La violenza secondo Lenin
lunedì 30 maggio 2016
L'universo concentrazionario novecentesco nell'Europa dello stato d'eccezione e la differenza essenziale tra gulag sovietico e lager nazista
Claudio Vercelli: Il dominio del terrore. Deportazioni, migrazioni forzate e stermini nel Novecento, Salerno, pp. 166, e 12
Risvolto
Nel Novecento alle speranze di una società migliore
si sono spesso contrapposte le politiche dell’esclusione,
l’annientamento fisico delle minoranze, le violenze di Stato, la
condizione marginale dei tanti apolidi in fuga. La storia dei Lager e
dei Gulag, la presenza dei luoghi di internamento e la vicenda degli
spostamenti forzati di popolazioni, si incrocia con la crisi delle
società liberali e con la affermazione dei poteri totalitari.
Deportare, concentrare, annientare non sono patologie del passato ma il
lato oscuro dei tempi correnti, quelli che si vorrebbero governati dal
diritto, e che tuttavia rivelano ancora la tentazione di cancellare
quella umanità considerata un’intollerabile “eccedenza” rispetto agli
interessi delle maggioranze silenziose e consenzienti.
Il dominio del terroredi Alessandro Litta Modignani Foglio | 18 Marzo 2016 ore 09:10
La violenza secondo Lenin
La violenza secondo Lenin
Corriere La Lettura 29.5.16
Il paragone tra i campi di prigionia nazisti e quelli sovietici, così
come tra i regimi del Terzo Reich e dell’Urss staliniana, è un terreno
accidentato, denso d’implicazioni ideologiche. Ma Claudio Vercelli, nel
libro Il dominio del terrore (Salerno, pp. 166, e 12), espone in modo
efficace analogie e differenze. Rileva giustamente che in Urss lo
sterminio non era il destino irrevocabile dei reclusi. Sottolinea che i
prigionieri del Gulag vennero liberati in massa dalle stesse autorità
sovietiche con la destalinizzazione, mentre solo la sconfitta bellica
fermò la macchina della Shoah. Più discutibile è la tesi che nel
nazionalsocialismo ci fosse una «disposizione genetica» alla violenza
assente nel bolscevismo, che invece, scrive Vercelli, «si lasciò
trascinare nella spirale del confronto manu militari » dall’impatto con
le forze avverse. In fondo la rivoluzione d’Ottobre fu un’insurrezione
armata, mentre Adolf Hitler venne nominato cancelliere dal presidente
von Hindenburg. Ma soprattutto Lenin invocava già prima del 1917 la
trasformazione della guerra imperialista in guerra civile e al potere si
comportò subito di conseguenza, per esempio sciogliendo con la forza
l’Assemblea costituente russa. Non pare si possa dire che allo scontro
cruento il leader bolscevico sia stato trascinato dalle circostanze.
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