venerdì 8 dicembre 2023

Sinistra e destra, universale e particolare, mediazione storica e immediatezza naturalistica

 

Che cos’è la destra? Cos’è la sinistra? E cosa può insegnarci la resistenza tedesca a Napoleone nell’Ottocento su quello che sta succedendo nel mondo nel XXI secolo? Stefano Azzarà, professore di Storia della filosofia all’università di Urbino e allievo di Domenico Losurdo, spiega perché la distinzione ha ancora senso, cosa c’è dietro e dove ci porta.

Per comprendere i conflitti cruciali del nostro tempo in una prospettiva filosofica è necessario, in via preliminare, ribadire una cosa che oggi non è più così scontata e cioè che...

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Edgar Morin per un nuovo universalismo

 


Colarizi e la resistenza al fascismo che inizia nel 1919

 

E dunque, bisognerebbe dire, include socialisti e comunisti ma esclude gran parte dei liberali.

Aridatece Tolkien...


 

mercoledì 6 dicembre 2023

Un nuovo libro di Francesco Germinario sul fascismo e la sua ideologia

 

Francesco Germinario: Totalitarismo in movimentoSaggio sulla visione fascista della rivoluzione e della storia, Asterios

Dal risvolto di copertina

In quanto ideologia rivoluzionaria, il fascismo ha presentato una propria visione della Storia e della rivoluzione. Questa visione costituiva una rottura profonda e radicale rispetto alla tradizione rivoluzionaria occidentale segnata dal razionalismo. Ed era una rottura provocata dalla visione mitica della politica, già teorizzata da Georges Sorel fin dal 1908: una visione mitica su cui aveva riflettuto il Carl Schmitt dei primi anni Venti.

La rivoluzione come mito politico da perseguire rimandava alla visione fascista della Storia: questa visione negava che, all’interno della Storia, agissero presunte “leggi”, come supposto dal liberalismo e dal marxismo, i quali identificavano la Storia come affermazione del Progresso. Per i fascisti, che negavano sia il razionalismo sia l’ideologia del Progresso affermatasi con l’Illuminismo e il giacobinismo prima e col marxismo dopo, era fondamentale un atteggiamento attivistico, costruito attraverso la negazione della processualità della Storia e la contrapposizione fascista-mondo. Come aveva già osservato Augusto Del Noce, per l’attivismo «Se il mondo si riduce a cose, e io solo mi riconosco come soggetto, il mondo è per me, io devo dominarlo».

Nella visione fascista risultava fondamentale il ricorso alla violenza quale strumento per “forzare” la Storia; questa, inoltre, non approdava ad alcun Regno del Bene, come nell’immaginario delle precedenti teorie rivoluzionarie. L’ideologia rivoluzionaria del fascismo, al contrario delle altre ideologie rivoluzionarie, negava decisamente che la Storia avesse approdi messianici ed escatologici.

In forza di questo attivismo lo stesso totalitarismo era visto come una soluzione in progress: se la Storia non aveva mai termine, ciò implicava che lo stesso impegno rivoluzionario del fascista si svolgeva in un attivismo continuo.

Il mito del "libero mercato": Oreskes, Conway e la religione capitalistica

 

Canfora: Greci e Persiani

 

Roma e la prima "guerra mondiale" della storia: Giusto Traina

 


Isole immaginarie nel tardo medioevo: Musarra

 


Città italiane nel medioevo: Vigueur

 

Conflitti di genere nell'età antica: Cantarella