martedì 6 ottobre 2015

Un nuovo Iperione

IperioneFriedrich Hölderlin> Iperione o l’eremita in Grecia, trad. Laura Balbiani, Bompiani, p. 992, € 35,00

Risvolto
Nel clima idealistico di fine Settecento, agitato dalle ripercussioni della Rivoluzione francese, Friedrich Hölderlin affida al protagonista del romanzo epistolare Iperione o l'eremita in Grecia(1797-1799) la sua originale concezione filosofica, politica e poetica. Nelle lettere del giovane greco Iperione, che lotta per l'indipendenza della patria, si intrecciano infatti i maggiori temi estetici e filosofici dell'epoca, che l'autore condensa nella visione dialettica della posizione "eccentrica" dell'uomo, sviluppata in rapporto all'estetica di Schiller e alle posizioni teoriche di Fichte e Hegel. Narrando l'esperienza politica e personale del protagonista, Hölderlin rintraccia nella grecità un ideale in grado di unificare natura e storia e di indicare all'Europa moderna una nuova forma di società civile, un "nuovo regno" dove la parola, divenuta poesia, è capace di esprimere l'esperienza estetica del bello. Il romanzo fu licenziato dall'autore stesso, che ne seguì di persona le revisioni e la stampa; questa traduzione con testo a fronte si basa sull'edizione delle opere di Friedrich Hölderlin in tre volumi curata da Michael Knaupp (Monaco: Hanser 1992-1993). Del romanzo ci sono pervenuti anche alcuni materiali preparatori che ne documentano il divenire poetico, dai primi appunti fino alle bozze della stesura definitiva che il poeta spedì all'editore.


QuandoHölderlin si finse eremita nellaGrecia classica 

6 ott 2015  Libero VITOPUNZI 

Grecia eGermania oggi: splendore dell’antico che non c’è più da un lato e rigorismo senz’anima che strangola dall’altro. La Grecia succube dei potentati politico-finanziari oggi e la Grecia sottomessa agli ottomani ieri. La Germania pedantesca e illiberale di ieri e laGermania liberale, ma altrettanto, forse anche più pedantesca, di oggi. La recente pubblicazione di due libri del poeta tedesco Friedrich Hölderlin consente una rilettura di ciò che a partire dalla metà del Settecento e per oltre un secolo l’antichità classica greca ha rappresentato per più generazioni di poeti, storici dell’arte, artisti, filosofi e musicisti tedeschi mossisialla ricercadiuna (presunta) perduta armonia e di un cielo costellato di dei che si sporcano le mani con la realtà. 
Nel 1797 FriedrichHölderlin pubblica la prima parte del suo unico romanzo, Iperione o l’eremita in Grecia (trad. Laura Balbiani, Bompiani, p. 992, € 35,00). Nel 1799 ne fa uscire la seconda, lasciando il dubbio che avrebbe voluto farne seguire una terza. Anche Iperione, come I dolori del giovane Werther (1774) diGoethe, è scritto da un giovane e l’eroe protagonista, nel bene e nelmale, possiede le qualità caratteristiche di quella giovinezza di fine Settecento, memore del classicismo, ma scossa dalla scoperta del potere tempestoso di natura eproiettata sulirismipanteistici e individualismi poetici. 
Nel romanzo di Hölderlin il personaggio specchio e voce dell’autore è Iperione, ungrecoidealistacheracconta leproprie esperienze fallimentari al corrispondente Bellarmino. Adoratore del passato edelpopolo ellenico, incontra inAlabanda, uomomaturo ed energico, unamico che lo spinge all’azione concreta. Maimplicarsi nella storia (il destino che scelsero molti intellettuali tedeschi di allora), per chi ha una sensibilità delicata, come Iperione, significa soccombere al cinismo, alla corruzione, alle atrocità di cui si nutre la politica. Abbandonato Alabanda, il giovane incontra gli ideali della bellezza, della perfezione, della grecità in Diotima, la donna che lo convince ad arruolarsinellamarina russaper combattere i turchi, occupanti laGrecia (il romanzo è ambientato nel 1770). Nel finale Hölderlin-Iperione, fattosi eremita, s’immerge nel gran sole dell’Uno-Tutto, doveogni dissonanza si fondeinunasuprema armonia, dove ogni bruttura si cancellainun’ultimaraggiante bellezza: «Essere uno con il Tutto, questa è la vita deglidei, è il cielo dell’uomo!». Il romanzo è dedicato a Diotima, pseudonimo dietro il quale Hölderlin dissimula la scrittrice Susette Gontard, conosciuta nel 1795, amata e abbandonata, causa dei primi attacchi della malattia mentale del poeta. Le letteredellaGontardalpoeta sipossonoleggereoranell’Epistolariohölderliniano (non si sono conservate invece quelledelpoeta alladonna), encomiabilmente edito in edizione integrale italiana (a cura diGianniBertocchini, EdizioniAriele, p. 820, euro 42,00).

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