martedì 30 settembre 2014

La cara vecchia funzione sociale oppiacea della religione

Storia della povertà
Una funzione che nella religione si associa a un'altra decisamente più positiva, quella di rispecchiamento delle contraddizioni e dei bisogni sociali reali e primo germe dell'esigenza di giustizia. Secondo i rapporti di forza vigenti, poi, prevale l'una o l'altra. Quale mai potrà prevalere oggi? [SGA].

Vincenzo Paglia: Storia della povertà, Rizzoli
Risvolto

Carità e povertà: simul stabunt, simul cadent, insieme staranno o insieme cadranno. La storia della Chiesa è da sempre legata a doppio filo all'incontro con i poveri. Sul "fare la carità" si sono giocati per venti secoli l'organizzazione concreta della Chiesa e della società, l'evangelizzazione, la riforma religiosa, le utopie secolarizzate di un mondo senza sfruttati e senza sfruttatori. Monsignor Paglia ripercorre la storia del rapporto dinamico tra Chiesa e società attraverso la peculiare prospettiva della lotta alla povertà nelle sue diverse forme. Partendo dal cristianesimo delle origini, dal monachesimo e dai più influenti ordini religiosi, l'autore dipinge un affresco i cui protagonisti sono le figure emblematiche della cristianità e le loro opere, da Gesù ai padri della Chiesa fino a papa Giovanni XXIII con il Concilio vaticano II e la stagione di papa Francesco. In queste pagine emerge una Chiesa che rivendica con forza il valore della charitas cristiana come cura imprescindibile ai dilemmi sociali del mondo globalizzato. Perché: "è una grande funzione profetica della Chiesa quella di inquietare il banchetto del ricco epulone con la memoria e i dolori del povero Lazzaro. Nell'immaginare un mondo nuovo, o almeno diverso, la povertà è una delle soglie da attraversare con audacia, intelligenza e generosità da parte di tutti, credenti e non credenti."

Le conquiste dei poveri



ATLANTE STORICO DELLA CARITA'0001Juan Maria Laboa: Atlante storico della carità, Jaca Book-Lev

Risvolto
Nei suoi 41 capitoli, il volume affronta l’ampio spettro delle iniziative di fraternità e solidarietà che caratterizzano l’attività della Chiesa nelle diverse epoche e nei vari continenti: l’assistenza ai malati, l’istruzione dei poveri, la presenza nelle carceri. Dalle parabole di Gesù, come quelle del Buon Samaritano e del Figliol prodigo, all’esperienza dei preti operai, delle suore missionarie della carità di Madre Teresa di Calcutta e a Papa Francesco, fino alle più moderne istituzioni caritative, Juan María Laboa cambia in quest’opera “l’ottica abituale degli studi di storia della Chiesa”, ponendo l’accento “con delicatezza sull’amore, la solidarietà, la preoccupazione affettuosa che i cristiani hanno l’uno per l’altro” spiega nell’introduzione dell’opera, sostenendo che “probabilmente l’unica identità cristiana è la carità

Povertà non significa miseria ma libertà dai beni materiali 


Il mondo e la Chiesa si confrontano con un fenomeno, oggi spesso trascurato, che
può diventare una risorsa importante per il futuro. Un saggio in uscita per Rizzoli

di Vincenzo Paglia Corriere 29 settembre 2014

Juan Maria Laboa e l’Atlante storico della caritàRoberto I. Zanini Avvenire 30 settembre 2014

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