venerdì 20 luglio 2012
La memoria della guerra d'Algeria in Francia
Andrea Brazzoduro: Soldati senza causa. Memorie della guerra d'Algeria, Laterza
Risvolto
Mercoledì 5 dicembre 2002, il presidente della
Repubblica Jacques Chirac, accompagnato dal primo ministro Raffarin,
dal ministro della Difesa e dal segretario di Stato per gli ex
combattenti Mékachéra, inaugura a Parigi il "Memoriale nazionale della
guerra d'Algeria e dei combattimenti in Marocco e in Tunisia,
1952-1962". Sono passati quarant'anni da quando la Francia ha mandato
1.200.000 soldati di leva (su 44 milioni di abitanti) al di là del
Mediterraneo, a combattere contro gli indipendentisti del fronte di
liberazione nazionale algerino. Tra le fila francesi i morti sono stati
26.000 e 300.000 i feriti; almeno dieci volte di più furono quelli
algerini. Comparata alla guerra americana in Vietnam, la guerra
d'Algeria (che è durata lo stesso numero di anni) mobilita un numero
maggiore di truppe in rapporto alla popolazione con una mortalità cinque
volte superiore. Ma è stata una "guerra senza nome", dissimulata con le
denominazioni più varie ed enigmatiche quali "pacificazione" o
"mantenimento dell'ordine". Alla fine del conflitto i soldati francesi
sono rifiutati da un Paese che entrava di volata nel "trentennio
glorioso" con la voglia di lasciarsi il passato coloniale alle spalle,
di consumare e divertirsi. Solo nel 1999 lo Stato ha riconosciuto di
aver combattuto una guerra tra il 1954 e il 1962 e "dal 2007 a oggi,
sollecitati a raccontare la propria esperienza della guerra nell'ambito
di una ricerca universitaria, i veterani d'Algeria parlano".
MIELI PAOLO, CORRIERE DELLA SERA del 10/7/2012 a pag. 30/31
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