giovedì 24 novembre 2016

La sinistra alla Moretti ha vinto ma solo perché è diventata essa stessa la destra peggiore


Nanni Moretti: "Oggi la violenza verbale è la stessa di Palombella rossa" La pallanuoto, la sinistra in crisi, il deterioramento del linguaggio. Sequenze e dialoghi indimenticabili. Al Torino Film Festival il regista ha presentato la versione restaurata del suo film del 1989di ARIANNA FINOS e EMILIANO MORREALE Rep 24 1 2016


“Palombella rossa il mio film più faticoso” Moretti resta pochi minuti e se ne va 
Busiarda
La platea del Tff ci resta male. Dopo la fila sotto la pioggia, dopo la corsa al biglietto, dopo l’attesa, nella speranza (per i ritardatari) che in platea sia rimasto, all’ultimo momento, un posto vuoto, il regista si presenta e parla solo per un pugno di minuti. L’occasione è una delle più attese dell’intera rassegna, l’ex-direttore del Tff aveva garantito la partecipazione in coincidenza con l’anteprima del restauro di Palombella rossa, realizzato con la sua personale supervisione in collaborazione (per la color correction) con Beppe Lanci, direttore della fotografia ai tempi delle riprese. 
E infatti Moretti c’è, ma con il pubblico non ha nessuna voglia di dialogare, né prima, né dopo la proiezione: «Ho girato questo film 27 anni fa - esordisce - ed è stato il più faticoso. Perché dovevo giocare a pallanuoto, recitare spesso urlando, rivolgendomi a pallanuotisti che non erano attori e a centinaia e centinaia di comparse... e tutto questo lavorando con orari al limite, per metà della giornate e per metà delle nottate».
Da quelle riprese, in Sicilia, nella piscina delle Terme di Acireale, dove il regista entrava e usciva dall’acqua indossando l’accappatoio per dirigere la scena e poi tornare a recitare, venne fuori uno fra i film più politici della filmografia di Nanni Moretti: «Scelsi di farlo perché mi sembrava che nella seconda metà degli Anni 80 ci fosse nel cinema un certo ritorno di accademismo, che ci si accontentasse di raccontare storie garbate, ben fatte, ben costruite, ma niente di più». Diverse le intenzioni dell’autore: «Per reazione ho voluto raccontare con molta libertà, in un film non realistico, la crisi di un personaggio che non ricorda più chi è. Volevo fare un film sull’ennesima crisi politica. E questo perché mi sembrava che, nella sinistra italiana e anche in tutto il Paese, ci fosse un po’ un problema con il passato». 
E infatti il protagonista Michele Apicella, alter-ego cinematografico dell’autore, funzionario del Partito Comunista in piena crisi ideologica, ha una difficoltà con la memoria che, durante la giornata ricostruita nel film, «ritorna a tratti, in forma di schegge e di frammenti». La metafora riguarda il ruolo del Partito, la sua funzione, il suo futuro, in una sinistra in piena metamorfosi, alla ricerca di nuovi ideali e nuova identità. 
Di Palombella rossa, nel tempo, sono rimaste scene cult e battute fulminanti, entrate a far parte del lessico dei morettiani e non. Tra queste la celebre strigliata alla giornalista Mariella Valentini che non sa esprimersi adeguatamente e viene schiaffeggiata: «Le parole sono importanti, chi parla male, pensa male, vive male». [F. C.] BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

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