mercoledì 26 novembre 2014

I bisogni primari stanno tornando d'attualità: guerra di razza e guerra tra poveri si intrecciano

Sigarette, scarpe, vestiti il suk dei disperati che rivende la merce trovata nella monnezza
Napoli. Davanti alla stazione gli ambulanti abusivi bivaccano sui marciapiedi attirando frotte di compratori Residenti in rivolta
di Antonio Di Costanzo Repubblica 26.11.14

NAPOLI Il mercato dei rifiuti inizia all’alba a corso Garibaldi nei pressi di Porta Nolana. Davanti alla stazione della Circumvesuviana, che trasporta frotte di turisti a Pompei, c’è già la folla. I nomadi hanno sistemato a terra la mercanzia prelevata dai cassonetti della spazzatura durante la notte. C’è un po’ di tutto. Scarpe, vestiti, giocattoli. Andrea e la moglie vengono dall’Europa dell’Est. Studiano una grossa pentola di ferro. È un po’ ammaccata e priva di un manico, ma la coppia è decisa ad acquistarla. Provano a trattare sul prezzo. Offrono pochi centesimi e vogliono barattare della chincaglieria che hanno portato allo scopo. L’anziana Rom non cede.
Più avanti un uomo prende in mano una modellino di una Ferrari. Lo vorrebbe regalare al figlio. Il suk della disperazione attira gente da tutta la città. Sono per lo più immigrati, ma si iniziano a vedere anche italiani. Segno che la crisi economica non guarda in faccia nessuno. Di fronte ai nomadi ci sono i magrebini, riciclano rifiuti in via Cesare Carmignano. La strada, parallela al corso Garibaldi, è un suk maleodorante dove viene messa in vendita spazzatura a chi si può permettere solo questo.
Gli abitanti sono esasperati. Domenica è scoppiata la rivolta. Da un lato gli stranieri, dall’altro gli italiani che dai palazzi hanno gettato giù secchi d’acqua, mentre “quelli”, come vengono indicati in maniera dispregiativa, hanno risposto lanciando bottiglie. Tutto è iniziato per un incidente: una ragazza ha calpestato la mercanzia esposta davanti al portone. Un immigrato l’ha strattonata. È esploso il finimondo. Segno tangibile che la tolleranza è terminata.
Il via vai davanti alla merce esposta continua. Si vende di tutto. Anche oggetti che sembra impensabile possano avere mercato come joystick, vecchi computer, telecomandi, autoradio. Il pezzo forte è un grande pupazzo di Puffo, recuperato poco prima dalla “monnezza” per essere rivenduto. Rispetto al resto costa molto, circa cinque euro. Ci sono anche un paio di pinne, una caffettiera e vari modelli di occhiali, con lenti, o solo montature. Tra l’immondizia spuntano anche cellulari e qualche orologio. Giubbotti, maglioni e scarpe sono i pezzi più ambiti per chi è venuto in cerca di una vita migliore e adesso tira avanti bivaccando tra le strade a ridosso della “Ferrovia”.
Una convivenza sempre più complicata quella tra abitanti e ambulanti: in una città che di tolleranza ne ha sempre dimostrata tanta, adesso, sembra prevalere l’esasperazione. «Rifaremo le Quattro giornate di Napoli — urla chi ha casa in via Carmignano — se ne devono andare non rispettano niente, trattano le strade come latrine, ci insultano, sono violenti e si ubriacano. Se protestiamo ci minacciano. Siamo diventati prigionieri a casa nostra ».
Anna Esposito è una commercialista, abita nel palazzo bersagliato dal lancio di bottiglie: «Abbiamo paura di uscire di casa. L’altra sera una prostituta mi ha scortato fino al portone. L’ho ringraziata di cuore: c’era troppa brutta gente in giro per camminare da sola». A tutto questo si aggiunge la guerra tra poveri che contrappone ambulanti napoletani sgomberati dalle stesse piazze che ora vengono utilizzate abusivamente dagli stranieri. «La situazione sta precipitando — dice Francesco Chirico, presidente della seconda Municipalità — ho scritto al prefetto. Si rischia una deriva violenta». Da giorni nel quartiere si vedono gruppi politici di destra. CasaPound offre protezione ai cittadini e si teme una Tor Sapienza. I segnali ci sono tutti in strade che da troppo tempo si nutrono di rabbia, povertà ed emarginazione. Il Comune è pronto a varare un’ordinanza contro il mercatino dei rifiuti, ma che fine faranno le decine di immigrati che vivono in strada? Tra loro c’è un anziano. Raccoglie mozziconi da terra. Svuota i rimasugli di tabacco e li rulla con dei filtri, realizzando sottili sigarette artigianali. Quelle che non fuma le vende. Campa così.

Nessun commento: