venerdì 1 aprile 2016

L'annuale rendiconto sulla lotta di classe in Italia

I dipendenti dichiarano più degli imprenditoriI primi 20.520 euro, i secondi 18.280. Il reddito medio sale di 250 euro. Renzi: “Giù le tasse”di Roberto Petrini Repubblica 1.4.16ROMA. Sono solo 424 mila i contribuenti italiani che dichiarano al fisco un reddito superiore ai 100 mila euro: si tratta dell’1,04 per cento dell’intera platea. Se ci si limita ai supericchi, sopra i 300 mila euro, l’aria si fa ancora più rarefatta: un gruppo di soli 31.700 soggetti, pari allo 0,1% della popolazione fiscale che, venendo allo scoperto, si fa carico anche di pagare il contributo di solidarietà del 3% sulla parte di reddito eccedente. Se si scende più in basso la sensazione è sempre che non tutto emerga: a conti fatti solo il 4% degli italiani dichiara più di 50 mila euro e si accolla il 35% del gettito dell’Irpef.
Un’Italia con un forte sospetto di evasione (del resto è di 90 miliardi all’anno) ma anche segnata da redditi polarizzati. La gran massa degli italiani, circa 40,7 milioni galleggia su un dichiarato medio di 20.320 euro, 250 euro in più sull’anno precedente. Per avere la percezione chiara delle disparità basti pensare che la metà dei contribuenti non supera i 16.430 euro di reddito dichiarato.
E’ questa la fotografia che giunge dal Dipartimento delle Finanze del Mef relativa all’anno d’imposta 2014. Che da Harvard il premier Renzi commenta: per il governo è prioritario «non aumentare le tasse, perché aumentarle sarebbe impossibile e perché le persone ci ucciderebbero e avrebbero ragione». L’indagine rileva per la prima volta anche l’impatto degli 80 euro (da maggio del 2014) sull’Irpef che ha visto un calo dell’imposta netta del 4 per cento: gli aventi diritto sono stati 11,3 milioni per un importo di 6,1 milioni e un ammontare medio di 540 euro.
Dal rapporto emerge anche la classifica di chi dichiara di più e chi dichiara di meno e lascia spazio a polemiche e rivendicazioni soprattutto nel campo del popolo delle partite Iva dove ci sono professionisti, artigiani e commercianti. In testa ci sono i lavoratori autonomi (professionisti e consulenti non tenuti ad iscriversi al Registro delle imprese della Camera di commercio) che dichiarano 35.570 euro, seguiti dal gran gruppo del lavoro dipendente che si attesta a 20.520 euro, più in basso i pensionati con 16.700 euro. E i titolari di ditte individuali (commercianti e artigiani), definiti fiscalmente imprenditori perché iscritti al Registro delle imprese della Camera di commercio? Dichiarano meno dei loro «colleghi» autonomi (con i quali condividono l’obbligo della partita Iva), poco più dei pensionati e meno dei lavoratori dipendenti, cioè 18.280 euro. Bisogna tuttavia osservare – come sottolinea il Tesoro nella nota – che questa categoria nella maggior parte dei casi non ha personale alle proprie dipendenze. Va inoltre sottolineato che il reddito di 18.282 è una media tra i titolari di imprese individuali in contabilità ordinaria (circa 31.240 euro) e quelle in contabilità semplificata che per definizione hanno un reddito più basso (17.100 euro). Resta comunque il fatto che commercianti e artigiani, cioè gli imprenditori individuali, dichiarano meno degli autonomi e dei dipendenti. Per conoscere le stime degli imprenditori individuali che sono anche datori di lavoro (circa 600 mila) bisognerà attendere i dati di maggio: in base alle stime già note del 2013 costoro dichiarano un reddito di 31.612 euro contro i 10.685 dei propri dipendenti.

Il 5% degli italiani paga un terzo dell’Irpef
Reddito medio a 20.320 euro, resta il gap Nord-Sud - Modifiche al 95% dei modelli 730 precompilati di Marco Mobili e Giovanni Parente Il Sole 1.4.16
Roma Effetto bonus 80 euro sull’Irpef pagata da dipendenti e pensionati nel 2015: rispetto all’anno 2013 «l’imposta netta mostra un calo del 4%». Non solo. Il 2015 è stato anche l’anno d’avvio del 730 precompilato. Ad utilizzarlo sono stati quasi 13 milioni di contribuenti, ma solo il 5,1% ha accettato e rispedito al Fisco la dichiarazione precompilata dalle Entrate. Il 94,9% ha invece modificato i dati rettificando le informazioni o integrandole. È quanto emerge dall’analisi delle dichiarazioni dei redditi presentate nel 2015 (anno d’imposta 2014) pubblicate ieri dal dipartimento delle Finanze.
L’imposta netta
La novità in termini di maggior impatto sull’imposta pagata da dipendenti e pensionati è il bonus di 80 euro. In termini di imposta netta, lo sconto riconosciuto ai contribuenti con redditi fino a 26mila euro ha prodotto una riduzione del prelievo pari al 4 per cento. L’imposta netta dichiarata è stata infatti pari a 151,2 miliardi di euro e senza l’effetto del bonus ha un valore medio di 4.920 euro. A dichiarala sono stati 30,7 milioni di contribuenti su una platea complessiva di 40,7 milioni. I restanti 10 milioni rientrano dunque nella fascia degli incapienti ossia soggetti che hanno redditi compresi nelle soglie di esenzioni o la cui imposta lorda si azzera per effetto delle detrazioni.
Bonus 80 euro
Dalle dichiarazioni 2015 emerge, dunque che circa 11,3 milioni di soggetti hanno avuto diritto al bonus Irpef per un ammontare di circa 6,1 miliardi di euro mentre l’ammontare erogato dal sostituto d’imposta è stato pari a circa 6 miliardi di euro. In media il bonus ha assicurato ai contribuenti 509mila euro. Inoltre oltre 1,6 milioni di soggetti (pari al 14% del totale soggetti con diritto al bonus) hanno fatto valere gli 80 euro in dichiarazione in forma parziale o totale (per un importo di 404,8 milioni di euro), di cui il 31% (pari a circa 509.000 soggetti) ha dichiarato di fruirne integralmente in dichiarazione. Sono invece oltre 1,4 milioni i soggetti che hanno dovuto restituire integralmente o parzialmente il bonus di 80 euro (per un importo di 321 milioni di euro). Di questi il 55% (pari a 798mila soggetti) ha dichiarato una restituzione integrale.
Debutto della precompilata
Sono circa 13 milioni i dipendenti e pensionati che hanno utilizzato per la prima volta il 730 precompilato. Di questi 11,5 milioni, pari all’89,2% ha chiesto aiuto a Caf e intermediari mentre i restanti 1,4 milioni (10,8% della platea) hanno operato autonomamente. I dati proposti dall’amministrazione finanziaria nella dichiarazione precompilata sono stati accettati senza modifiche solo dal 5,1% dei contribuenti (oltre 665mila soggetti), mentre il restante 94,9% ha dovuto rettificare o integrare le informazioni già in possesso del Fisco. La rinuncia alla detrazione di alcuni oneri tra i quali assumono rilievo quelli sanitari sia stato un fenomeno del tutto marginale. Lo scorso anno più di un osservatore aveva sottolineato la possibilità che i contribuenti nell’accettare la precompilata avrebbero dovuto rinunciare al beneficio di alcuni sconti del Fisco. Ma così non è stato. Tra i 665mila contribuenti che hanno accettato la precompilata proposta dal Fisco solo 109milasoggetti (0,3% del totale contribuenti) hanno accettato la dichiarazione senza integrare tali spese, avendole invece presentate in dichiarazione l’anno precedente.
Il reddito complessivo
Rispetto all’anno d’imposta 2013 , il reddito complessivo dichiarato (pari a 817miliardi) è in aumento dello 0,4% e in media si attesta sui 20.320 euro (+1,3%). Dato moderamente positivo, secondo il Mef, se confrontato all’andamento del Pil nominale in calo dello 0,7% rispetto all’anno precedente. La metà dei contribuenti dichiara 16.430 euro. A livello territoriale la Lombardia è al primo posto con reddito medio complessivo di 24.040 euro mentre in Calabria si superano appena i 14mila euro. Come tipologia di reddito crescono i pensionati che sono pari al 30,2% dei contribuenti Irpef. Gli autonomi dichiarano un reddito medio di 35.570, i dipendenti si assestano sui 20,520 euro e i pensionati sui 16.700 euro. Gli imprenditori, indicati dal Mef non come datori di lavoro ma come titolari di ditte individuali che non hanno dipendenti, hanno dichiarato in media 18.280 euro. Nella classe di reddito fino a 15mila euro c’è il 46% dei contribuenti che dichiara il 5% dell’Irpef totale. Mentre il 49% dei contribuenti (che dichiara il 57% dell’Irpef totale) si trova tra i 15mila e i 50mila euro. Solo il 5% dichiara più di 50mila euro ma versa il 35% dell’Irpef totale.
Le tax expenditure
Erosione dell’Irpef in continua crescita. Rispetto al 2013, gli oneri deducibili salgono a 24,8 miliardi (+ 2,2%), a causa prevalentemente di previdenza complementare (+11,3%) e contributi previdenziali e assistenziali (+1%). Cresce del 50% il numero di chi deduce l’assegno al coniuge. Nel complesso le deduzioni , compreso lo sgravio per abitazione principale, ammontano a circa 33 ,4 miliardi di euro (+14,5% rispetto al 2013). Gli sconti d’imposta ammontano a 66,2 miliardi di euro (+2,7% rispetto al 2013) e sono composti prevalentemente da detrazioni per redditi da lavoro dipendente e pensione (63,6%), carichi di famiglia (19,7%), detrazioni al 19% (7,9%), spese per ristrutturazioni (6,2%) e per risparmio energetico (2,1%). Quest’ultimo cala del 7 per cento. 

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