lunedì 1 settembre 2014

L'edizione definitiva della Rivelazione di Ermete Trismegisto

La Révélation d'Hermès TrismégisteAndré-Jean Festugière: La révélation d’Hermès Trismégiste, Édition ultime revue et enrichie par Nicolas Roudet. Prodrome du Père H.D. Saffrey, Les Belles Lettres

Risvolto
 Vers la fin de la période hellénistique et sous l'Empire, il se répandit dans le monde gréco-romain un certain nombre de sagesses révélées que l'on attribuait soit à des mages perses (Zoroastre, Ostanès, Hystaspe), soit à un dieu d'Egypte (Thoth-Hermès), soit à des oracles venus de la Chaldée (Oracles Chaldaïques), soit même à des prophètes ou philosophes de la Grèce qui avaient approché de plus près le divin, car c'est au même temps que refleurissent le pythagorisme et l'orphisme.
Parmi ces sagesses révélées, celle qui porte le nom d'Hermès Trismégiste est l'une des plus importantes, et par le grand nombre d'écrits qu'elle a laissés, et par le champ que couvre cette littérature. On n'en connaît et l'on en étudie le plus souvent que ce qui touche à la philosophie ou à la théologie. Cependant l'Hermès égyptien s'est intéressé à bien d'autres domaines : il s'est occupé d'astrologie, d'alchimie, de magie, et loin que cet hermétisme qu'on pourrait dire populaire ne représente qu'une branche secondaire et tardive de la révélation hermétique, c'en est au contraire la production la plus ancienne, celle qui a donné sa forme et servi de modèle, du moins pour une grande part, à l'hermétisme savant.
 

André-Jean Festugière (1898 – 1982) était un dominicain et historien français. Après des études classiques, qui le pousseront à étudier les langues anciennes du Moyen-Orient, il entre dans l'ordre des Dominicains en 1924, après avoir appartenu à l'École française de Rome (1921) puis à celle d'Athènes (1922), et se consacre à l'analyse de la pensée grecque (L’Idéal religieux des Grecs et l’Évangile, 1932; le Monde gréco-romain au temps de Notre-Seigneur, 1935). Il traduit ensuite et commente avec une remarquable précision le Corpus hermeticum (La Révélation d’Hermès Trismégiste, 4 vol., 1944-1949). Dans Hermétisme et mystique païenne (1967), il passe en revue les différents aspects que revêt la « mystique du salut » dans le gnosticisme et dans les philosophies qui se réclament de Pythagore et de Platon: pessimisme profond, aspiration à la grâce divine par l’initiation donnée aux seuls élus, appel à la théurgie (magie admise par Dieu), conception de l’homme en tant que corps, âme et esprit. Il fut directeur d’études à l’École pratique des hautes études de 1942 à 1968.

Nicolas Roudet est docteur en philosophie de l'université de Lille 3 (2001), actuellement bibliothécaire à l'Université de Strasbourg. Aux Belles Lettres, il a co-édité avec Edouard Mehl Kepler La physique céleste (2011).
 

Nel laboratorio dell’anima
Le indagini di Festugière su mistica, culti esoterici e alchimia Così nacque l’Occidente magico.
Domenica 24 Agosto, 2014 CORRIERE DELLA SERA © RIPRODUZIONE RISERVATA
di ARMANDO TORNO

