mercoledì 22 novembre 2017
Dopo l'assemblea di sabato: il punto di partenza?
Non bisogna farsi eccessive illusioni per evitare altrettanto smodate
delusioni. Se però veramente, nonostante le incertezze e i ritardi di
Rifondazione, si arriverà alla costruzione di una lista anticapitalista,
saremo di fronte a un passaggio assai importante e probabilmente
irreversibile, per il quale sarà forse valsa la pena di soffrire i
dolori di un lunghissimo travaglio. E anche gli errori e i vicoli ciechi
e persino le meschinità e l inadeguatezze personali si riveleranno come
piccole astuzie della nostra pur piccola storia.
Finalmente -
per quanto obtorto collo e per la forzatura di una piccola avanguardia
che ha colto il kairos - viene tracciata una linea divisoria nella
pratica non solo nei confronti della sinistra liberale ma anche della
sinistra complementare: solo ora, si può dire, dopo aver perso 10 anni,
cominciamo a reagire alla catastrofe del 2008 aggredendone le cause
principali e cioè la subalternità e la mentalità della riduzione del
danno.
Dopo - soprattutto a fronte di un risultato dignitoso
(diciamo tra l'1 e il 2%) -, nessuno potrà tornare facilmente indietro:
l'ipotesi centrosinistra sarà superata e tutti i soggetti coinvolti
saranno attraversati da una spinta alla trasformazione. Sia il PdCI-pci
che il PRC saranno sottratti alla loro costituiva ambiguità e al loro
interno avverrà una spontanea selezione. E anche la Rete dei comunisti
trarrà giovamento dall'incrocio con posizioni diverse e dal confronto
con il problema dell'organizzazione. Di conseguenza non ci sara più
nessuna ragione politica reale per tenere separati i comunisti e si
potrà procedere a una prima significativa ricostruzione del nostro
campo.
A quel punto tutto verrà di fatto azzerato e le carte e i
rapporti di forza interni saranno rimescolati, anzitutto sul piano delle
culture politiche.
L'egemonia del postmoderno nel nostro campo
non è un destino insuperabile ed è possibile rilanciare la sfida per
portare dall'utopia alla scienza le forme di coscienza che a sinistra
oggi sbarellano confuse, disinnescando anche la deriva verso il
naturalismo rozzobruno.
La storia c'è, le cose cambiano, anche se
mai da sole. È possibile ripartire e cominciare a seminare coerenza e
dignità, ragionando e programmando sul lungo periodo.
Proprio per
questo, preso atto che i trotzkisti fortunatamente non saranno della
partita e presenteranno la loro lista, sarebbe bene che tutti i
comunisti organizzati convergessero su questo progetto e dessero il loro
contributo senza isolarsi nel settarismo [SGA].
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