giovedì 21 aprile 2016

Foscari e Bassani

Ecco la vera Micòl di Bassani

La scoperta Nel centenario della nascita dell’autore, torna alla luce il manoscritto del «Giardino dei Finzi-Contini» Apparteneva all’amica (e musa) Teresa Foscari Foscolo. La dedica: «Senza il tuo aiuto non sarebbe mai nato»

Corriere della Sera 21 Apr 2016 Di Paolo Di Stefano
La scoperta è arrivata nel centenario della nascita ed è di quelle rivelazioni che aggiungono spessore e complessità al lavoro di uno scrittore. Stiamo parlando di Giorgio Bassani, di quattro quaderni cartonati di grande formato, tipo registri contabili (marca Scia). Inoltre, due quaderni dello stesso formato, ma più smilzi e con copertine morbide. I primi, compilati nel recto e nel verso per un totale di circa ottocento pagine, contengono l’intera elaborazione manoscritta de Il giardino dei FinziContini. Le etichette bianche sulle copertine portano, sotto il titolo dell’opera, i rispettivi anni: 1958-1959, 1960, 1961, 1961 (di sole «correzioni e aggiunte»). Gli altri due quaderni testimoniano ulteriori rifacimenti di numerosi passi senza indicazioni di data. Questo straordinario materiale fu consegnato da Bassani all’amica Teresa Foscari Foscolo con una dedica, datata «Venezia, 17 dicembre 1961» e firmata «Giorgio», che si trova nella controcopertina del primo quaderno e che esprime un enorme debito di riconoscenza: «Cara Teresa, senza il tuo aiuto Il giardino dei FinziContini non sarebbe mai stato scritto. Desidero che questi quaderni restino per sempre con te».
La nobildonna Teresa Foscari Foscolo, coetanea di Bassani (entrambi classe 1916), conobbe lo scrittore negli Anni 50 quando già era operativa sul fronte della salvaguardia di Venezia e della laguna. Attiva a livello nazionale e locale in Italia Nostra, amica di Luigi Zanda e di Massimo Cacciari, era nota come «la contessa rossa», battagliera fino alla fine, instancabile fautrice del Mose, morì nel 2007. Una fotografia la ritrae nel 1966 (l’anno in cui rimase vedova), all’indomani dell’alluvione di Firenze, quando chiamò in laguna Ted Kennedy per richiamare l’attenzione internazionale sui rischi dell’acqua alta. Probabilmente Teresa e Giorgio si conobbero nell’ambiente di Italia Nostra, di cui Bassani fu tra i fondatori nel 1955 e presidente dal 1965 al 1980. «Una donna colta, libera, spigolosa, faziosa, bellissima»: con questa sfilza di aggettivi Ferigo Foscari descrive la nonna paterna. «Parlava francese benissimo e aveva una biblioteca sterminata, era fiera di aver frequentato il liceo classico Marco Polo, anche se poi non proseguì gli studi. A 19 anni sposò Ferigo, con cui avrebbe avuto due figli, Leonardo e Antonio, mio padre». All’architetto e storico dell’arte Antonio Foscari e al figlio Ferigo (che porta il nome del nonno) si deve il restauro di Villa Malcontenta, la residenza sul Brenta costruita dal Palladio per i pronipoti del doge Francesco Foscari, riacquistata nel 1974 nonostante le offerte d’acquisto di Peggy Guggenheim. «Ora — dice Ferigo, socio di un grande studio di avvocatura milanese nei pressi del Duomo — la Malcontenta è iscritta nel patrimonio Unesco ed è sede di un centro di ricerca senza finalità di lucro, da cui sono uscite una trentina di pubblicazioni sulla civiltà di Venezia e sulla storia dei Foscari».
Per celebrare il doppio centenario, con lo stesso spirito di mecenatismo, la famiglia Foscari ha ora deciso di consegnare i materiali di Bassani alla Biblioteca comunale Ariostea di Ferrara. Fu nonna Teresa a lasciarli nelle mani del nipote, dopo averli custoditi per decenni, avvolti in una abbondante carta velina, dentro un cassetto della
casa di Vienna. La convenzione siglata dal detentore con il Comune e con il Meis (il Museo cittadino dell’Ebraismo) prevede che i quaderni siano esposti negli spazi di quest’ultimo, non appena il restauro dell’ex carcere sarà ultimato (gli studiosi disporranno delle copie digitali). Dice il presidente Dario Disegni: «Il fatto che le carte di Bassani avranno ospitalità nelle stesse celle in cui lo scrittore fu rinchiuso aggiunge un notevole significato simbolico». Per il prossimo 16 maggio è annunciato l’atto ufficiale di donazione che avverrà presso il ministero dei Beni culturali, presenti il ministro (ferrarese) Franceschini e il sindaco Tiziano Tagliani. Il quale non nasconde l’orgoglio per quella che definisce «la restituzione di Bassani alla sua città». Non solo per il fondo Foscari, ma anche per l’apertura, in marzo, del Centro studi dentro la trecentesca (appena restaurata) Casa Minerbi. Un archivio di carte, articoli, libri (5.000), oltre ai mobili e ai quadri appartenuti allo scrittore. Artefice Portia Prebys, la compagna di Bassani, la quale ha conosciuto e ammirato Teresa Foscari al punto da ricordarla oggi come «donna piena di spirito, forte e magnanima».

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