venerdì 30 settembre 2016
Julien Green durante la guerra
Risvolto
«Il Grand Café de Bordeaux, di fronte
alla Comédie, era il ritrovo di tutti i profughi parigini. Le sue
colonne, le ghirlande, gli specchi, il soffitto su cui sgambettava tutto
un Olimpo offenbachiano, trasudavano allegria e gioia di vivere, ed è
difficile immaginare un’ironia più crudele che ambientare in uno
scenario frivolo e banale com’era quel grande caffè di provincia una
delle più terribili angosce che la Francia abbia mai sofferto. Bastava
darsi un’occhiata intorno e ascoltare le cose che venivano dette ai vari
tavoli per capire che la società che avevamo conosciuto stava
miseramente agonizzando su quei sedili color vinaccia»
Bordeaux, giugno 1940, la Francia sta
cadendo nelle mani di Hitler, chi può cerca di arrivare in Spagna o in
Portogallo, salire su una nave e mettersi in salvo. Questo è il
racconto, dal vero, di quell’abisso della Storia.
Un diario di guerra, il racconto di una catastrofe, la storia di uno
sradicamento, la cronaca di un amore. Questo fulminante scritto di
Julien Green, inedito in Italia, comprende tutte queste dimensioni, e
anche molto di più. Con una precisione quasi chirurgica, la puntualità
della descrizione, la morbidezza consueta della sua lingua, lo scrittore
americano che scriveva in francese ci fa entrare nell’abisso e nel
delirio del terrore e della fuga prima dell’imminente disastro nazista,
ma ci permette anche di entrare, con generosità, nella profonda e
sincera grandezza del suo animo.
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