sabato 18 gennaio 2020

"Liberare la mente dai condizionamenti". Corriere, Osho e supplemento d'anima

La scelta del Corriere di pubblicare i libri di Osho, che fino a qualche anno fa sarebbe stata impensabile e scandalosa, mi sembra significativa dello stato di putrefazione irreversibile della cultura borghese.

La crisi di senso della civiltà neoliberale è così profonda che anche gli spacciatori dell'ideologia positivistico-naturalistica che afferma il carattere perpetuo delle relazioni di capitale sono costretti a iniettare quotidianamente ai loro sempre più sparuti lettori un supplemento d'anima che li consoli sì ma senza distrarli troppo dalla necessità di essere imprenditori di se stessi.

Il terrapiattismo, il respirianesimo, il veganesimo estremo e le mille altre bizzarre "esperienze vissute" del nostro tempo possono in questo senso risultare frustranti e dispersive, mentre il ritorno al classico Osho è assai più rassicurante.

In questa prospettiva e in vista di questo effetto, anche il fatto che costui fosse notoriamente un imbroglione cazzaro  i cui libri un tempo erano considerati buoni solo per la sottocultura dei boccaloni fragili in cerca di misticismo è del tutto secondario, tanto più che da tempo non esistono fatti ma soltanto interpretazioni [SGA].

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