mercoledì 13 aprile 2016

Ancora un thriller italiano


Riccardo Perissich: Insospettabili, Longanesi, 304 pagine, 18,60

Risvolto

Il colonnello Valente, dei servizi segreti italiani, viene convocato da Emma Santini, segretario del partito di opposizione. La donna è convinta che il celebre giornalista Dario Ottolenghi, amico suo e dello stesso Valente, contrariamente a quanto si crede non sia stato ucciso in Iraq durante un viaggio di studio, ma sia ancora vivo. Potrebbe essere stato rapito, o essere in fuga e solo Valente può scoprire la verità. Il colonnello parte per Istanbul sulle tracce di Ottolenghi, ma viene arrestato e invitato a lasciare la Turchia. Prima però, un incontro con Scarlett Bingham, l’affascinante direttrice del British Council locale, gli conferma che Ottolenghi potrebbe essere vivo. Le informazioni che gli dà lo obbligano anche a riaprire il capitolo di uno dei suoi più gravi insuccessi professionali: la fuga da Parigi del terrorista italiano Cesare Attolico. È solo l’inizio di un’indagine complessa, che vedrà Valente vittima di un agguato, dal quale si salverà solo grazie alla prontezza della sua compagna, Anne Dumont. Perché qualcuno vuole fermare a tutti i costi il colonnello? Che cosa c’è veramente dietro la scomparsa o la fuga di Ottolenghi e di Attolico? Valente, solo contro tutti, è tradito anche dalla sua compagna che deve scegliere fra l’amore e la ragion di stato. La verità emergerà un tassello alla volta, e trascinerà il protagonista e il lettore in uno scenario tanto inquietante quanto drammaticamente attuale. Un thriller italiano che ha la forza e il respiro dei grandi thriller americani.


LA SPY STORY CHE SEMBRA PROPRIO VERA

Corriere della Sera 13 Apr 2016 Di Danilo Taino
Riccardo Perissich non inventa. Che bisogno ne ha? Intanto, sa che, di questi tempi, la realtà è più interessante, eccitante dell’immaginazione. Probabilmente non si riesce a batterla. Dunque, la spystory che ha scritto ha radici che affondano nella cronaca, è ispirata da personaggi reali e riconoscibili, è intricata come lo sono davvero le storie sotterranee che si sviluppano tra Roma, Londra, Parigi, Istanbul, Medio Oriente, Israele. Ma c’è molto di più.
È che Perissich sa, senza aggiunte: è uno dei maggiori esperti europei di relazioni internazionali, è stato a lungo nella Commissione Ue a Bruxelles, ha lavorato in imprese private di dimensioni globali, oggi è tra l’altro il vicepresidente esecutivo del Consiglio per le relazioni tra Italia e Stati Uniti. Mentre leggete Insospettabili — editore Longanesi, 304 pagine, 18,60, in libreria da domani — siete certi che non c’è niente di incredibile, nel romanzo: tutto è plausibile; forse, è successo davvero.
La storia è all’origine italiana, ma ha una ramificazione internazionale, come dev’essere quando si parla di servizi segreti, di agenti maschi che incrociano agenti femmine, di criminali di cui si serve la politica. Un giornalista scomparso mentre era sulle tracce di qualcosa di misterioso; un’ex spia italiana che si mette sulle sue tracce; e i servizi di mezzo mondo che la ostacolano, non necessariamente con le buone. Si parla di Siria e di foreign fighters, ma sullo sfondo. L’azione è concentrata sui movimenti delle intelligence europee e mediorientali, ed è qui che la conoscenza del mondo di Perissich fa capire che, dietro quello che si vede nella televisione, le trame non dormono mai: non è il super complotto; sono solo spie, alcune affascinanti, altre spioni da poco, certo al servizio di interessi nazionali, ma spesso anche di qualcosa di meno.
Non è tutto. Il racconto è intrecciato da un gioco parallelo, quello dei personaggi. Anzi, sono loro parte del divertissement del romanzo. L’autore parte da lì: la trama viene dopo, costruita sulle misure degli uomini e delle donne che la andranno a popolare. E anche i personaggi sono finzione fino a un certo punto. Perissich nega di essere egli stesso Giulio Valente, la ex star del controspionaggio italiano protagonista della spy-story. Va bene: fatto sta che Valente, tra le copiose avventure, ha un amore, la spia Dumont, che di nome fa Anne ed è francese, come la moglie dell’autore. Nega anche che il cattivo Luigi Tognani sia ispirato a Luigi Bisignani. E che la politica Emma Santini, che «alcuni vedevano persino accedere alla massima carica dello Stato», sia Emma Bonino. Ammette però che il terrorista Cesare Attolico, in passaggio dal Venezuela alla Siria, è Cesare Battisti e rivela che per tratteggiare il giornalista Dario Ottolenghi si è ispirato al suo amico, scomparso da poco, Mario Pirani.

Concessione alla fantasia, il capo dell’agenzia britannica MI6 nel romanzo si chiama Sir Francis Percy Blake, come il personaggio del fumetto belga Blake et Mortimer. Più realisticamente, Scarlett Ward Bingham, «una bella spia inglese», è nipote di John Ward Bingham, ex agente (vero) dell’MI5 e ispiratore del glorioso Smiley nei romanzi di Le Carré. E la colonnella del Mossad Beyle Putchnick? Uno dei tanti riferimenti al cinema: «Cercare nei film di Woody Allen», suggerisce l’autore.

È interessante che siano le persone, gli amori, i tradimenti, le amicizie quel che interessa Perissich, l’esperto di relazioni internazionali. Le grandi trame della politica, i ministri, gli ambasciatori sono uno sfondo. La vita è altro.

danilotaino

Julio Larraz, Master spy (2011)

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