venerdì 20 gennaio 2017

Le principali piazze di spaccio di bufale si mobilitano contro la volgarità diffusa del popolo bue, ingorante e rosicone



L’età del rancore: litigi, insulti, ululati, risse e aggressioni fisicheDa Riccardo Montolivo che usciva in barella al premier Gentiloni ricoverato, i fischi senza pietà a chi sta male. Una rabbia senza freni nella nostra vita quotidiana 
Battista Corriere



L’inutile caccia al colpevole 

Giovanni Orsina  Busiarda 21 1 2017
Non contenta dei lutti che sta causando, l’incredibile serie di catastrofi naturali che s’è abbattuta negli ultimi tempi sul nostro sventurato Paese produce un danno collaterale ulteriore. 
E cioè alimentare a getto continuo il triste sport nazionale della caccia al colpevole.
Gli appassionati di questo sport appartengono almeno a tre categorie differenti. Le persone qualunque, in primo luogo. A giudicare dai social, il dolore per la catastrofe sembra tradursi in molti nostri concittadini nel bisogno ansioso d’individuare qualcuno che ne sia responsabile. Un’ansia che in genere si sfoga o in un’invettiva generica sull’Italia corrotta e cialtrona, oppure in una più specifica indirizzata contro il capro espiatorio universale: i politici. Proprio i politici rappresentano la seconda delle categorie nelle quali si pratica la caccia al colpevole. La terza categoria, infine, è quella dei giornalisti.
Ma quali obiettivi perseguono, i cacciatori di colpevoli? I politici hanno l’agenda più chiara: chi sta all’opposizione denuncia chi sta al governo. Con un paradosso, però: a un quarto di secolo da Tangentopoli, ed essendo ormai evidente pure ai più miopi che la politica è diventata il collettore di tutte le infelicità nazionali, chi fa politica dovrebbe aver capito quanto pericoloso sia il gioco della caccia al colpevole. Dovrebbe aver capito, insomma, che se sfrutta una catastrofe per attaccare in maniera generica e aprioristica il governo finisce per gettar discredito su tutta la politica, e quindi anche su se stesso. Dovrebbe, ma non sembra averlo capito. Oppure, più probabilmente, lo ha capito benissimo, ma se ne infischia: oggi colpisco - domani si vedrà.
I giornalisti ritengono che la caccia ai colpevoli sia un loro dovere professionale. E in astratto hanno ragione. La caccia ai colpevoli, però, la si può fare in tanti modi. È certamente una notizia - per esempio - che l’hotel Rigopiano sia stato al centro di un’indagine giudiziaria per abuso edilizio. Visto però che quell’indagine s’è conclusa con un’assoluzione piena, e che comunque il contenzioso non verteva su questioni di sicurezza, forse la notizia non merita poi così gran rilievo. A meno che, naturalmente, l’obiettivo non sia quello di trovare una colpa a prescindere, anche là dove non c’è. Ossia di rafforzare la propensione di cui si diceva prima: fare della politica il capro espiatorio universale. Eppure, dopo venticinque anni, anche i giornalisti dovrebbero avere imparato: l’antipolitica oggi in Italia non è troppo poca. È troppa. Non sarebbe il caso di cominciare a frenarla, invece che alimentarla?
I molti cacciatori di colpevoli che troviamo fra le persone qualunque sono i più complessi e affascinanti. E sono la «base» di tutto: è a loro che si rivolgono politici e giornalisti. Costoro non perseguono altro obiettivo che quello psicologico di sfogare la propria rabbia. Ma proprio quella rabbia sembra mostrare una psiche collettiva convinta quasi che gli esseri umani siano diventati onnipotenti - che siano in grado di superare qualsiasi ostacolo, di vincere la morte. Convinta insomma che, sol che lo volessimo, il mondo sarebbe perfetto. E che di conseguenza, se perfetto non è, allora dev’essere per forza colpa di qualcuno. Anche il male che la natura causa producendosi in una serie di terremoti senza precedenti e in un’ondata di maltempo eccezionale, così, richiede di esser scaricato su di un capro espiatorio umano.
Nessuno è mai colpevole di niente, allora? Certo che no: possono esserci tante colpe, e altrettanti colpevoli. Prima di dar fondo alla nostra indignazione, però, non dovremmo forse aspettare che quelle colpe siano state accertate e documentate, che sia stata fatta chiarezza su specifici episodi e responsabilità specifiche? Fino ad allora, chi lancia anatemi generici su colpe generiche, s’infuria per l’italica cialtroneria, e addita al pubblico ludibrio l’inettitudine e corruzione della casta dei politici, altro non fa che depositare, sullo strazio delle rovine e della neve, uno spesso strato di fango. Come se non avessimo bisogno di altro.
BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

Nessun commento: