giovedì 17 gennaio 2019

“A dispetto dei suoi errori lei era - e per noi resta - un'aquila". Ancora su Luxemburg

Abbiamo visto cosa ha pubblicato la stampa borghese su Rosa Luxemburg. E noi?

Tutti apprezziamo la figura di Rosa Luxemburg (ce ne fossero!), ma farne un santino, come sta avvenendo in questi giorni, è diseducativo. Si tratta invece di capire. Anche perché la sua vicenda molto ci dice dell'oggi e della sinistra attuale, che alcuni suoi errori ha reiterato senza però ereditarne le intuizioni più brillanti.

Rosa Luxemburg, già a partire dalla sua teoria dell'imperialismo e da una idea errata di afffratellamento immediato dei popoli e dei diversi proletariati, negava la questione nazionale tedesca, che persino la terza internazionale invece riconosceva parlando di una colonizzazione del paese. Queste posizioni ostacolavano semmai ogni possibile egemonia sui ceti medi, i quali infatti guardarono a destra. In generale, con le sue posizioni sarebbe stato letteralmente impossibile fare politica in Germania dopo il Trattato di Versailles.

La rivoluzione tedesca era strutturalmente improbabile già di suo, ma le tesi di Luxemburg certamente non la favorirono. La KPD dovette faticare enormemente per superarne l'impostazione e capire la tattica del fronte unito, e quando lo fece era tardi.

Le celebrazioni apologetiche compensative rinsaldano lo spirito comunitario, perciò, ma se ci si limita a quelle si fa solo danno perché si diffonde una concezione improvvisata e primitivistica della politica fondata sull’entusiasmo movimentista.

Oltretutto gra parte della sinistra ha reiterato nella sua storia proprio la lezione "terzista" (né né) di Luxemburg, purtroppo - in questo sua vera maestra - , e anche nel secondo dopoguerra e ancor più dopo l'avvio della globalizzazione capitalistica ha lasciato la questione nazionale (che è la questione dell'imperialismo) alle destre, per via del suo universalismo astratto.

Un tema che era nostro viene perciò ora declinato in chiave esclusivista e xenofoba. Le idee di 
Luxemburg sono contemporanee, certo, ma anche per apprendere anche dagli errori, non solo per cercare conforto nell’eroismo del passato [SGA].

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