solo se sono vere», va dicendo in queste ore. «E le migliori sono quelle del Pd, ma vanno anche bene quelle versione foto di Vasto».

Primarie aperte e addio Vasto Il leader pd scende in campo
E D'Alema non si ricandiderà, una sfida al ricambio chiesto da Renzi
di Maria Teresa Meli  Corriere 8.6.12 da Segnalazioni


ROMA — Ieri, il vertice istituzionale con i capigruppo di Camera e Senato Dario Franceschini e Anna Finocchiaro, il vice segretario Enrico Letta e la presidente Rosy Bindi. L'altro giorno il caminetto ristrettissimo quanto segretissimo. Il segretario Pier Luigi Bersani procede come un treno.
Primarie a ottobre, per non dare modo al sindaco di Firenze Matteo Renzi di continuare con il suo tormentone. Nessun candidato del Pd ufficiale. Non Bindi, non Letta: nessuno scenderà in campo per sfidare il leader. È questa la decisione presa dai massimi dirigenti del Pd. Primarie aperte per risvegliare l'elettorato del centrosinistra. Su questo punto nessuno ha contrastato Bersani. Le riserve sono frutto di orgoglio ferito più che di una diversa visione politica. Oltre a Franceschini e Bindi, nemmeno Letta, che di mestiere fa il vicesegretario, o D'Alema, che da molti viene visto come il deus ex machina del Pd, sapeva della decisione del segretario di andare alle primarie di partito. Ed è questo che ha infastidito alcuni e fatto arrabbiare altri.
Comunque, una volta deciso il copione, ognuno ci si atterrà, senza se e senza ma. Nel caminetto segreto, però, si è parlato anche d'altro. Delle elezioni che verranno. Bersani ha detto la sua anche su questo e tutti, nolenti o volenti, si sono dovuti allineare. Il segretario ha spiegato che non gli dispiacerebbe andare al voto con il Pd collegato a una lista civica, senza fare un cartello elettorale con Sel e Idv. «Noi dobbiamo assicurare la governabilità», ha ribadito più volte il segretario. Come a dire: risuscitiamo la vocazione maggioritaria del Partito democratico e non imbarchiamoci nell'alleanza di Vasto, onde evitare di ripetere la sfortunata esperienza dell'Unione.
Ha le idee chiare, il segretario, ed è molto determinato. Sondaggi alla mano, è convinto che vincere alla Camera, con il premio di maggioranza, sarà una passeggiata. L'unica incertezza riguarda il Senato. Ma se non si dovesse strappare la maggioranza in quel ramo del Parlamento, allora si aprirà la porta del dialogo con l'Udc di Pier Ferdinando Casini. D'Alema vorrebbe osare di più: una grande coalizione con dentro anche pezzi del centrodestra.
Pier Luigi Bersani, però, è un uomo pragmatico e non vuole perdersi dietro puzzle politici impraticabili. Naturalmente, si ragiona dando per scontato che resterà il Porcellum e che al massimo verrà fatta qualche modifica alla legge elettorale attualmente in vigore. Bersani ha messo una croce sopra il doppio turno: «Alfano dice che se c'è la volontà si riesce a varare la riforma entro giugno, ma è una posizione tattica, la sua. Peraltro con il Pdl che sta implodendo sarà difficile fare qualsiasi cosa».
Dunque i dirigenti del Pd si sono rassegnati o adeguati: seguiranno Bersani in questa sua avventura. Il nemico a questo punto sembra uno solo: quel Matteo Renzi che non rinuncia alla sfida, «purché siano primarie vere». Perché il sindaco di Firenze non si fida ancora.
Assimilata e digerita la mossa di Bersani sulle primarie, è un'altra uscita quella che in questo momento fa fibrillare il Partito democratico. È la decisione di Massimo D'Alema di non candidarsi alle Politiche che ha spiazzato tutti. Il presidente del Copasir intende togliere una freccia alla faretra di Renzi, che farà tutta la sua campagna in nome del rinnovamento e del rispetto della regola dei tre mandati. D'Alema, prima ancora che gli venga chiesto, lascia. Ma gli altri? Rosy Bindi, Walter Veltroni e Anna Finocchiaro — solo per citare dei nomi — che cosa faranno? Si ricandideranno per l'ennesimo mandato, davanti a un Renzi che insiste sul rinnovamento e a un D'Alema che ha fatto un passo indietro? Difficile, per loro fare finta di niente. Difficilissimo.

Tavolo sulla legge elettorale e massimo sostegno a Monti
di Francesco Verderami Corriere 8.6.12

Nessun commento: