domenica 17 aprile 2016

Il feroce attacco di Antonio Socc'mel a Papa Ciccio, Anticristo bolscevico

Francesco scorda gli eccidi comunisti

Per Bergoglio quella dei profughi è la peggior catastrofe dal 1945. Gli rinfreschiamo la memoria

Libero 17 Apr 2016 ANTONIO SOCCI
(...) glissa sempre. A parte l’Urss (che dal 1917 - secondo le stime minimali - fece 20 milioni di vittime) c’è la Corea del Nord (inferno comunista tuttora funzionante): dal 1950 circa 3 milioni di vittime. E la Cambogia: dal 1975 al 1979 i Khmer rossi hanno fatto 2 milioni di vittime su 6 milioni di abitanti.
Accanto ad altri macelli comunisti dal 1945 in avanti (Africa, Vietnam, Afghanistan, Europa dell’est, Cuba), che hanno fatto anch’essi qualche milione di vittime, c’è il caso più tragico: la Cina.
Dal 1949, quando il comunismo di Mao ha preso il potere, ha fatto più di 70 milioni di vittime. A cui vanno aggiunti gli aborti forzati imposti dal 1979 per la legge sul figlio unico: 300 milioni di “nascite in meno” in 21 anni.
A questo regime comunista - tuttora imperante - Bergoglio tre mesi fa ha lanciato un amorevole messaggio (sotto forma di intervista) che - come scrive Sandro Magister - brilla «per il suo totale silenzio sulle questioni religiose e di libertà» e «per le sue parole sfrenatamente assolutrici di passato, presente e futuro della Cina, esortata a farsi “misericordiosa verso se stessa” e ad “accettare il proprio cammino per quel che è stato”, come “acqua che scorre” e tutto purifica, anche quei milioni di vittime che il papa mai nomina, neppure velatamente».
Avendo taciuto così pure sulle migliaia di persone tuttora nei lager (compresi vescovi e sacerdoti) come può oggi Bergoglio fare la morale agli altri sui migranti?
Peraltro - a proposito di aborto - i predecessori di Bergoglio ritenevano una “catastrofe umanitaria” anche l’aborto libero (non forzato come in Cina) introdotto dalle legislazioni dei paesi democratici dagli anni Settanta (sull’esempio dei paesi totalitari).
I dati dell’Organizzazione mondiale della Sanità dicono infatti che ogni anno, in tutto il pianeta, si fanno circa 50 milioni di aborti (la Seconda guerra mondiale in sei anni fece 50 milioni di vittime).
In 40 anni dunque siamo ben sopra al miliardo di aborti. Ma questa tragedia non è in cima ai pensieri di Bergoglio come l’emigrazione.
Per la quale ama fare esibizioni di bontà “politically correct” (e in favore di telecamera) come quella di Lesbo e (prima) di Lampedusa.
Naturalmente il problema c’è e va risolto. I trattati internazionali stabiliscono che i profughi (che scappano da guerre e persecuzioni) devono essere accolti ed è quello che l’Europa fa.
Ma i profughi sono una minoranza e - come hanno ripetuto molte volte i patriarchi delle chiese martiri orientali - desiderano anzitutto tornare nelle loro case.

Sogno impossibile se non si spazza via totalmente l’Isis. Ma come fare? Bergoglio, che si è sempre rifiutato di chiamare per nome - cioè “Stato islamico” - l’autore di quei crimini, è contro interventi di polizia internazionale. Altre soluzioni?
Il Papa potrebbe chiedere all’Arabia Saudita di farsi carico dei profughi provenienti da Siria e Iraq: è un Paese con tantissimo territorio libero, uno Stato con immense ricchezze derivanti dal petrolio ed è anche il centro propulsore dell’Islam, quindi sarebbe tenuto a soccorrere i musulmani. Oltretutto l’Arabia è vicinissima a quelle aree, quindi i profughi potrebbero trovare asilo lì, evitando migrazioni terribili e pericolose.
Lo stesso discorso si potrebbe fare all’Iran che è l’altro Paese confinante, anch’esso super-islamico (sia pure sciita). Ma sia Arabia Saudita che Iran in quella regione sono tra i fomentatori dei conflitti e non tra gli operatori di pace. Perché il Papa non lancia messaggi morali a quei due regimi?
Ci sono poi - accanto ai profughi - i migranti economici. In questo caso il primo diritto da proclamare - come fecero Giovanni Paolo II e Benedetto XVI - è il “diritto di non emigrare”, cioè di non doversi sradicare.
Pure i vescovi africani, l’anno scorso, hanno lanciato un appello alle giovani generazioni scolarizzate perché restino nei propri Paesi aiutandone lo sviluppo (oggi l’Africa è un continente in crescita che ha prospettive economiche molto buone).
Il fenomeno dell’emigrazione sconvolge sia Paesi di partenza, sia quelli di arrivo che non sono in grado di sopportare una simile invasione.
Oltretutto il traffico di esseri umani è spesso gestito da organizzazioni criminali che si arricchiscono sulla pelle dei migranti e talora portano quei poveretti alla morte.
Perché dunque il Papa non invita anzitutto a scongiurare il fenomeno migratorio invece di pretendere l’abbattimento delle frontiere d’Europa? Non si rischia così di alimentarlo?
Secondo certi osservatori, per esempio, il suo tour buonista a Lampedusa nel 2013 probabilmente contribuì a illudere migliaia di persone inducendoli a intraprendere viaggi terribili e a volte mortali.
Il Papa dimostra altrettanta superficialità riguardo all’impatto sull’Europa della marea migratoria. Sottovaluta l’evidenza storica di una difficilissima integrazione (vedi il caso del Belgio). E non considera che certi Paesi come l’Italia hanno già fatto il massimo. Del resto la nostra opinione pubblica - che avverte la crisi economica (l’Italia ha il record europeo della povertà) - trova sconcertanti certi episodi

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