mercoledì 16 giugno 2021

Democrazia socialista e Rule of Law in Cina



Alcuni giorni fa Xi Jinping è intervenuto puntualizzando la necessità di migliorare nettamente la comunicazione con la quale la Cina si presenta al mondo, mostrandone la complessità e i progressi.
E' un problema importante: in nessun modo la Cina può ottenere consenso in Occidente - e ottenere consenso in Occidente presso le classi subalterne e i ceti intellettuali è ancora importante per il progetto socialista - finché le rimarrà appiccicata addosso l'immagine di paese autoritario e di panopticon irrispettoso delle libertà individuali.
Al contrario, la Cina potrà ottenere consenso se dimostrerà che la democrazia socialista è più e non meno avanzata della democrazia liberale e se riuscirà a far capire che le libertà individuali non vanno intese nel senso dell'arbitrio assoluto ma nella loro coordinazione con i bisogni e i diritti collettivi.
In questo senso, è assolutamente controproducente per la Cina affidare la propria immagine nel mondo, come sinora è avvenuto, a chi - magari in buona fede ma con colpevole ingenuità e con scarsa cultura politica - ne esalta i presunti tratti disciplinari finendo per farla passare come un gigantesco laogai. Come anche di recente è avvenuto in una trasmissione televisiva del servizio pubblico, nella quale credendo di fare un favore alla RPC si invitava alla deportazione dei disoccupati meridionali e al lavoro coatto.
Socialsciovinisti, socialisti nazionali e piccoloborghesi, rozzobruni, rizziani, comunisti cossssì, possono solo fare danno all'immagine della Cina e sollecitare l'ostilità generale.
La strada giusta, invece, consiste nell'esaltare e valorizzare i passi da gigante che la Cina sta compiendo dopo il suo ingresso nella modernità, passi che vanno completandosi oggi con la piena implementazione della Rule of Law.
In questo senso, meritorio è certamente il lavoro da giurista e teorico del diritto svolto da Oliviero Diliberto, che ha scritto il codice civile della Cina socialista sulla base dell'impianto del diritto romano (rigettando dunque il diritto consuetudinario anglosassone).
Ho sempre criticato Diliberto per i suoi catastrofici errori politici, dovuti a una strutturale subalternità al centrosinistra e a una concezione errata del realismo politico.

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