giovedì 14 giugno 2018

Marxismo o socialsciovinismo postmoderno e spettacolare?


Flavia Perina batte i marxisti immaginari, i rozzobruni e i sedicenti professori del rancore infinite volte a zero.
Nel Manifesto del Partito Comunista, Marx ed Engels dicevano e dicono ancora oggi a tutti noi: "Proletari di tutti i paesi, unitevi" ("Proletarier aller Länder, vereinigt euch!").
"Unitevi" significa che non esiste un affratellamento immediato, ma che la lotta internazionalistica va costruita attraverso un faticosissimo lavoro del negativo di natura politica, sindacale e culturale (altrimenti non ci sarebbe bisogno di unirsi perché saremmo già uniti).
Di questo bisogna prendere atto, a fronte di chi immagina semplicisticamente uno spontaneo autoriconoscimento del proletariato autoctono come di quello di tutte le nazioni e dunque affronta il problema dell'integrazione come se fosse una cena multietnica.
Risultati immagini per marx esercito industriale di riserva immigrati Del resto, esattamente la stessa cosa vale per la "classe operaia", ovvero per la classe dei lavoratori subalterni. La quale non esiste spontaneamente, prima della laboriosa presa di coscienza che la immette nella storia (e infatti in questa fase non esiste e va ricostruita): pensate ad esempio a come gli operai settentrionali accolsero i meridionali negli anni Cinquanta.
Tuttavia, questa frase di Marx ed Engels non può significare affatto "Proletari di tutti i paesi sparatevi addosso", a meno di distorcerla strumentalmente per finalità politiche ambigue e per seminare confusione.
A dire ai proletari "sparatevi" non era Marx, di cui in troppi si riempiono la bocca in maniera strumentale, e cioè per pescare allocchi culturalmente deboli.
Era semmai la socialdemocrazia nel 1914. Quella socialdemocrazia social-imperialista contro la quale Luxemburg, Lenin, Gramsci, Togliatti, Trotzki, Stalin e chi volete ne hanno riversate di tutti i colori.
Chi sostiene queste posizioni non è né marxista né comunista e nemmeno "amico del popolo" ma è semplicemente un fautore del classico social-sciovinismo nella sua versione postmoderna adeguata alla società dello spettacolo, ai social media e alla televisione.
Questo nemico va combattuto e tenuto lontanissimo da noi perché puzza. Lenin come Stalin e persino Rosa Luxemburg ne avrebbero decretato l'esecuzione sommaria più disonorevole.
Questo nemico è in combutta con l'imperialismo, di cui è espressione e senza il quale non esisterebbe nemmeno.
Ai compagni confusi bisogna far sentire quanto questo nemico puzzi sin da lontano.
Aprite gli occhi ma soprattutto la mente.

Un esempio. Carlo Freccero - la cui formazione culturale situazionista e i cui trascorsi berlusconiani non sto qui a rammentare - è l'incarnazione perfetta della sinistra caviale ed è stato uno dei principali artefici dell'introduzione del postmodernismo in Italia.

Il fatto che da qualche giorno sia stato elevato a marxista ortodosso e difensore del popolo fa capire in che genere di farsa ci troviamo.
Nulla di ciò che accade è vero, sebbene sia drammaticamente reale.
E' lo stesso meccanismo per cui a difensore del popolo può essere elevato Salvini, che sino a ieri ha votato tutte le porcherie che hanno semmai proseguito la distruzione dell'unità delle classi subalterne.

La mancanza di una seria organizzazione politica di sinistra - a questo punto per come siamo messi che sia socialdemocratica o comunista cambia poco, perché l'importante è che sia seria e che operi in maniera razionale - si sente soprattutto in questi momenti, cioè in quei conflitti che si caricano di maggior valore simbolico e costringono la storia ad accelerare e quando più avremmo bisogno di un orientamento e di una linea comune.
Alla spaventosa deriva particolaristica della piccola borghesia tradita dalle élites, che difende con le unghie la roba residua (e delle destre che la usano come massa di manovra affinché le gerarchie sociali rimangano fisse mentre i ceti dirigenti si danno il cambio) si contrappone una gigantesca regressione culturale dei fantomatici progressisti.
Metà di loro è stata egemonizzata da queste destre e ne condivide i rancori, sino a confondere ciò che è plebeo con ciò che era popolare. Sino a mettere tra parentesi l'umanità.
Gli altri, nella loro impotenza e inutilità acquisita e senza più alcun rapporto con le classi sociali di cui dovrebbero essere espressione, sono passati dall'utopia alla scienza per poi retrocedere al pensiero magico. E da questo sino al primitivismo moralistico, alla propaganda e all'invettiva.
Nessuno che parli di neocolonialismo, imperialismo e lotta tra e dentro le classi, concetti senza i quali nulla si capisce di ciò che sta accadendo.
Siamo soli e senza bussola.[SGA].

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