giovedì 5 maggio 2016

de Kerckhove: rivoluzione digitale e contraddizione tra sviluppo delle forze produttive e rapporti di produzione

Risultati immagini per de kerchoveVia NEL FUTURO VIRALE

L’appuntamento Da domani a Padova il Galileo Festival dell’Innovazione mette a confronto gli esperti della cultura digitale. Un sociologo riflette sui progressi della comunicazione web individuando nuove opportunità per l’occupazione

Corriere della Sera 4 mag 2016 de  Derrick de Kerckhove*
L’evoluzione folgorante della rete sarebbe piaciuta senza dubbio a Karl Marx che prevedeva la vittoria del comunismo «quando gli strumenti di produzione sarebbero stati nella mano dell’operaio». Oggi siamo vicini a quel punto: nel mondo digitale la qualità professionale di questi strumenti cresce continuamente e il prezzo decresce. Peraltro oggi non serve tanto un talento particolare quanto un’immaginazione fertile. E immaginare oggi non è più un processo solo mentale, si fa con il video, i prototipi e i modelli 3D, la realtà virtuale. Però Marx non aveva pensato alla distribuzione della merce del futuro. La comunicazione non era ancora al centro della riflessione critica contemporanea e nessuno poteva predire la velocità e il volume stupendo delle comunicazioni virali.
Per esempio, accanto al tradizionale mercato del film e dei video, la rete ha creato la figura del Media designer, con almeno due fondamentali strade professionali, in grande crescita e spesso intersecate tra loro: da una parte c’è il mercato della produzione di video e di contenuti di intrattenimento online, che cresce di quasi il 50% annuo, continuando a richiedere nuove sofisticate figure professionali in grado di realizzare audiovisivi di ogni tipologia: dalle web-series ai video archivi, dai webdoc al video istituzionale, dai docureality alla fiction, fino alle animazioni digitali e ai contenuti interattivi. Dall’altra parte ci sono le aziende il cui core business non è direttamente quello della produzione di media, ma che necessitano ogni giorno di più di Media Designer interni, in grado di progettare e implementare una comunicazione audiovisiva e multimediale delle aziende stesse, sia per uso interno che per uso esterno. E non solo: hanno bisogno di concepire e realizzare narrative multimediali, stimolare l’engagement dell’audience di mercato concependo la comunicazione digitale come un processo aperto e continuamente soggetto a ottimizzazione; di pensare quindi i prodotti audiovisivi e multimediali come nuovi media, conoscendo approfonditamente le strutture di funzionamento delle piattaforme digitali, costruendo una comunicazione e un’arte in grado di auto-trasmettersi e moltiplicarsi attraverso la viralità dei social network e le logiche cross-mediali; di realizzare e gestire, all’interno delle aziende, un’archivio audiovisivo e tecnologico al passo con i tempi; di partecipare alla ricerca e allo sviluppo interni all’azienda, alle strategie di intelligenza e alla continua innovazione.
Ho battezzato User-Generated-Employment (UGE) le grande categorie di nuovi lavori che non richiedono mai piu qualche tipo d’impiego a tempo indeterminato: Ecco qualche esempio: Media Designer e analista dei Big data (il Data analytics sarà una fonte senza fine d’innovazione). AirBnB e Uber sono imprese digitali che creano milioni lavori in tutto il mondo e che ispirano anche professione a fare lo stesso (dottori.it, medicifacile.it, avvocati, farmacisti, ecc.). Sul modello di Uber, Thumbtack è un iniziativa di Marco Zappacosta in America che riprende la stessa idea per trovare praticamente in tempo reale tutte competenze pertinente in vicinanza. Come ha spiegato Massimo Gaggi sul Corriere: «Vivete in America e avete bisogno di un servizio qualunque, un idraulico, ripetizioni di matematica per vostro figlio, uno chef che viene a prepararvi una cena gourmet a casa, l’imbianchino per ridipingere la camera dei ragazzi, lezioni di musica? Adesso c’è Thumbtack». Il fenomeno della “Lunga coda” si applica alle app (cioè ci sarà unìapp per tutti gusti, pure i piu rari!). Ci sono poi i produttore con la stampante 3D.
La stampante 3D è un modo quasi magico per produrre oggetti on demand disegnati con la massima precisione grazie al software. All’orizzonte si profila anche una rivoluzione della manifattura con una nuova indipendenza dei professionisti. Ci troviamo al tipping point di una ridefinizione dell’impiego, della produzione, dell’innovazione e della creatività. Assistiamo nel mondo al lavoro che scivola dall’impiego formale a quello informale, dalla dipendenza istituzionale o imprenditoriale all’autosufficienza.
Siamo preparati a trovare media designer, analisti dei big data, produttori di Mash-up, di applicazioni, di videogiochi, di oggetti “on demand”? Non ancora, pero la strada non è piu cosi lunga e l’Italia è a un buon posto per seguirla.

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