venerdì 31 marzo 2017

Edoardo II a Butrio?


Si nasconde nell’eremo il mistero di Edoardo II il re che morì due volte 
L’indagine di un’associazione vercellese 

Raffaella Lanza Stampa 30 3 2017
Chissà se nella tomba di Gloucester è sepolto veramente il re d’Inghilterra Edoardo II? Su questo mistero, sul re che morì due volte, vuole far luce l’Associazione Chesterton di Vercelli che fa parte dell’«Auramala Project», un team di studiosi di sei nazionalità (Italia, Germania, Francia, Regno Unito, Usa e Australia) coordinati dall’associazione pavese «Il Mondo di Tels», che da anni cerca di svelare questo giallo tutto inglese. E in cui la Chesterton oggi vuole coinvolgere gli studenti del Piemonte.
Era il 21 settembre 1327 quando, in una cella del castello di Berkeley Edoardo II esalava l’ultimo respiro, probabilmente ucciso da un sicario. Era stato deposto in gennaio: lo avevano detronizzato sua moglie, Isabella di Francia, e Roger Mortimer. Il defunto fu imbalsamato in fretta e furia e trasportato alla cattedrale di Gloucester: nessuno riuscì a vedere bene le spoglie mortali del re, se non una donna sconosciuta, cui fu affidato, proprio da Isabella di Francia, il compito di imbalsamare il cadavere e le cui tracce si persero nel nulla in pochi giorni. Presto qualcuno cominciò a mormorare che Edoardo fosse ancora vivo e che a Gloucester fosse sepolto il suo carceriere. 
Attorno al 1337 poi accadde qualcosa di speciale. Un vescovo italiano, di Vercelli, Manuele Fieschi, già notaio pontificio, scrisse una lettera al nuovo re d’Inghilterra, Edoardo III, comunicandogli che suo padre non era affatto morto a Berkeley, bensì aveva trovato rifugio presso l’eremo italiano di Sant’Alberto di Butrio, nell’Oltrepò Pavese. E lì, in serenità, aveva esalato l’ultimo respiro. Quella lettera, oggi nota come «the Fieschi Letter», fu trovata in un archivio francese nel XIX secolo e da allora è stata studiata da un gran numero di storici. Ecco quindi l’idea di Auramala Project: mettersi sulle tracce dei discendenti di Edoardo II che possano fornire il loro dna per confrontarlo con quello del corpo sepolto a Gloucester. 
L’Associazione Culturale Chesterton, presieduta da Gianna Baucero, sta ora pensando di coinvolgere nella vicenda gli scolari e gli studenti delle scuole piemontesi, che nel prossimo anno scolastico saranno invitati a partecipare ad un progetto didattico nell’ambito del quale ricercheranno tra i loro antenati un possibile discendente del re e, in forma del tutto volontaria, si sottoporranno al test del dna, per consentire di fare luce sul mistero.
La missione è ardua, ma non impossibile. Da superare ci sono tanti ostacoli, il primo tra tutti strappare il sì alla regina Elisabetta per far aprire la tomba di Gloucester per prelevare un campione di Dna dal cadavere che lì vi è sepolto. A Chesterton sorridono, ma è chiaro che sperano in un finale a sorpresa. BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

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