giovedì 7 febbraio 2019

La faccia come il Tronti. Diventa populista dopo aver votato il Jobs Act



 Il sen. prof. Mario Tronti - Spirito Prono - è l'icona perfetta dei ceti intellettuali della sinistra italiana: sempre cortigiani, narcisisti e - pur di passare per quelli che hanno sempre ragione - pronti a spergiurare che loro avevano previsto tutto, anche quando un'intera biblioteca testimonia il contrario.
Tutti sanno che le posizioni operaiste erano nate, ormai due secoli fa, anche in contrapposizione all'atteggiamento nazionale-popolare del PCI, ad esempio. Era la posizione di Alberto Asor Rosa - il professor Golpe Democratico - nel famoso libro su Scrittori e popolo. Ma a dare il là era stato proprio Tronti.
Nello specifico, poi, il Tronti fine intellettuale che oggi è inspiegabile idolo dei dottorandi in filosofia della Sapienza, dei negrieri e dei manifestini, il politico di razza che oggi fa la morale alla sinistra in nome degli Attivi perduti del PCI e del Popolo tradito, allineandosi così alla banale diagnosi prevalente, è esattamente quello stesso senatore Tronti che nella legislatura uscente ha votato il Jobs Act e tutte le porcherie che Renzi gli diceva di votare.
Perché lo aveva fatto? Ma al fine di arginare l'incipiente populismo, ovviamente... Quel populismo con le cui ragioni oggi si identifica.
Tronti ricorda in ciò quei tanti ex compagni che si sono battuti una vita in nome delle alleanze con il PD, imponendole a tutti gli altri, e che adesso sono diventati leghisti... perché il PD ha tradito la sinistra!
Non potremo ricostruire mai nulla finché a sinistra ci sarà l'ipoteca di queste persone e dei loro eredi culturali. Quindi non potremo ricostruire mai nulla [SGA].

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