sabato 9 aprile 2016
Alle origini dell'egemonia globale statunitense: torna "La caduta dell'impero britannico 1918-1968"
Risvolto
Nel 1918 l'Impero britannico si poteva
considerare la maggior potenza del mondo. Nella Prima guerra mondiale le
nuove conquiste ne avevano allargato le frontiere fino a comprendere un
quarto delle terre emerse. Nonostante l'esteso autogoverno nei domini
"bianchi", l'Impero britannico funzionava soprattutto come unità
politica. Nel 1918, la maggior parte della gente credeva che esso
sarebbe durato per generazioni. Era l'impero sul quale "non tramonta mai
il sole", un'istituzione stabile, una parte del normale ordine
mondiale. Ma nel giro di cinquant'anni svanì, lasciandosi dietro un
nebuloso Commonwealth dall'incerto avvenire. L'Impero britannico
risultò, così, una situazione provvisoria, un semplice sogno. Questo
volume rievoca le cause più salienti che portarono a questa incredibile
trasformazione. Racconta le peculiari personalità che vi contribuirono,
dal politico santo e filosofo incarnato da Gandhi al brillante capo
guerrigliero rappresentato dal generale Grivas. Rivela le logiche
strategiche con cui l'Impero britannico era guidato, sia ad alto livello
politico sia al livello delle migliaia di giovani provenienti dalle
scuole pubbliche inglesi, inviati a dirigere gli affari di milioni di
persone in ogni continente. Senza trascurare significativi scorci su
ciascuno dei cinquanta territori che hanno formato l'Impero britannico,
dalla minuscola Sant'Elena al subcontinente indiano. Ma soprattutto
fornisce una spiegazione alla domanda: perché la macchina dell'Impero
britannico si è arrestata?
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento