lunedì 30 marzo 2020

L'equilibrio più avanzato possibile - cioè il meno arretrato - nelle condizioni date




Il governo Conte rappresenta in questo momento l'equilibrio più avanzato possibile nelle condizioni politiche e sociali date, per quanto questo governo sia assai deficitario sotto tutti i punti di vista e per quanto io personalmente possa preferirgli di gran lunga il soviet degli operai e dei contadini.
E' prevedibile che la manovra concentrica degli sciacalli della destra populista e di quella tecnocratica farà presto breccia dentro il PD, il quale non reggerà la pressione dei suoi finanziatori e dei suoi referenti nel capitalismo nazionale e internazionale, e soprattutto presso gli elettori e i simpatizzanti del PD, i quali costituiscono l'élite dell'opinione pubblica con diritto di parola.

L'esito della crisi è ancora ampiamente indeterminato perché questo fronte adesso è diviso: appena una delle due ali dovesse prevalere e assorbire parte dell'altra, o se dovessero congiungersi, il governo cadrebbe un istante dopo e si andrebbe a un esecutivo temporaneo di salute pubblica che coinvolgerà tutte le forze politiche sotto un ombrello tecnico, istituzionale o giù di lì, rimettendo subito in gioco i populisti-sovranisti. I quali, per uscire dall'angolo, lo farebbero nascere come gentile concessione di fronte all'emergenza - e già lo evocano - ma tenendosi le mani ben libere e sparandogli addoso un minuto sì e l'altro pure.

E' altrettanto chiaro che in questi giorni vengono decisi gli assetti del futuro quadro politico-economico, ovvero in quali tasche finiranno i finanziamenti europei per la ripresa e chi viceversa sarà chiamato a pagare o a lavorare di più per meno salario, e questo - a dispetto di chi pensa che la ricchezza si crei con un tratto di penna - sia che tali finanziamenti avvengano sotto forma di condivisione del debito, sia che venga fatto ricorso al MES.

E' assai probabile che Conte non otterà gli Eurobond e che gli aiuti saranno vincolati a precise condizioni austeritarie: i populisti tedeschi, che condizionano una CDU già di suo non particolarmente solidale, non accetteranno mai di accollarsi i debiti degli italiani. La Germania ha oggi 28.000 posti in terapia intensiva e un motore produttivo potentissimo, l'Italia solo 5.000 posti e un terzo della ricchezza nazionale prodotta in nero: perché mai dovrebbero farlo?

Da questo punto di vista, però, anche l'alternativa Eurobond/MES è in realtà del tutto secondaria.

Chi trovasse allora nel MES una ragione sufficiente per aggiungersi al coro dei latrati leghisti che chiedono la testa dell'esecutivo - come già ora si comincia a sentire a sinistra da chi, pur non avendo alle spalle uno straccio di organizzazione e di progetto politico, assimila Conte a Tachipirinas nel segno della capitolazione di fronte alla Troika - sappia che dopo Conte non inizierà la rivoluzione socialista sull'onda della spinta delle masse lavoratrici e nemmeno la redistribuzione keynesiana in deficit.

Verrà invece varato il governo Draghi o chi per lui. Un governo che il MES lo ingoierebbe comunque e che spalancherebbe le porte a elezioni nelle quali il trionfo di Salvini sull'onda delle orde plebee eurofobe è scontato.
Leggermente più ampi invece, anche se comunque assai ardui da praticare, i margini di manovra per stabilire su chi peserà il debito se il quadro attuale reggesse.
Consola comunque il fatto che in ogni caso la sinistra italiana non esiste più. E che se dunque non può lavorare su quei margini (magari dopo essersi unita e aver ricominciato a fare quella cosa curiosa che si chiama politica...) non può nemmeno fare ulteriori danni.
A parte le personali e ineffettuali simpatie di questo o quell'ex compagno verso il tanto peggio tanto meglio o addirittura verso i topi che vivono nelle fogne [SGA].






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