lunedì 27 maggio 2013

Lo Piparo contro il Ris, terza puntata


Si annuncia un polpettone che nemmeno "Ciranda de pedra"... [SGA].

I «Quaderni» al microscopio

L’opera di Gramsci all’esame dell’Istituto per il restauro
Al centro dell’indagine la questione della numerazione dei volumi e le incongruenze rilevate dagli storici

di Eleonora Lattanzi l’Unità 27.5.13


IL 13 MAGGIO 2013 L’ISTITUTO CENTRALE PER IL RESTAURO E LA CONSERVAZIONE DEL PATRIMONIO ARCHIVISTICO E LIBRARIO (ICPRCPAL) ha concluso le analisi svolte sui manoscritti di 4 dei Quaderni del carcere di Antonio Gramsci. Le indagini, riguardanti i quaderni 12 (XXIX), 13 (XXX), D (XXXI) e 29 (XXI), erano state richieste dalla Fondazione Istituto Gramsci nel giugno 2012 allo scopo di chiarire le incongruenze presenti nella numerazione data ai Quaderni dalla cognata di Gramsci, Tatiana Schucht.
In seguito alla morte del dirigente comunista nell’aprile del 1937, Tatiana, prima di inviare i quaderni a Mosca, li numerò apponendovi delle etichette. Non tutti i quaderni risultano però etichettati, mentre su alcuni furono applicate etichette di fattura diversa. Inoltre, sulla copertina di 3 quaderni, dal XXIX al XXXI, le etichette attualmente visibili furono sovrapposte da Tania a delle etichette precedenti applicate da lei stessa.
Anche in ragione di queste incongruenze, nel volume I due carceri di Gramsci (Donzelli, 2011), il prof. Lo Piparo ha avanzato dei dubbi circa la reale consistenza del lascito gramsciano, ipotizzando l’esistenza di un ulteriore quaderno oltre ai 33 conosciuti, occultato dopo la consegna a Togliatti, avvenuta nell’aprile del 1945, forse a causa di un suo contenuto «scomodo». Nel giugno 2012 egli quindi propose dalle pagine del Corriere della sera l’istituzione di una commissione di studiosi finalizzata ad analizzare i manoscritti e la documentazione relativa alla trasmissione dei Quaderni.
La proposta venne accolta dalla Fondazione Istituto Gramsci che chiamò a far parte del gruppo lavoro Luciano Canfora, Giuseppe Cospito, Gianni Francioni, Fabio Frosini, Franco Lo Piparo e Giuseppe Vacca. In una prima riunione furono esposti i termini della questione e vennero fornite ai membri del gruppo di lavoro alcune lettere delle sorelle Schucht; ad essa fece seguito una seconda riunione, svoltasi il 20 settembre 2012, nella quale furono esaminati gli originali dei Quaderni.
Nel corso degli incontri e in un nuovo volume (L’enigma del quaderno, Donzelli, 2013), il prof. Lo Piparo ha avanzato l’ipotesi che la presenza di doppie etichette su alcuni quaderni fosse dovuta all’intenzione di Tania di «lasciare traccia» del quaderno mancante. A tal proposito, ha sostenuto che «le etichette in chiaro usate da Tania si fermano a XXXI. Sotto l’etichetta XXIX si legge l’etichetta XXXII»; pertanto, ha aggiunto, «non mi stupirei se sotto l’etichetta in chiaro XXX ci fosse l’etichetta XXXIII e, coperta dall’etichetta XXXI, trovassimo l’etichetta XXXIV» (p. 124).
TECNICHE DI IMAGING
Il gruppo di lavoro aveva già affidato all’Icprcpal le indagini scientifiche sulle etichette dando la precedenza ai 4 quaderni ritenuti più controversi. Il laboratorio dell’Istituto è intervenuto inizialmente con tecniche di imaging, ovvero con l’impiego di lampade che mediante differenti modalità di illuminazione permettono la lettura di segni grafici altrimenti difficilmente leggibili. Successivamente recita la relazione dell’Icprcpal ad eccezione del quaderno 12 (XXIX) per il quale «già ad occhio nudo ed in misura maggiore dopo l’elaborazione grafica» è leggibile il numero XXXII, per gli altri 3 manoscritti si è reso necessario procedere al parziale «distacco fisico dei cartellini», che, dopo i rilievi, sono stati fatti nuovamente aderire.
L’Icprcpal ha stabilito che il tassello sottostante a quello del quaderno 29 (XXI) riporta la stessa numerazione. Chiarificatrici rispetto ai quesiti proposti si sono rivelate invece le indagini sui quaderni 13 (XXX) e D (XXXI). Infatti, sotto l’etichetta del primo «è comparsa la scritta XXXI» e sotto quella del secondo «un’altra etichetta numerata XXXIII».
In virtù dei risultati ottenuti dalle indagini svolte dall’Icprcpal e dell’importanza che il lavoro di questo Istituto può avere per giungere ad ulteriori chiarimenti sulle incongruenze della numerazioni dei Quaderni, la Fondazione Istituto Gramsci ha deciso di commissionargli una nuova indagine riguardante le etichette dei manoscritti restanti. I verbali degli incontri e le relazioni dell’Icprcpal sono consultabili sul sito www.fondazionegramsci.org.

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