Nei primi secoli dopo Cristo Parigi, agosto 1942. Un domenicano, entrato nel 1923 nell’ordine dopo una visita all’abbazia di Maresdous in Belgio, sacerdote dal 1930, addottoratosi con il grande Léon Robin discutendo una tesi su Contemplazione e vita contemplativa secondo Platone , chiude la prima parte del manoscritto di un’opera ambiziosa.
In essa desidera trattare la «rivelazione» di un dio, o forse di un profeta pagano di Cristo. Il padre ricorda che verso la fine del periodo ellenistico e sotto l’impero si diffusero nel mondo greco-romano numerose «saggezze rivelate», attribuite a magi persiani (come Zoroastro o Ostane), a un dio egizio (Thot-Ermete), agli oracoli venuti dalla Caldea o persino a quei profeti e filosofi greci che ebbero un approccio con il divino. Siamo in un arco di tempo che dura mezzo millennio circa, dopo l’epoca dei Tolomei (II secolo a.C.); i testi scritti dovrebbero risalire al I-IV secolo della nostra era. Del resto, quello era anche il tempo in cui rifiorirono pitagorismo e orfismo. Padre André-Marie, questo il suo nome dopo aver indossato l’abito (Jean-Paul-Philippe Festugière al secolo), afferma poche righe dopo che il più importante è Ermete Trismegisto, non soltanto per gli scritti che ci sono pervenuti sotto il suo nome — il Pimandro , l’Asclepio e altri 18 trattati, oltre i numerosi frammenti — ma anche per «il campo che copre questa letteratura».
Parigi è occupata dai tedeschi nel 1942, ma gli intellettuali lavorano, come prova l’uscita in quell’anno di due libri di Albert Camus da Gallimard, Lo straniero e Il mito di Sisifo , come tra l’altro conferma l’anno successivo, il 1943, la stampa de L’essere e il nulla di Sartre. Il primo tomo di André-Jean Festugière — così firmava le opere sintetizzando i propri nomi — riuscirà però a vedere la luce soltanto nel 1944, presso Lecoffre. Le bozze, i ripetuti controlli e gli infiniti ripensamenti richiesero un lungo lavoro.
L’opera che avrà come titolo La révélation d’Hermès Trismégiste , quattro ponderosi volumi, diventerà ben presto una miniera di informazioni, un monumento di erudizione, una bussola. Da oltre mezzo secolo la consultano anche insospettabili per cercare fonti ermetiche della letteratura o comprenderne i percorsi dalla tarda antichità a oggi; con il suo aiuto si rileggono Agostino o Pico della Mirandola, Marsilio Ficino (primo tra i traduttori di testi ermetici) o Jakob Böhme, lo stesso Goethe. Si capisce meglio il nostro Rinascimento con il suo aiuto, sia le fonti di un quadro di Botticelli, sia le ragioni di un simbolo lasciato dal divino Raffaello. La stampa dei quattro volumi terminerà nel 1954 e da allora ne sono state tirate almeno tre anastatiche (con un’aggiunta sull’ermetismo arabo di Louis Massignon).
Ora, dopo sessant’anni, l’editrice Les Belles Lettres si appresta a pubblicare in un solo volume — disponibile i primi di settembre — tutta la Révélation con le aggiunte inedite lasciate da padre Festugière (il quale soltanto in un secondo tempo si occupò dei codici trovati a Nag Hammadi); soprattutto l’opera sarà arricchita di preziosi e vasti indici — centinaia di pagine — che permetteranno di navigare nei diversi aspetti di questa bisbetica materia. Li ha realizzati Nicolas Roudet, bibliotecario all’Università di Strasburgo, che ha rivisto l’edizione inserendo le novità dell’autore. Il prezzo previsto: 199 euro; il volume è di circa duemila pagine.
È facile accorgersi dell’immenso lavoro che racchiude. Nel primo tomo vi è una parte dedicata all’astrologia e alle scienze occulte, nella quale si tratta del linguaggio ermetico e delle tradizioni degli alchimisti antichi; anzi questa disciplina viene analizzata come «religione mistica» attraverso gli scritti di Zosimo, autore di lingua greca ma egizio di origine (il lessico bizantino Suida sostiene che fosse di Alessandria); né mancano indagini sulle testimonianze ricavate dai papiri magici o sulle finzioni letterarie del «logos di rivelazione». Una ricerca documentatissima, che prosegue a guerra finita nel secondo volume su Il dio cosmico. In esso la letteratura ermetica — con il panteismo, il Dio visibile e la sua creazione — è esaminata accanto a Platone, talune parti di Aristotele, gli Stoici, Filone.
Il terzo tomo, il cui manoscritto si chiude nel 1951, tratta dell’anima, o meglio psiche, della sua origine celeste e dell’incarnazione che attua a ogni nascita. Festugière tradusse in appendice due opere: il Trattato dell’anima di Giamblico, filosofo di origine siriana morto nel 325 circa della nostra era, convinto che l’uomo con la sola ragione non possa comunicare direttamente con la divinità ed è perciò indispensabile la pratica di rituali magico-religiosi; quindi Sull’animazione dell’embrione di Porfirio, allievo di Origene e di Plotino, scomparso nel 305 d.C. a Roma. Sostiene che il piccolo organismo in via di sviluppo nel grembo materno è come un vegetale, mosso tuttavia da una potenza che giunge dall’anima del mondo (la quale assicura nutrizione e crescita), amministrato dalla psiche della madre. E in un capitolo dedicato alla «caduta» nel corpo dell’eterea sostanza, si avverte che essa rappresenta gli dei sulla Terra.
Il quarto volume tratta del Dio sconosciuto e della possibile conoscenza mistica. Un Dio intuito dai pagani, che si può scrivere ormai con la maiuscola, comprensibile con l’intelligenza, comunque invisibile, non dimostrabile con la ragione. Chiudendo l’opera si comprende come la nostra anima immortale, inventata dai greci e resa celeste da Platone, sia stata «sistemata» con l’aiuto di codesta «rivelazione» pagana. D’altra parte, allorché si cominciò a parlare in termini anti-scolastici nel XV secolo, sostenendo come fece il cardinale Niccolò Cusano che Dio può essere conosciuto mediante l’intuizione mistica e non la ragione, si evocava un concetto caro agli ermetici.
André-Jean Festugière metteva a punto con la sua opera una serie di studi e di indagini sul laboratorio mistico e magico dell’Occidente, dove le idee portanti della psiche o altre vie per «comunicare» con la divinità presero forma. Influssi provenienti dall’Egitto, dalla Grecia, dalla Persia ma anche dal mondo fenicio, caldeo o ebraico si sono incontrati e a volte fusi, assumendo il linguaggio degli iniziati, siano stati essi alchimisti o teologi devoti ai misteri. Noi ne utilizziamo inconsciamente l’eredità quando riflettiamo sull’anima, o cerchiamo di curarla; quando crediamo ai sortilegi o parliamo di rivelazioni. D’altra parte anche i Padri della Chiesa, in genere nemici degli ermetici, ne furono influenzati e, con essi, l’intera fede cristiana.
Questa ricerca nei progetti di padre Festugière anticipava la cura dell’edizione critica del Corpus hermeticum di Ermete Trismegisto, anch’esso in quattro volumi, il primo dei quali uscirà nel 1946 nella serie greca delle Belles Lettres. All’impresa collaborerà il filologo Arthur Darby Nock, professore ad Harvard (quest’opera è tradotta da Bompiani e dalla Lorenzo Valla). Fu però il padre a manovrare il timone editoriale. Diventato nel 1942 direttore all’École pratique des hautes études, scomparirà nel 1982. Non credeva ovviamente che il dio Thot avesse scritto quei trattati complessi dal linguaggio criptico, era però convinto che si fosse rivelato.

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