domenica 21 maggio 2023

No a Roccella, no al femminismo Herrenvolk liberale, no a Tamaro, Mastrocolite, La Gioia, Benini, Soncini, a tutti i cretini ma sopratutto no al Salone del Libro, ai festival e in generale al "giornalismo culturale"



























Cambiato il clima politico e con la consueta attenzione ai bisogni "culturali" dei padroni del momento, Tuttomarchette e il Salone del Libro - l'inserto settimanale di pubblicità tra amici giornalisti-scrittori e editori della Busiarda e la sua annuale materializzazione analogica - si mettono in sincrono alla velocità della luce.

Senza dimenticare i cari vecchi liberal, nel medesimo numero sdogana quel ridicolo ciarlatano illeggibile di D'Annunzio assieme a chi come unico mestiere ci ha campato sopra per una vita, riesce a rivalutare De Benoist e in ultima pagina piazza persino la pubblicità della casa editrice di Solinas.

No a Roccella, no al femminismo Herrenvolk liberale, no a Tamaro, La Gioia, Benini, a tutti i cretini ma sopratutto no al Salone del Libro.





















Stiglitz, l'innocuo Nobel miliardario e riformatore immaginario che tutte le fiere del capitalismo e i giornali liberali esibiscono come l'orso ammaestrato dopo averlo invitato al buffet

 








La triste fine "social" e "pop" della divulgazione filosofica in Italia va di pari passo con la svalutazione del mestiere e dello stipendio - un tempo invidiabili - di professore di storia e filosofia nei licei


Una mingardata pazzesca

 

Insignificante come scrittore, disgustoso come uomo, inutile e deludente anche come attore di film porno

 



venerdì 19 maggio 2023

"Un ponte tra passato e presente": la NATO...

 

La trasfigurazione del dominio statunitense - che costituisce il principale compito professionale quotidiano dei salariati addetti alla manipolazione dell'opinione pubblica - raggiunge in questo articolo vette poetiche, per quanto di una poeticità stereotipica.

La cosa sempre interessante in questi casi è però che non c'è bisogno di nessuna direttiva imposta dall'alto ai funzionari dell'ideologia: si tratta di sincera identificazione e nei casi più estremi, come per il Di Feo e numerosi altri suoi colleghi, addirittura di amore vero.

Amore per il proprio ruolo servile. Amore per l'Occidente e tutto ciò che rappresenta. Amore per la guerra che assicura il comando sui barbari che minacciano la nostra civiltà.

Guerra: tradotti i manoscritti di Céline

 

I pessimi maestri

 

domenica 14 maggio 2023

La guerra della Nato, la nostra tragedia




Manca come il pane una centrale informativa e culturale seria e professionale. Che sia in grado di contrapporre un'analisi autonoma alla propaganda atlantica condivisa da tutte le forze politiche, le quali trovano legittimità nella misura in cui sanno interpretare la volontà dell'impero e sanno assicurare politiche funzionali al suo dominio e alla sua egemonia.
Manca come il pane una sinistra razionale in grado di rimettersi in piedi e organizzare il dissenso di un'ampia maggioranza pacifista presente nel paese, cominciando ad aprire uno spiraglio verso una nuova storia.
Sconfitti e divisi, ognuno si fa portavoce della propria privata impotenza.