domenica 25 marzo 2018

Il governo Giggino-Salvino e PAP. A nome della sua generazione, Castellina percula soddisfatta dalla terrazza romana la storia della sinistra italiana



L'idea di un governo Giggino-Salvino è inquietante e per i danni che può fare sarebbe meglio evitare questo esito: il PD dovrebbe far nascere il governo grillino e attenderne il logoramento, oppure sollecitarlo a una progressiva mutazione come solo quel partito sa fare (anche perché se si rivota presto verrà cancellato assieme a Forza Italia).
Renzi, che a tal fine dovrebbe essere eliminato, sembra però determinato a ridisegnare il quadro politico obbligando il M5S ad allearsi con la Lega, e per la sua banda - i cui interessi non coincidono più con quelli del PD in quanto tale - questo è in effetti l'unico modo di provare a rimanere in partita.
Se il giochino gli riesce, per PAP si delinea uno scenario favorevole, perché al varo di un governo di estrema destra - forse il governo più a destra della storia repubblicana dagli anni sessanta - non potrebbe accompagnarsi, per la presenza di Renzi, nessun rilancio del mito del centrosinistra (da un punto di vista strettamente tattico, uno scenario molto meno favorevole sarebbe ovviamente quello con il M5S all'opposizione, perché i grillini continuerebbero a monopolizzare la prostesta oscurando ogni altra istanza).
Il problema è perciò cosa farà PAP e cioè, visto che comunque LEU non ha nessuno spazio e nessun futuro, se questo nuovo soggetto sarà in grado di individuare, nominare e cavalcare le contraddizioni più stridenti o se rimarrà quella cosa naïf che è adesso.
Il tempo stringe perché salvo indigestione di potere questo governo introdurrà il premio di maggioranza e ci porterà presto a nuove elezioni [SGA].


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