martedì 15 giugno 2021

Lenin nel XXI secolo. Diversi distinguo sulla guerra alla Cina al G7


E' finita l'epoca dell'imperialismo incontrastato e del colonialismo, ossia l'epoca in cui un pugno di nazioni privilegiate pretendono di dominare il mondo e di stabilire le regole per tutti.

Xi Jinping rinnova il pensiero di Lenin e lo porta nel XXI secolo.
L'autodeterminazione della Cina, la sua crescita economica e il suo rafforzamento politico, con la sua capacità di costruire alleanze, sono oggi la principale garanzia della democrazia tra le nazioni e della pace nel mondo. E sono persino l'unica speranza per l'indipendenza delle stesse nazioni capitalistiche, anch'esse sottoposte all'egemonismo della potenza maggiore, gli Stati Uniti, e per la salvezza della democrazia moderna nel cuore stesso di un Occidente liberale che si sposta sempre più a destra alla ricerca di soluzioni autoritarie.

Nel frattempo, il desiderio di supremazia e il bisogno di guerra degli Stati Uniti sono irrefrenabili, chiunque sia alla presidenza, Biden come Trump. Senza guerra e senza dominio, gli Stati Uniti muoiono.
Sarà sufficiente la saggezza della Cina per contenere questa pericolosa pulsione che mette a rischio l'intero genere umano?
Riusciranno gli altri paesi occidentali e in particolare l'Unione Europea a sottrarsi?

Questa è d'ora in avanti la linea di faglia della politica internazionale. E lungo questa linea, che definisce la contraddizione principale, tutti dovremo collocarci, che lo vogliamo o meno [SGA].


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Fuffington


























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