domenica 15 novembre 2015

Fantasmi di Bergson

Henri Bergson: Fantasmi, Eliot,pp 62, euro 8

Risvolto

"Fantômes de vivants et recherche psychique" è il testo del discorso tenuto nel 1913 da Bergson a Londra, presso la Società per la Ricerca Psichica (SPR) a cui aderirono scrittori, scienziati e intellettuali, tra cui Sigmund Freud, Carl Gustav Jung, Robert Louis Stevenson, Marie Curie, William James. La SPR era stata fondata nel 1882 a Londra, in seguito al rinnovato interesse per l'occultismo, con lo scopo di esaminare in modo scientifico eventi quali la telecinesi, la trasmissione del pensiero, la chiaroveggenza e le apparizioni di fantasmi. In questo discorso ponderato e brillante, ricco di inquietanti suggestioni, il filosofo prende in esame i fantasmi dei viventi (quelle apparizioni di persone in punto di morte a familiari o amici che si trovano a grande distanza) e altri fenomeni paranormali, analizzando in modo razionale nello stile limpido che gli valse il Nobel per la letteratura nel 1927 - la sfera misteriosa, disprezzata dalla scienza ufficiale, dell'occulto, i cui enigmi gli offrono all'occasione di descrivere il funzionamento della nostra mente. 




«Cos’è la filosofia moderna? Telepatia e spettri dei parenti» 

Nel 1913 il Nobel Henri Bergson spiazzò la platea della «Società psichica» Nel suo discorso, finora inedito, il sovrannaturale ottenne dignità scientifica 
15 nov 2015  Libero Di HENRI BERGSON

Nel 1913 a Londra Henri Bergson, uno dei maggiori filosofi del Novecento e premio Nobel per la Letteratura nel 1927, tiene a Londra, presso la Società per la Ricerca Psichica a cui aderiscono Stevenson, Jung, Marie Curie e William James, un discorso sui fantasmi dei viventi (apparizioni in punto di morte di persone lontane), la telepatia, la chiaroveggenza ed altri fenomeni paranormali. Oggi quel testo, sinora inedito,è raccolto nel pamphlet Fantasmi (Eliot,pp 62, euro 8). Per gentile concessione dell’editore ne pubblichiamo un estratto.  

