mercoledì 19 novembre 2014

La battaglia della Somme nel graphic novel "panoramico" di Joe Sacco


Joe Sacco: La Grande Guerra. 1 luglio 1916: il primo giorno della battaglia della Somme. Un'opera panoramica, Rizzoli Lizard 


Joe Sacco, in sette metri la Grande Guerra 
Il primo giorno della battaglia della Somme in un graphic novel sviluppato a fisarmonica che si legge come un unico piano sequenza

Bruno Ventavoli La Stampa 19 11 2014

La grande guerra. 1 luglio 1916: il primo giorno della battaglia della Somme. Un'opera panoramicaSette metri di disegni per 21 mila morti (e 36 mila feriti). Dopo aver raccontato la Palestina e i massacri di Bosnia, Joe Sacco, superbo cronista a fumetti della follia umana, dedica uno stupendo graphic novel al primo giorno della battaglia della Somme (Prima guerra mondiale). La Grande Guerra (Rizzoli Lizard), ispirato al celebre arazzo medievale di Bayeus che rappresenta l’invasione normanna dell’Inghilterra, si sviluppa in orizzontale, a fisarmonica, e si legge come un unico piano sequenza. Sedici pagine di perfette miniature in bianco e nero senza una parola, una didascalia, un’onomatopea, quasi a simboleggiare che la terribile macelleria dei conflitti è indicibile e muta.
L’obiettivo dell’esercito britannico era quello di smuovere con una poderosa offensiva la stagnante guerra di trincea lungo le pigre anse del fiume Somme nella Francia del Nord. Gli alti comandi avevano previsto sette giorni di bombardamenti sulle trincee tedesche (il più imponente della storia militare inglese), un milione e mezzo di bombe per annichilire uomini, mitragliatrici, armi pesanti. La lunga striscia di Sacco inizia con il generale Douglas Haig che gira con i baffoni bianchi la mattina del 1° luglio 1916, perso nei suoi orizzonti di gloria, deciso, irremovibile, sicuro, come ha studiato sui manuali, che quando il dado è tratto non bisogna cambiare idea. Le truppe caricano e scaricano munizioni da linee ferroviaria appositamente costruite per il grande attacco. Ogni quindici metri un cannone vomita fuoco sui tedeschi, in cielo i Royal Flying Corps ottengono la supremazia. Gli uomini attendono nelle trincee zuppe di pioggia, non tutti riescono a mangiare la colazione, tutti invece si riempiono di rum per trovare coraggio, e quando ricevono l’ordine innestano le baionette. Per completare l’opera di annientamento, 450 chili di esplosivo vengono fatti saltare sotto le posizioni tedesche, dopo aver scavato lunghi tunnel.
Alle 7,30 gli ufficiali soffiano nei fischietti. Siamo alla tavola 12 di Sacco. L’attacco ha inizio. I soldati, con trenta chili di equipaggiamento in spalle, salgono sulle scalette e escono in campo a ondate di un minuto l’una dall’altra. Secondo gli strateghi dovrebbero trovarsi di fronte solo rovine e cadaveri di nemici. Invece la maggior parte dei proiettili d’artiglieria sono affondati nel fango senza esplodere; i bunker non sono stati neanche scalfiti. Gli uomini del Kaiser riemergono dai rifugi sotterranei, piazzano le mitragliatrici e fanno fuoco. Nella prima ora di attacco cadono come birilli 19 mila inglesi. I feriti non vengono raccolti, i morti diventano mucchi. A tavola 24, l’ultima della storia di Sacco, scende la sera, si scavano fosse, si piantano croci. I combattimenti del primo giorno sono finiti, senza spostare il fronte d’un metro. Doveva essere un trionfo. È stata una carneficina.

Sette metri di disegni che si srotolano in dettagli perfetti senza che tuttavia nessun individuo prenda il sopravvento. L’esercito di Sacco è un solerte anellide di elmetti, fucili, zaini, ambulanze, cavalli, carriaggi, armi, corpi che si muovono all’unisono senza sentimenti, senza parole, senza commenti. «Non critico gli stati maggiori né elogio il sacrificio dei soldati - dice Sacco -. Ho solo mostrato cos’è accaduto quel giorno, dalla passeggiata del generale Haig alle tombe. Sperando che cent’anni dopo il cattivo sapore non ci sia scomparso dalla bocca». 

Nessun commento: