venerdì 12 febbraio 2016

Le teorie olistiche al servizio di Dio-Patria-Famiglia: la dimensione esilarante della sottocultura catto-paranoide


Sesso incerto e utero in affitto la grande ferita dell’animo umano 

Superati Platone e Cartesio, la «teoria del gender» pretende di cambiare il concetto di genitorialità, ma studimedici nemostrano i (dolorosi) limiti 

12 feb 2016  Libero FRANCESCOAGNOLI 
Ideologia gender, lapratica dell'utero in affitto, l'opinione secondo cui non importa chi genera i figli, ma chi li alleva... sonotutteposizionifilosofiche basate su una visione spiritualista dell'uomo. Monica Cirinnà, Sergio Lo Giudice, Vladimir Luxuria... anche se a prima vista potrebbe sembrare strano, sono dei puri spiritualisti, degliattardati seguacidiPlatone e diCartesio.
Seinunrecentepassato adominare è stato ilparadigmamaterialista, per il quale l'uomo è solo materia, oggi a cercare una rivincita è la visione opposta: tutto è spirito. Se tutto è spirito, non importa se si nasce maschio o femmina, da un punto di vista materiale, corporeo, genetico, anatomico, ormonale, psichico.... L'importante è ciò che si pensa e si decide di essere. Un maschiochesi ritienefemmina, saràfemmina, eviceversa (lostesso discorso però nessuno lo farebbe mai per un'anoressica: «se ti senti grassa, è perchè sei grassa») 
Analogamente non importa se un figlio nasce da un patrimonio genetico diuna persona estranea, daunovulocomperato, o nell'utero di una donna che non vedràmai: l'importante è chi crescerà il bambino, e con quale «amore» lo farà. Ciò checonta èun «amore» svincolato dalla natura, dalla biologia, dalla genetica... 
Ma lo spiritualismo è una visione corretta, filosoficamente e scientificamente, dell'uomo? 
No. Comenonloè ilmaterialismo, che ha ormai mostrato, esistenzialmente, tutti i suoi limiti. Spiritualismo e materialismocolgono solopartedella realtà umana, e come tali non possono che portare al fallimento e alla sconfitta. 
Oggi sappiamo molto bene che Platone e Cartesio, i filosofi che scindevano in un rigido dualismoanimaecorpo, avevano torto. Un grande neuroscienziato, Damasio, ha scritto proprio un libro intitolato L’errore di Cartesio ( Adelphi). 
Vedevanomolto più lontano Aristotele, e, ancordipiù, filosofi come Agostino e Tommaso, che, rifacendosi alla Bibbia, coglievano l'uomo non come puro corpo, nè come anima calata, contenuta in un corpo, ma come un’ unità psico-fisica. 
Per Platone e Cartesio l'uomo è essenzialmente e unicamente anima, pensiero. Per il grande filosofo greco il corpo è la prigione, la tomba dell'anima(soma-sema); per il celebre matematico il corpo èmera res extensa, un abitacolo senza vera dignità, come lo scafandro dell'astronauta (l'astronauta è tale, quale che sia lo scafandro che indossa). 
Ebbene, come si diceva, oggi èpiuttostochiaro chequesta visione non regge, così come nonregge l'ideamaterialistasecondocui l'uomo è solo ciò che mangia, ciò che le legginaturali decidono che sia... 
Le neuroscienze ci dicono che, accanto ai genimaschili e femminili, esistonoancheilcervello maschile e femminile, la psicologiamaschile e femminile; lamedicina in generale contraddice il dualismo cartesiano per il quale basta curare il corpo, infischiandosene dell'anima, così come rigetta l'idea che sia sufficiente alleviare le sofferenze dell'anima, per guarire il corpo. 
Sivasempre di piùcomprendendo la necessità diuna visione unitaria. 
Infatti le cosiddette malattie psicosomatiche dimostrano chiaramentelacapacitàdelcorpo di agire sulla psiche e della psichedi agire sul corpo; analogamente l'assistenza di un anziano mostra che tutto il nutrimento biologico possibile, senza un nutrimento affettivo, serve a ben poco; i casi di persone che si risvegliano dal coma, nonpermeritodiunmedicinale, ma perchè trattati con affetto e premura, magari per anni, dailoroparenti, confermanoulteriormente che tutto ciò che è spirituale è anche corporale e viceversa. 
Così, quanto all'identità sessuale, sinascemaschio, manello stesso tempo si diventa maschio. Si nasce femmina, ma si deve anche diventare femmina. Il dato naturale, corporeo, materiale, cioè il nascere maschio o femmina, esiste, è evidente, non può essere negato, manonbasta, non è tutto: deve percosìdirecrescere, svilupparsi, fiorire. Accantoaldato, ilcorpo, ci sono l'ambiente, i condizionamenti, le scelte... in una parola la vita che compete allo spirito. 
Fingere che non esista ildato genetico, materiale, la natura, come fa lo spiritualista, è, come tutte le finzioni, nocivo; fingere che non esista il dato culturale, ambientale, educativo, del libero arbitrio, come fa ilmaterialista, è anch'esso un atteggiamento errato, perchè paraziale. 
Nessuno di noi cercherebbe di far crescere limoni dai semi disoia, nèdi farcrescerelimoni dai semi di limone, privando la pianta di acqua, luce e nutrimento. 
Sièmaschioofemmina, dunque, sianelcorpo, chenella psiche; si è padri emadri sia fisicamente, chespiritualmente. Il ritornellosecondocuivi sonopadriemadrichenonsonobuoni padri e buonemadri, è una banale constatazione, che non porta però con sè, come conseguenza, la bontà della omogenitorialità. Dal semedi limone può non nascere un bel limone succoso; ma ciò non significa che, per avere limoni succosi, siameglio fare ameno del seme di limone. 
Così i genitori devono essere anzitutto tali (cioè capaci di generare, cioè complementari e diversi); inoltre devono anche essere «bravi» genitori, cioè capaci di unire al dato biologico, al loro saper generare nel corpo, la capacità di generare anche nello spirito. Solo così il figlio sarà frutto di una relazione completa, epotrà così sviluppare inmodo completo la sua natura. Solo così sarà anzitutto un figlio a tutti gli effetti, ed inoltre sarà anche amato da chi deve amarlo, da chi può dargli ciò di cui ha bisogno. 
Negare lanatura innomedellacultura èdunquecomenegare il corpo in nome dello spirito: una operazione spiritualista assurda come quella contraria. La cultura stessa, infatti, esiste perchè l'uomo è, per natura, un animale culturale (concetto del tutto evidente alla linguistica e alle neuroscienze, quando dichiaranoche il linguaggiopotenzialmente infinito è solo umano, è solo della natura umana; vedi Andrea Moro, Parlo dunque sono, Adelphi,

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