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Hans Herbert Grimm: Il soldato Schlump, Neri Pozza, pagg. 256, euro 17
Risvolto
Emil ha un diploma in tasca
preso alla Realschule, una scuola costosa per il figlio di un modesto
sarto come lui, ma allo scoppio della Grande Guerra è soltanto un
piccolo apprendista in una tessitura. Lo chiamano tutti Schlump, che è
come dire brutto mascalzone, dal giorno in cui, ragazzino, si è reso
protagonista di una marachella al mercato.Schlump dovrebbe disegnare e
creare modelli, ma anziché al lavoro pensa alle ragazze e alla guerra.
Anzi, alle due cose messe insieme, poiché già si vede con l’uniforme
grigia, ammirato dalle ragazze mentre va al fronte oppure sul campo di
battaglia dove alcuni cadono e altri restano feriti o, a guerra vinta,
in trionfo tra le donne che lanciano fiori dalle finestre mentre
impazzano feste senza fine. Il 1 agosto 1915 prende la sua cassetta
d’ordinanza e, dopo aver salutato la madre piangente, si presenta fiero
in caserma. Viene scaricato a Libercourt, in Francia, e da lì in marcia
in paesi dove non vi sono giardini ben curati né frontoni a graticcio
all’ombra dei tigli. Schlump, però, è orgoglioso del suo incarico,
frutto della sua vaga conoscenza del francese: amministrare da solo tre
villaggi. A Loffrande, il villaggio più grande, scopre che è davvero «un
bel traguardo per un diciassettenne» comandare uomini anziani e giovani
donne attraenti come Estelle, bionda con gli occhi azzurri e le guance
arrossate; o come la bruna Suzanne, con i boccoli castani che le
dondolano sulla fronte; o la diafana Jeanne dalla chioma nera.
Dimenticherebbe volentieri la guerra se i vetri alle finestre non
vibrassero spesso per le cannonate del fronte vicino.Ma la guerra è lì a
pochi passi e, per Schlump, viene subito l’ora di lasciare Loffrande e
di raggiungere la trincea. Ed ecco il sibilo sinistro delle granate, gli
angusti corridoi sferzati dalla pioggia e dal fango, i lampi rossi che
si accendono sulle colline del nemico, le pallottole che fischiano
nelle orecchie come le rondini dopo un temporale…
Pubblicato per la prima volta nel 1928, bruciato dai nazisti nei roghi del 1933, ritrovato e riscoperto nel 2008, Il soldato Schlump
è una delle opere più intense scritte sulla Grande Guerra. «Un libro
luminoso proveniente da tempi bui», come ha scritto Volker Weidermann,
il suo scopritore.
La faccia «normale» della guerraC'è un altro grande libro, oltre quelli di Jünger, Remarque e Zweig, che racconta l'esperienza del fronte. QuestoStenio Solinas - il Giornale Lun, 02/02/2015
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