domenica 24 luglio 2011
A settembre in libreria da Manifestolibri: Un Nietzsche italiano. Gianni Vattimo e le avventure dell'oltreuomo rivoluzionario, di Stefano G. Azzarà
Stefano G. Azzarà
Un Nietzsche italiano. Gianni Vattimo e le avventure dell'oltreuomo rivoluzionario
con un'intervista a Vattimo su Nietzsche, la rivoluzione e il riflusso
manifestolibri, Roma 2011
Se il primo incontro di Gianni Vattimo con Nietzsche intendeva soprattutto denazificare il filosofo tedesco e recuperarlo in chiave esistenzialistica, ben più originale è la lettura degli anni Settanta, quando il padre dello Zarathustra assume le vesti tutte politiche di un autore libertario e “rivoluzionario”, diventando punto di riferimento per la sinistra.
Il volume ripercorre criticamente la storia dell’«oltreuomo» dionisiaco, mettendola in relazione con l’uso pubblico che di Nietzsche è stato fatto nel periodo della contestazione sessantottina, dell’Autonomia e infine del terrorismo e del riflusso.
Emerge in controluce la storia di una parte dell’intellighenzia critica italiana, alla ricerca di una via d’uscita “individualistica” dalla dialettica e dalla crisi del marxismo anche attraverso autori che, pur collocati a destra, mettevano in evidenza i limiti della società borghese e del pensiero universalistico.
Con il rischio, però, di favorire quella mentalità neoliberale che costituisce oggi un pericoloso avversario per la democrazia moderna.
Un Nietzsche italiano. Gianni Vattimo e le avventure dell'oltreuomo rivoluzionario
con un'intervista a Vattimo su Nietzsche, la rivoluzione e il riflusso
manifestolibri, Roma 2011
Se il primo incontro di Gianni Vattimo con Nietzsche intendeva soprattutto denazificare il filosofo tedesco e recuperarlo in chiave esistenzialistica, ben più originale è la lettura degli anni Settanta, quando il padre dello Zarathustra assume le vesti tutte politiche di un autore libertario e “rivoluzionario”, diventando punto di riferimento per la sinistra.
Il volume ripercorre criticamente la storia dell’«oltreuomo» dionisiaco, mettendola in relazione con l’uso pubblico che di Nietzsche è stato fatto nel periodo della contestazione sessantottina, dell’Autonomia e infine del terrorismo e del riflusso.
Emerge in controluce la storia di una parte dell’intellighenzia critica italiana, alla ricerca di una via d’uscita “individualistica” dalla dialettica e dalla crisi del marxismo anche attraverso autori che, pur collocati a destra, mettevano in evidenza i limiti della società borghese e del pensiero universalistico.
Con il rischio, però, di favorire quella mentalità neoliberale che costituisce oggi un pericoloso avversario per la democrazia moderna.
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1 commento:
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