sabato 4 marzo 2017

Il biennale festival dell'ala sinistra di Repubblica con la consueta compagnia di giro dei saltimbanchi a convenienza




“L’emergenza ha due facce: scegliamo quella che apre al nuovo” 

Gustavo Zagrebelsky ha presentato la quinta edizione di Biennale Democrazia, a Torino dal 29 marzo al 2 aprile 

Emanuela Minucci Stampa
Nel manifesto di Botto & Bruno - un muro di periferia segnato dai graffiti che trasmette un vago senso di claustrofobia - è racchiuso il senso della quinta edizione di Biennale Democrazia dedicata alle «Uscite di emergenza». Titolo che si presta, come ha fatto notare ieri al Campus Einaudi il suo presidente, Gustavo Zagrebelsky, a un duplice significato: «L’emergenza può inchiodare il presente al passato, sostituendo il pensiero accomodante al pensiero progettante: siamo in emergenza, tappiamo i buchi della nave che affonda. Oppure può accadere il contrario, se dalle tante emergenze si coglie il nuovo che cerca di emergere e farsi strada e, così, modellare le nostre vite proponendo possibilità e novità. Necessità o libertà; paralisi o movimento; sterile chiusura o creativa apertura». 
Due frecce che corrono parallele, dialettiche, ma in direzione opposta: «Le emergenze si presentano - ha aggiunto Zagrebelsky - non solo come un carico di pericoli che ci pongono sulla difensiva, ma anche come una carica di energia che stimola la nostra capacità creatrice di novità. Ci chiedono, affinché non se ne venga travolti, di cercare parole e categorie per affrontare il mondo». Ecco la sfida dell’edizione 2017 di Biennale Democrazia, a Torino dal 29 marzo al 2 aprile con 246 ospiti di caratura internazionale in tutti i campi utili al dibattito: dalla filosofia alla scienza, passando per economia, tecnologia e arte. 
Si comincia al Teatro Regio, con la lectio di Tito Boeri, presidente dell’Inps, su «Populismo e stato sociale nelle democrazie industrializzate» e si termina nella stessa sede con il «Racconto del Potere» di Roberto Saviano. In mezzo, personaggi in grado di leggere al meglio la contemporaneità come l’unica imam donna, la danese Sherin Khankan, i politologi Bernard Manin e Claus Offe, il blogger e studioso degli effetti sociali delle nuove tecnologie Evgeny Morozov, l’antropologa ed esperta di hacking Gabriella Coleman. E poi ospiti come Edward Blakely, l’esperto di emergenze e commissario unico per la rigenerazione di New Orleans dopo l’uragano Katrina, l’imprenditrice Regina Catrambone, «filantropa del Mediterraneo» che con il marito Christopher ha comprato una nave per soccorrere i naufraghi immigrati. E ancora, Dario Argento e Massimo Cacciari, la scienziata Elena Cattaneo, Emma Bonino e un tris di direttori come Maurizio Molinari della Stampa, Mario Calabresi della Repubblica e Enrico Mentana (La7), che domenica 2 aprile al Teatro Carignano si incontreranno sul tema: «Possiamo fidarci dei giornalisti?». Alle sedi tradizionali come i teatri, l’Accademia delle Scienze, il Circolo dei Lettori e l’aula magna della Cavallerizza, quest’anno si aggiungono il Polo del ’900, la Scuola Holden e il grattacielo di IntesaSanpaolo.
All’edizione di quest’anno, ha fatto notare la sindaca Chiara Appendino, hanno partecipato attivamente i cittadini, proponendo loro stessi degli argomenti, come quello dei «Neet», giovani che non hanno un lavoro ma non lo cercano neppure, e quello dei «profughi ambientali» che a causa dei cambiamenti climatici fuggono dalla propria terra. «L’emergenza - ha detto la sindaca - deve essere considerata non soltanto come reazione a uno stato di necessità, ma anche e soprattutto come occasione di riscatto». 
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L’emergenza come opportunità la sfida di Biennale Democrazia 
A Torino dal 29 marzo al 2 aprile la manifestazione presieduta da Gustavo Zagrebelsky. Tra gli ospiti Saviano, Boeri, Cacciari, Cattaneo

SARA STRIPPOLI Rep
Paralizzante o un’opportunità da cogliere. L’emergenza può essere chiusura totale o un nuovo inizio. “Uscite di emergenza” è il fil rouge di Biennale Democrazia 2017 che con questo titolo non vuole però «prestare il fianco a una visione pessimista », spiega Gustavo Zagrebelsky, presidente della manifestazione torinese e presidente emerito della Corte costituzionale. Un programma ricchissimo: 246 ospiti, 106 appuntamenti. Si inaugura al Teatro Regio il 29 marzo con una lectio magistralis del presidente dell’Inps Tito Boeri su “Populismo e stato sociale nelle democrazie industrializzate”. Si chiude domenica 2 aprile con Roberto Saviano, sempre al Regio, con il suo “Racconto del potere”, una narrazione inquietante sul reclutamento degli adolescenti da parte delle organizzazioni criminali e terroristiche. Nel mezzo, oltre alla lectio di Zagrebelsky su “La parola che non c’è” (Teatro Carignano, il 30 marzo alle 10), relatori nazionali e internazionali animeranno un dibattito lungo cinque giorni declinato in tre filoni, “Stati di necessità”, “Società dell’incertezza”, “Nuovi inizi”: i nuovi stili di vita che cambiano l’ethos collettivo ma anche le chance create dal progresso tecnico- scientifico. A Torino molte voci autorevoli che leggono il domani da angolature diverse. Arrivano Elena Cattaneo, lo scrittore di Educazione Siberiana Nicolai Lilin e l’imam donna Sherin Khanka, Emma Bonino, Massimo Cacciari, il sociologo esperto di nuovi media Evgeny Morozov, i politologi Bernard Manin e Claus Offe, Enrico Letta e la sindaca di Lampedusa Giusi Nicolini, la scrittrice del New Yorker Elisabeth Kolbert, il procuratore della Repubblica di Torino Armando Spataro. Il pubblico ascolterà anche il resoconto di una sfida dei nostri tempi: l’imprenditrice Regina Catrambone racconterà l’iniziativa da cui, nel 2004, lei e il marito hanno fondato Moas, la prima organizzazione al mondo di ricerca e soccorso in mare che finora ha salvato oltre 33 mila persone.
“Ci si può fidare dei giornalisti?”. In un’era di trasformazioni rapidissime per i media, tre direttori, Mario Calabresi, Maurizio Molinari, Enrico Mentana, affrontano il tema della tutela dell’informazione al servizio dei cittadini.
Fra le novità di questa edizione il contributo di idee dei cittadini e degli enti culturali, frutto di una partecipazione superiore alle aspettative. E infatti un terzo degli appuntamenti nasce grazie alle proposte di studenti, professionisti, associazioni.
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