mercoledì 20 settembre 2023

Gianni Vattimo 1936-2023

 

Perché Gianni Vattimo è stato ed è così importante - nel bene e nel male, in sintonia con la svolta neoliberale e poi in rivolta da essa - nella storia recente del conflitto delle idee e nell'evoluzione delle forme di coscienza in Occidente?

Tempo fa provai a capirlo con questo libro, che si conclude con una corposa intervista a Vattimo stesso sul postmoderno, il ciclo 68-77 e oltre, il riflusso e tanto altro.
Ancora oggi può essere utile per capire un pezzetto del nostro tempo.
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Gianni Vattimo negli anni Ottanta ha dato con il Pensiero Debole la versione italiana della svolta postmoderna-neoliberale che ha accompagnato il riflusso.
Tuttavia, dopo quella fase la realtà è andata così a destra che Vattimo, rimanendo fermo sulle sue posizioni, si è ricollocato all'estrema sinistra (la polemica con Ferraris dopo la svolta nuovorealistica di quest'ultimo ne è attestazione, assieme al giudizio sugli esperimenti di socialismo bolivariano e alla difesa della Palestina).

Ma non solo. Quella ricollocazione è stata poi riconosciuta, radicalizzata e elaborata concettualmente nell'idea di "comunismo ermeneutico".
Diametralmente opposta, ad esempio, la parabola del pensiero di Costanzo Preve, che aveva colto in tempo reale i rischi apologetici del decostruzionismo ma le cui tesi sono finite oggi all'estrema destra, anche a causa di molti suoi pessimi discepoli.
Quella di Vattimo è certamente una posizione diversa dal materialismo storico perché indebolisce il marxismo sul terreno dell'ermeneutica di ispirazione heideggeriana (questo spiega le affinità con Laclau). Tuttavia, sebbene muovendo da una prospettiva distinta, è un'operazione analoga a quella autonoma secolarizzazione e de-mitologizzazione del marxismo che è stata proposta da Domenico Losurdo, così da spiegare perché i due andassero così d'accordo e fossero tanto spesso insieme nelle stesse battaglie. E si colloca saldamente sul terreno di un universalismo concreto che annienta ogni immediatezza, sia quella particolaristica sia quella che ha inficiato l’universalismo stesso da quando le classi subalterne sono state sconfitte.
Vattimo, a differenza di tanti suoi critici, rimane un gigante. A prescindere dal senso intrinseco e dalla fattibilità dell'operazione, il suo sforzo di salvare Heidegger e ancor prima Nietzsche portandoli a sinistra contrasta oggi più che mai con la moda infame di deturpare Marx e Gramsci tentando - inutilmente - di deportarli e disinnescarli a destra. [SGA]

lunedì 3 luglio 2023

Questo blog era appena stato riaperto ed è già estate, mannaggia

A meno di cose importanti, ci si risente a settembre, forse. Buone vacanze [SGA].

domenica 2 luglio 2023

Ritradotti gli studi di Burckhardt sul Rinascimento italiano

 

Ferrara e la crisi della sovranità nello Stato liberale


Un testo di Friedrich Georg Jünger ."Pioniere del pensiero ecologista" non si può sentire

 

Testi postumi di Luciano Gallino

 


La biografia di Italo Calvino e altro







Il pontificato di Bergoglio: Menozzi

 

Mafia e americani: il libro di Salvatore Lupo

 

Il protettorato americano chiamato Italia e Cuba

 





Parenti serpenti e sette religiose. Gnoli intervista Anna Negri su Toni Negri per il ritorno del suo libro familiare

 


Ricordo di Roberto Bolaño

 




Trecento anni dal Magnificat di Bach

 

Il trionfo del postmoderno nel cinema e nelle serie tv perdura

 

La pesca del pescespada nello Stretto di Messina e lo spettro del Ponte

 




sabato 1 luglio 2023

"Oltre destra e sinistra" = destra

 

Chi si dice "oltre destra e sinistra" e vorrebbe unire "gli antagonismi di ogni orientamento", tipo fascisti e comunisti, è in realtà di destra.

Chi parla di un "popolo" indifferenziato, o del "99%", si candida a rappresentare la parte più forte di questo fantomatico "popolo" o di questo "99%".

Nel caso di Zhok - passato alle cronache come No Vax difensore televisivo dell'egoismo sovrano dei Liberi contro il bene comune - abbiamo a che fare con un liberalconservatore che vorrebbe limitare il capitalismo mediante l'etica e mediante quel romanticismo economico dei piccoli produttori, dei professionisti e dei padroncini che Lenin sbeffeggiava di gusto.

Destra e sinistra - per fortuna - sono categorie ancora valide.

La crisi della democrazia moderna è esattamente un gigantesco slittamento a destra del quadro politico in seguito a una sconfitta dei subalterni nella lotta di classe. Rinunciando alle categoria di destra e sinistra, pertanto, non si capisce dunque proprio l'essenziale dei processi storico-politici degli ultimi 40 anni e si nega di fatto che la lotta di classe stessa esista.

Chi professa queste posizioni è in realtà in primo luogo profondamente antimarxista.

Rinvio per una discussione compiuta alla terza parte del mio libro "Il virus dell'Occidente" e al mio saggio "Rifiuto della società globale o universalità concreta? Il dibattito su destra e sinistra tra Domenico Losurdo e Costanzo Preve", Democrazia e Diritto, 3/2019
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"... Anch’io sono stato accusato di rosso-brunismo. E non sono (quasi) stato difeso. E da allora il mio motto è quello dei western all’italiana: Dio perdona, io no".
(Costanzo Preve)

"... a) In una situazione storica concreta si intrecciano molteplici contraddizioni di carattere tra loro anche assai diverso; b) una classe sociale, un movimento politico può assumere un orientamento progressivo, emancipatore e di sinistra nell’ambito di una contraddizione e un orientamento diverso e persino contrapposto nell’ambito di un’altra contraddizione".
(Domenico Losurdo)

Nicolas Werth dall'anticomunismo all'antiputinismo, sempre sotto la bandiera della teoria del totalitarismo

 

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