venerdì 29 giugno 2012
Delitto, diritto e neuroscienze
Incredibile: un articolo quasi progressista sul Giornale! [SGA].
Andrea Lavazza e Luca Sammicheli: Il delitto del cervello. La mente tra scienza e diritto(Codice
edizioni, pagg. 280, euro 15)
Risvolto
L'immagine di uomo adottata dal diritto cioè di persona libera,
razionale, consapevole e padrona delle proprie azioni, viene oggi messa
radicalmente in discussione dalla ricerca neuroscientifica. Dagli studi
più recenti emerge che certe emozioni hanno spesso il sopravvento sulla
ragione, che a nostra insaputa siamo condizionati dalle circostanze e
che il nostro io è meno solido di quanto pensiamo. La genetica e le
neuroscienze sembrano dunque costringere l'ordinamento giuridico a
tornare su alcuni suoi quesiti centrali: l'agire criminale è da
ritenersi normalmente libero, frutto di un'intenzione consapevole del
soggetto? Ha senso punire chi è "determinato" all'aggressività? E a
porsene di nuovi: si moltiplicheranno le assoluzioni grazie agli esami
cerebrali dell'imputato? Gli psicopatici dovranno essere "scusati" a
motivo del loro (presunto) deficit di empatia? Temi tipici delle aule di
giustizia, ma fondamentali anche nella concezione generale dell'essere
umano; temi che sotto la pressione delle scienze cognitive da più parti
si propone di ridefinire, come è già accaduto in alcune discusse
sentenze. Andrea Lavazza e Luca Sammicheli offrono la prima panoramica
unitaria e ragionata delle ricadute giuridiche, filosofiche e sociali di
tali complesse questioni. Con una conclusione che non necessariamente
vede il cervello "uccidere" mente e diritto.
Più si approfondiscono gli studi sul cervello, più diventa labile il concetto di «capace di intendere e volere». E c’è il rischio di un ritorno lombrosiano
di Matteo Sacchi - il Giornale 28 giugno 2012
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