mercoledì 8 giugno 2016

Macaluso è la sinistra: una vita a preparare Renzi e Renzicchi e questi poi deludono su tutta la linea

Emanuele Macaluso: La politica che non c’è. Un anno di em.ma su Facebook, a cura di Peppe Provenzano e Sergio Sergi. Castelvecchi, pp.185, euro 15

Risvolto
Un novantaduenne su Facebook. La penna di Emanuele Macaluso si è trasferita, da tempo ormai, dove non ci si aspetterebbe di trovarla, sul più popolare dei social network. Questo libro raccoglie, selezionati e ordinati per grandi temi, più di un anno di corsivi quotidiani di Emanuele Macaluso sulla pagina Em.ma in corsivo. Molte le questioni toccate, dall’attualità politica italiana a quella europea e internazionale, dalle grandi questioni della crisi del sistema politico e del Pd, dal Sud alla storia del Pci, ma anche i giovani, in cui Macaluso ripone molte speranze. E ancora: i diritti civili, il sindacato, l’ultimo film di Checco Zalone, la figura di Gianni Rodari, fino ad alcune note più intime e personali. La scrittura graffiante di Macaluso non risparmia nessuno, e ne emerge il desolante quadro di un Paese, l’Italia, che ha smarrito la sinistra, la politica, i partiti, e con essi la capacità di organizzare la partecipazione del popolo alle decisioni collettive. Eppure Macaluso non smette di riflettere con sobrietà e di seminare, ogni giorno, proposte, idee, critiche, e osservazioni, uniche per indipendenza e per originalità di giudizio.
Macaluso, nel gorgo della storia 
Pamphlet. «La politica che non c’è. Un anno di em.ma su Facebook»: i corsivi affilati di Emanuele Macaluso sulla politica e la società 

Valentino Parlato Manifesto 8.6.2016, 19:29 
Questo libro di Emanuele Macaluso (La politica che non c’è. Un anno di em.ma su Facebook, a cura di Peppe Provenzano e Sergio Sergi. Castelvecchi, pp.185, euro 15) mi ha talmente preso che, quasi, ho difficoltà a scrivere. È un libro straordinario: la penetrante e precisa storia del 2015 e inizi 2016 raccontata con l’elegante, disinvolta e anche micidiale scrittura dei corsivi: uno al giorno, salvo la domenica. E i corsivi – Emanuele è un maestro – sono tanto sintetici quanto suggestivi e stimolanti per il lettore. In questo continuo mitragliare di corsivi, Macaluso demolisce la vana retorica di questo periodo, del partito della nazione e tutte le altre trovate di Renzi per concludere che non c’è più una politica della sinistra e nemmeno la politica. Politicantismo, affari, carrierismo, corruzione. 
Nonostante tutto ciò, Macaluso rifiuta di stare ad osservare dalla finestra. Vuole restare nel gorgo, scrive citando Ingrao, ma senza farsene travolgere, ci resta con la sua intelligenza ironica e autoironica, con immutata passione giovanile, ma anche con la piena coscienza dei suoi 92 anni di resistenza e lotta che – proprio perché senza alcuna interruzione – non hanno invecchiato il suo animo e la sua mente. «Chi prende l’acqua dal pozzo, non dovrebbe dimenticare chi l’ha scavato», scrive e che seminare su un terreno che appare arido «può essere utile perché ci sarà sempre chi avrà l’esigenza di coltivare quella terra». 
L’invito è alla cura della memoria (il passato è continua fonte di insegnamento) e allo studio del presente per vedere qualcosa del futuro. E, nel presente, rileva che «uno dei fatti, non il solo, tra i più incisivi e significativi della crisi della politica di cui tanto si parla e che in Italia ha assunto caratteri allarmanti, è proprio la rottamazione della Storia. E il divario tra cultura e politica, che caratterizza l’oggi, ne è una conferma. È impressionante che anche l’opposizione a Renzi e al renzismo ignori questo tema, che dovrebbe costituire la base di un progetto alternativo all’attuale gruppo dirigente del Pd». Così em.ma concludeva il suo corsivo il 12 marzo di questo 2016. Forse esagero, ma questa di Macaluso è una critica della quale, anche in questi giorni, le forze che si oppongono a Renzi dovrebbero tener conto. Renzi non si batte cercando di essere più efficaci renzisti. Non basta riuscire a far qualcosa meglio di Renzi: bisogna ridare alla politica i contenuti e la forza della cultura e della storia. E questo, c’è stato assai poco nella recente campagna elettorale per le amministrative. 
Concludo queste mie disordinate note ripetendo l’invito a leggere e rileggere questi straordinari corsivi che hanno dato come una frustata alla mia mente impigrita.

Macaluso, non scrivere è un po’ morire 
Marcello Sorgi Busiarda 29 6 2016
I curatori dell’ultimo libro di Emanuele Macaluso, che contiene una scelta selezionata dei corsivi pubblicati nell’ultimo anno e firmati con la famosa sigla «em.ma.» in uso da oltre mezzo secolo (La politica che non c’è, a cura di Peppe Provenzano e Sergio Sergi, editore Castelvecchi, pp. 185, € 15 ), confessano che furono assaliti da un dubbio, al momento di mettere on line su Facebook l’anziano senatore novantenne, nella sua prima vita già al vertice del Pci accanto a Togliatti e Berlinguer e all’ultimo, storico gruppo dirigente del partito, e nella seconda scrittore e polemista per molti giornali, dall’Unità al Giorno alla Stampa, per citare i principali. Il dubbio era che i frequentatori della rete e del social forum potessero scambiarlo per un «fake», un falso Macaluso, e considerarlo vittima di uno dei tanti furti d’identità che ormai si verificano spesso su Internet.
E invece il solforoso comunista italiano (e siciliano) si è presto conquistato un suo pubblico, dialoga con uomini e donne che hanno la metà o un terzo dei suoi anni, ed è circondato da un affetto imprevedibile, che solo un anno fa, in uno dei momenti più dolorosi della sua lunga esistenza, la perdita del figlio Pompeo, si è manifestato così forte da convincerlo a continuare a scrivere, quando ormai aveva deciso di smettere. «In breve posso dire che se non scrivo, se non comunico quello che penso, per me è come morire», spiega Macaluso, per far capire cosa lo spinga ogni giorno a informarsi, leggendo i giornali, a ragionare e poi a prendere in mano la penna (non la tastiera del computer, a cui non è riuscito ad abituarsi) e a fissare i suoi pensieri.
La politica, certo. Ma anche la società con i suoi repentini cambiamenti. E poi la giustizia, le leggi, quelle giuste e quelle sbagliate, l’incapacità della classe dirigente, l’incomunicabilità tra i partiti, ridotti come sono ridotti, i sindacati (altrettanto), e i cittadini. L’illusione di poter parlare alla gente solo attraverso la tv. Gli argomenti dei corsivi sono questi e cambiano ogni giorno. Riletti pagina dopo pagina, i sedici mesi trascorsi dalle dimissioni di Napolitano a oggi, per certi versi, fanno spavento. BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

Nessun commento: