domenica 19 giugno 2016

Una nuova traduzione dell'Apologia di Apuleio

Apologia
Apuleio: Apologia, Vita e Pensiero, pp. 348, euro 26, a cura di Silvia Stucchi

Risvolto

Il volume propone una nuova traduzione dell’Apologia di Apuleio, il discorso con cui il rètore di Madaura si difese dall’accusa di magia intentata dalla famiglia della moglie.
L’opera, l’unica orazione giudiziaria di età imperiale giuntaci integralmente, è curata con un’attenzione particolare alla fruibilità in sede didattica della traduzione, affinché il lettore e lo studente possano orientarsi direttamente sul testo latino, grazie a una puntuale serie di notazioni non solo stilistiche, ma, soprattutto, morfosintattiche. L‘orazione apuleiana è preceduta da una Introduzione che dà conto delle principali problematiche suscitate dall’opera, in ordine alla contestualizzazione storica, alla struttura, al contenuto e alle credenze magico-filosofiche attestate dall’orazione, e alle questioni relative alla lingua e allo stile di Apuleio nell’alveo delle tendenze del gusto del II sec. d.C. L’opera è arricchita da Appendici che presentano Schede Lessicali nelle quali si affronta, in termini diacronici, l’evoluzione di alcuni degli elementi lessicali maggiormente caratterizzanti il testo apuleiano (carmen, il lessico della magia, il lessico dell’accusa, la terminologia relativa alla salute e alla malattia e ai rapporti familiari, etc.), e in cui si analizza quindi la lettura data dell’Apologia da R. Giovampietro per la sua celebre riduzione teatrale.


L’irresistibile difesa del mago Apuleio
Libero 18 giu 2016 ALVISELOSI RIPRODUZIONE RISERVATA
Esistono piccoli classici molto che sarebbero degni di una più ampia diffusione. Per esempio un testo di Apuleio che solo i latinisti conoscono, ma che meriterebbe di essere letto da chiunque sia interessato ad approfondire i meccanismi del parlar bene. Èla il discorso di difesa pronunciato dal grande autore del II secolo d.C., di cui è appena uscita una nuova versione (Vita e Pensiero, pp. 348, euro 26) a cura di Silvia Stucchi, docente alla Cattolica di Milano e firma di Libero.
Quando si pensa all’Apologia viene naturale riferirsi al dialogo di Platone in cui Socrate si difende dalle accuse rivoltegli da alcuni suoi nemici, come del resto deve fare Apuleio, discolpandosi dalle accuse di essere un mago rivoltagli dai parenti della moglie. E quando si pensa ad Apuleio, del resto, il primo pensiero va alle Metamorfosi, considerate il primo romanzo della letteratura occidentale pervenutoci integralmente. Fatto curioso, dato che Apuleio era autore largamente apprezzato già in vita e che fino al XIV secolo e al Boccaccio l’Apuleio più letto e studiato era il retore e il filosofo neoplatonico, avversato sì da molti autori cristiani ma salvato da Agostino, che aveva studiato a Madaura, città della Numidia dove era nato Apuleio. Proprio il grande Padre della Chiesa, infatti, ebbe l'intelligenza di distinguere nell’autore africano le qualità di scrittore dal credo personale, dimostrando come potesse essere utile e quasi necessario studiarne i testi.
Tornando all’Apologia, sono almeno tre i motivi che rendono la versione di Silvia Stucchi meritevole di un particolare plauso. Innanzitutto, la proposta di un testo aggiornato sulla base dei più recenti studi, testo che peraltro, pur rivolto a studenti di latino, nella sua traduzione si presta agevolmente anche a una lettura da parte di non addetti ai lavori. Poi la corposa introduzione, che mischia con abilità informazioni storico-culturali ad altre più specificamente testuali, senza mai cadere in un nozionismo fine a se stesso. Quindi l’appendice dedicata ad alcuni approfondimenti non solo fondamentali per capire perché, oggi, abbia ancora senso leggere e studiare un’opera nata per essere declamata a difesa di un uomo in un tribunale di quasi 2mila anni fa e poi adattata per la pubblicazione per volontà dello stesso autore (a differenza dell’Apologia di Socrate, scritta a distanza di tempo dal processo dal discepolo Platone). A poco servirebbe anticipare quale sia stato l’esito del processo: basta leggere le pagine nelle quali Apuleio dà una grande lezione di stile, ironia e intelligenza agli accusatori, ai giudici e a tutti i suoi lettori. Di ieri come di oggi.

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