Come spiegare il pregiudizio che si è diffuso contro le scienze psichiche, e che molti ancora conservano? Di certo, coloro che condannano “in nome della Scienza” ricerche come le vostre sono perlopiù degli pseudo-scienziati. 
La Società per la Ricerca Psichica comprende fisici, chimici, fisiologi, medici, e sono ormai numerosi gli uomini di scienza che, pur senza esserne membri, mostrano interesse per le vostre indagini. Ciononostante, succede ancora che dei veri scienziati, sempre pronti ad accogliere qualsiasi esperimento di laboratorio, per quanto piccolo possa essere, scartino per partito preso ciò che proponete, e rigettino in blocco ciò che avete fatto. Perché questo accade? Lungi da me l’intenzione di criticare la loro critica per il puro piacere di fare della critica a mia volta. Sono convinto che, in filosofia, il tempo dedicato alla confutazione sia generalmente tempo sprecato. Che cosa ri mane delle tante critiche sollevate da tanti pensatori gli uni contro gli altri? Niente, o per lomeno molto poco. Ciò che conta, e che permane, è la verità positiva che abbiamo apportato. È l’affermazione vera, che scalza l’idea falsa grazie alla propria forza intrinseca e che diventa, senza darsi la pena di confutare nessuno, la migliore delle confutazioni. Ma in questo caso si tratta di ben altra cosa che di criticare o di confutare, e io vorrei mostrare come, dietro le varie contestazioni e derisioni, stia, invisibile e presente, una certa metafisica inconsapevole – inconsapevole e dunque inconsistente, e dunque incapace di rimodellarsi senza sosta sull’osservazione e sull’esperienza, come dovrebbe fare una filosofia degna di questo nome – e come questa metafisica sia naturale, conseguenza di una piega presa da molto tempo dallo spirito umano, cosa che spiegherebbe la sua persistenza e la sua diffusione. (...) Contrariamente a ciò, un’allucinazione veritiera – l’apparizione di un infermo o di un moribondo a un parente o a un amico di molto lontano, forse agli antipodi – è un fatto che, se è reale, esprime senza dubbio una legge analoga alle leggi fisiche, chimiche e biologiche. Ipotizzo, per un istante, che questo fenomeno sia originato dall’azione di una coscienza sull’altra, che le coscienze possano comunicare senza un intermediario visibile e che esista la “telepatia”, come la chiamate voi. Se la telepatia è reale, di conseguenza è un fatto suscettibile di ripetersi indefinitamente. Mi spingo un po’ più lontano: se la telepatia è reale, è possibile che operi in ogni momento e in tutto il mondo, ma con un’intensità troppo lieve per essere riscontrabile, o in un modo tale che i meccanismi cerebrali ne possano fermare l’effetto, per il nostro bene, non appena sta per varcare la soglia della coscienza. Produciamo elettricità in ogni istante, l’atmosfera è costantementeelettrizzata,ci muoviamo tra correnti magnetiche; eppure, milioni di uomini hanno vissuto per migliaia di anni senza subodorare l’esistenza dell’elettricità. Allo stesso modo avremmo potuto passare, senza rendercene conto, accanto alla telepatia. Poco importa. 
In ogni caso, un punto è incontestabile: se la telepatia è reale è anche naturale, e quando ne conosceremo i requisiti non sarà più necessario attendere un «fantasma di un vivente» per ottenere l’effetto telepatico, allo stesso modo in cui oggi non abbiamo più bisogno della benevolenza del cielo e dello spettacolo di una tempesta per vedere una scintilla elettrica. (...) Qualche tempo fa, durante un’occasione mondana alla quale ho assistito, la conversazione è caduta sui fenomeni studiati da voi. Un nostro grande medico, nonché scienziato, era presente. Dopo Da destra, senso orario: «La sposa cadavere» di Tim Burton, tratto da «Fantasmagoriana»; il libro di Bergson e la stessa antologia gotica «Fantasmagoriana»; un’illustrazione di storie di fantasmi ispirata ai racconti tedeschi; il filosofo Henri Bergson aver ascoltato con attenzione, ha preso la parola e si è espresso pressappoco così: «Sono anch’io a conoscenza di un fatto incredibile, e di questo fatto posso garantire l’autenticità. Il marito di questa donna era un ufficiale che morì nel corso di un combattimento. Ora, nell’esatto momento in cui il marito moriva, la moglie ebbe una visione della scena, una visione dettagliata conforme alla realtà fin nei particolari. Forse potreste concluderne, come fece lei stessa, che si era trattato di un caso di chiaroveggenza, di telepatia, ecc. Ma dimentichereste una cosa, e cioè che a molte mogli è capitato di sognare il proprio marito morto o morente, mentre lui era invece in perfetta salute. Si contano solo i casi in cui le visioni trovano un riscontro con la realtà, e non si considerano gli altri. Se si facesse un’analisi di tutti i casi, si arriverebbe alla conclusione che la coincidenza è opera del caso».  
In seguito, la conversazione si è spostata in non so più quale direzione. D’altra parte, nonera né il luogo né il momento per intavolare una discussione filosofica. Ma quando ci siamo alzati da tavola una ragazza molto giovane, che aveva ascoltato attentamente, mi si è avvicinata e mi ha detto: «Mi è sembrato che il dottore abbia mal ragionato prima. Non riesco a distinguere dove si trova il vizio del suo ragionamento, ma deve essercene uno». Eh sì, c’era davvero un vizio! La ragazzina aveva ragione e il grande scienziato torto. Aveva chiuso gli occhidavanti alla concretezza del fenomeno....

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