mercoledì 26 ottobre 2016

Luoghi marginali d'Italia


Grand tour alternativo nell’Italia più segreta 
Antonella Tarpino ripercorre itinerari poco battuti: dal Ponente ligure di Calvino e Caproni al Pontremolese del Bancarella un ritratto inedito del Paese

FRANCESCO ERBANI Rep 30 10 2016
Sono la memoria di chi li ha abitati e il racconto che la veicola, a rendere visibili i paesaggi del passato che il tempo ha manipolato fino a farli scomparire. Come sommerso dall’acqua è il borgo di Fabbriche di Careggine, provincia di Lucca, affondato quando negli anni Quaranta fu realizzata una diga. Con questa immagine si apre il saggio di Antonella Tarpino che prosegue un itinerario, svolto su sentieri volutamente secondari e che coerentemente bandisce i suggerimenti cartografici, nei paesaggi di margine, nei luoghi dell’abbandono, quelli sottratti ai vorticosi flussi. Un itinerario che comprende altri suoi saggi, almeno Geografie della memoria (uscito nel 2008) e poi Spaesati (del 2012).
L’idea del viaggio risiede nel ridare senso ai paesaggi fragili, ai saperi antichi e alle pratiche di lavoro che li hanno modellati, cominciando dalle parole che li descrivono, rovesciando il senso che li accompagna e trovandone un altro, adottando poi parole che appartengono al quotidiano, alla lingua dell’arte e della letteratura.
Fra i luoghi scrutati si può trarre ad esempio la dorsale delle Alpi Marittime, estremo ovest del Piemonte, un paesaggio al limite, nazionale e anche fisico, imposto dalla vertiginosa altezza dei monti. Ma se cambia il punto d’osservazione, se al senso costrittivo della parola limite si sostituisce l’assonanza con il
limen, la soglia, ecco che «le lame rocciose dei massicci lungo la strada dell’orrido mutano di segno», rievocando l’origine geologica delle vette, prodotte dalla collisione di continenti nel mare preistorico, il cui referto è nelle orme di un rettile scolpite nella roccia. Dunque più connessioni e cerniere che non fratture.
Connessioni che appaiono plastiche negli affreschi di una parrocchiale, dove l’artista cinquecentesco incrocia modi espressivi, fa dialogare modelli che hanno origini diverse.
Fra gli altri paesaggi fragili figura il Ponente ligure, con i suoi terrazzamenti, scandito dalle parole di Francesco Biamonti, di Italo Calvino e di Giorgio Caproni. O il paesaggio del Pontremolese, dove dal Cinquecento, per tutto l’Ottocento e ancora a metà del Novecento, transitava il commercio ambulante di libri (da cui il premio Bancarella). Sono insomma paesaggi che, anche discendendo l’Appennino, resistono, posseggono molto di più d’una inerziale forza di sopravvivenza — come “l’abitare imperfetto” delle case costruite in terra cruda — in mezzo a tanto paesaggio del contemporaneo che mostra già i segni dell’irreversibile deperimento. Luoghi che allungano lo sguardo su un possibile futuro, dice con parole scariche di nostalgia Tarpino. Che cita Nuto Revelli: «Vedo il mosaico antico delle colture e dei colori anche dove è subentrato il gerbido, dove ha vinto la brughiera, vedo le borgate piene di gente e non in rovina, anche dove si è spenta la vita».

