domenica 29 gennaio 2017

La Filosofia Illustrata: nel culto pettegolo di Arendt e Heidegger la subalternità culturale della sinistra

Libro Martin Heidegger e Hannah Arendt. Lettera mai scritta Pio ColonnelloPio Colonnello (a cura di): Martin Heidegger e Hannah Arendt. Lettera mai scritta, Guida

Risvolto
Hannah Arendt fu dapprima allieva, musa e amica di Martin Heidegger; poi collega e critica severa del suo antico maestro. A differenza di Heidegger, che aderì sia pure per un tempo assai breve al nazismo quando fu eletto rettore a Friburgo nel 1933, la Arendt dovette fuggire negli Stati Uniti perché di origine ebraica. Per circa venti anni tacque ogni rapporto tra i due pensatori. Nel 1950 Hannah Arendt torna in Europa e chiede un incontro inaspettato all'amico di un tempo. Da allora ricomincia un febbrile scambio di lettere. Il volume riporta il lettore agli inizi della rinnovata relazione amicale: in un enigmatico gioco di allusioni e di rimandi, Heidegger è chiamato a rievocare, in una lunga lettera, gli episodi salienti della sua vita politica, accademica e di pensatore, l'amore per l'allieva e frammenti di avvenimenti inabissati nel passato, ma resi vivi grazie alla potenza dell'immaginazione e della rievocazione.              
Raccontare tempo, colpa e perdono attraverso l’invenzione 
Alberto Giovanni Biuso Manifesto 28.1.2017
La poesia è più universale, e dunque più filosofica, della storia, sostiene Aristotele. Perché la storia racconta il vero, la poesia il verosimile. Verosimile, se non vera, è una lunga lettera che Pio Colonnello immagina Heidegger abbia scritto ad Arendt il 12 febbraio del 1951 (Martin Heidegger e Hannah Arendt. Lettera mai scritta, Guida editori, pp. 79, euro10) con l’intento di colmare un vuoto di relazioni e di pensiero. 
L’ampio carteggio Heidegger-Arendt (pubblicato in italiano da Einaudi con il titolo Lettere 1925-1975 e altre testimonianze) affronta infatti gli argomenti più diversi ma è privo di una precisa e documentata spiegazione del vissuto politico ed esistenziale del filosofo negli anni che vanno dal 1933 al 1950. 
La Lettera ricostruisce gli eventi della vita di Heidegger in quel periodo e i sentimenti che li accompagnano. Sentimenti fatti di una profonda tenerezza e passione verso l’antica allieva e amante. «Ti immagino improvvisamente sotto un cielo di porpora e d’oro, mentre la perla dei tuoi occhi splende e illumina la notte. Ardo dal rivederti».
Heidegger ritiene che la memoria sia il vero tribunale della vita, quello al quale nessun umano può sottrarsi, anche se dovesse sfuggire ai tribunali degli stati. Il filosofo ricorda alla sua amica alcuni fatti che smentiscono o ridimensionano la sua adesione al nazionalsocialismo. Tra questi molti si riferiscono al breve periodo in cui nel 1933 fu rettore dell’Università di Friburgo. 
I temi filosofici più importanti affrontati nella Lettera riguardano il tempo e la colpa. Proprio perché e in quanto limitato nel tempo, l’essere umano percepisce la propria mortalità come conseguenza di una colpa che non è un dato morale privato o collettivo ma è la struttura stessa di tutto ciò che esiste ed è vivo. 
Merito di questa Lettera è aver racchiuso in poche pagine una tale densità di pensieri e di sentimenti, dai quali non è soltanto il filosofo Heidegger a emergere ma anche la sua persona, con tutte le fragilità e le contraddizioni di ogni essere umano e con la peculiarità e la potenza della sua teoresi.

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