Quelle meraviglie dietro casa che valgono il viaggio Un libro racconta perché non sono più tanto di moda le mete lontane E svela quali sono i posti sconosciuti e affascinanti da scoprire in Italia Roselina Salemi  Busiarda 3 11 2016
L’indispensabile raccolta di Beba Marsano, non è solo una guida specialissima (Vale un viaggio - 101 meraviglie dell’Italia da scoprire - Cinquesensi Editore). E’ la prova che il modo di affrontare un weekend o una vacanza, è cambiato. Non bisogna per forza raggiungere il Gran Canyon o l’outback australiano per fare una scoperta: vicino a casa ci sono musei, ville, capolavori che non conosciamo. Sarebbe ora di cominciare, no? 
Arte
La distanza tra terra e cielo è misurabile: 266 gradini in un percorso segreto di scale elicoidali, ballatoi aerei e gallerie per arrivare alla sommità della cupola ellittica più grande del mondo, quella del santuario Regina Montis Regalis di Vicoforte (Cuneo) Scorci mozzafiato sulla volta dipinta, incontri ravvicinati con Sibille, Profeti, Apostoli, Angeli. Da capogiro. La Saletta di Diana e Atteone (Fontanellato, Parma) è un capolavoro rinascimentale di eleganza e mistero dipinto da Parmigianino. 
Cos’era quella stanza, in origine senza finestre, nella parte più segreta del palazzo? Il boudoir di Paola Gonzaga, moglie di Galeazzo Sanvitale? Uno studiolo? Un luogo di meditazione? Affascinante.
Castelli
Castel Velturno (Velturno, Bolzano) è il più sfarzoso e meno noto dei manieri dell’Alto Adige. A dispetto dell’esterno, semplice e massiccio, dentro è un trionfo di boiserie, stufe di porcellana, soffitti a cassettoni e dipinti (a volerlo nel 1577 è stato il principe-vescovo Thomas von Spaur). Le parti architettoniche sono intarsiate e decorate in 3D come la reggia di Madrid. Sette falegnami hanno lavorato per 7 anni, 7 mesi e 7 giorni, 7 tipi di legno, dicono. Fate 7 giri nella Stanza del Principe…. Scaramantico. 
E che dire delle fastose eccentricità nel castello del Catajo? (Battaglia Terme, Padova). La genealogia della famiglia Obizzi è affrescata in un susseguirsi di battaglie, matrimoni e uccisioni, l’abitudine alle feste è testimoniata dal cortile dei Giganti che può trasformarsi in palcoscenico, mentre la Grande Terrazza è un salone da ballo a cielo aperto, affacciato sulla dolcezza dei Colli Euganei. Romantico. 
Al contrario dei primi due, il Castello della Pietra (Vobbia, Genova) è uno delle più spettrali architetture difensive d’Italia, incastrato tra due speroni di roccia. Percorrere il camminamento di ronda e visitare le segrete regala più di un brivido. Ai confini della realtà.
Natura e storia
Il Parco Oglio Sud (Calvatone, Cremona) è una terra di mezzo (ignorata da autostrade e guide turistiche) tra mostarda e tortelli di zucca. Un po’ Lombardia, un po’ Emilia, offre un paesaggio sognante con torbiere, ponti di barche, borghi come Gazzuolo con i portici gonzagheschi di 120 metri o come Isola Dovarese con una piazza tra le più scenografiche dell’Italia minore. Quasi Fantasy. 
Anche la Val Trebbia, 118 km attraversati dal fiume più puro d’Italia, è piena di sorprese. C’è il tenebroso orrido di Barberino, a picco su un’ansa scenografica; c’è Brugnello, una dozzina di abitanti e una manciata di case su uno sperone, a 464 metri di altezza, nel punto in cui il Trebbia forma un canyon di vertiginosa bellezza; c’è Ponte Gobbo a Bobbio (Piacenza), undici arcate indifferenti a ogni regola di simmetria. Crepuscolare.
Emozioni
Idoli, divinità funerarie o lo spirito pietrificato dei defunti? Le statue stele della Lunigiana (Pontremoli, Massa Carrara) sono uno dei fenomeni della civiltà megalitica europea. Una quarantina di monumenti antropomorfi in arenaria databili tra il III e il I millennio a.C., raccolti nel castello del Piagnaro, ci mandano messaggi dal passato. Indecifrabili. 
Resta ancora un enigma la Camera delle Meraviglie (Palermo) che sembra uscita dalle Mille e una Notte. In via Porta di Castro, all’interno una casa privata, si nascondeva, fino a poco più di un anno fa, una piccola stanza dalle pareti blu coperte da scritte arabeggianti in oro e argento. Sulla sua funzione, solo un’ipotesi: riti iniziatici legati alla Massoneria e all’esoterismo islamico. Magica.
Valgono il viaggio, soprattutto le rovine di Saepinum, piccolo municipium romano (Campobasso) nel cuore del Sannio, alle pendici del massiccio del Matese. Questa Roma in miniatura con la pietra calcarea al posto del marmo ha una bellezza primitiva, stupefacente. Ed è abitata. Surreale. 
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