lunedì 30 novembre 2020

Il senso della proprietà, l'imposta progressiva e la patrimoniale


 Patrimoniale. La sinistra al governo esca ora per ricominciare o mai più

Sinora sempre in bilico, la direzione del governo, per via dello stato impietoso dei rapporti di forza, è divenuta chiara. Sempre più, d'ora in avanti, verrà richiesta la collaborazione retribuita del centrodestra. Con la rimodulazione del bilancio in cambio del sostegno agli evasori, il governo ha già cambiato natura.
Una sinistra minimamente dotata di istinto politico e prospettiva lo capirebbe e saprebbe che presto sarà stritolata e ricondotta alla usuale inutilità servile dei cespugli del PD. La battaglia per condizionare il governo è già persa in partenza, come sappiamo almeno dal 2005,e lo spiraglio aperto dallo stato d eccezione si è già chiuso.
Quella sinistra coglierebbe la questione della patrimoniale come occasione per piantare un casino, sollevare un dibattito epocale sul Welfare e il fisco per due o tre settimane, parlare ai lavoratori dipendenti, mettere alle corde la Cgil e infine uscire dal governo. Portando allo scoperto il giochino dei moderati, sparigliando le carte e determinando in maniera autonoma, per la prima volta da decenni, una divisione del campo politico e sociale.
E' proprio per questa ragione che la sinistra attuale non lo farà mai. Non c è del resto fuori dal governo un campo che si presenti fertile e disponibile ma solo macerie, poiché il Prc si è liquefatto da tempo. La sopravvivenza dei singoli cacicchi avrà come sempre la meglio.


In questo paese anche il salariato e il Lumpen che si arrangia si percepiscono come proprietari e imprenditori di se stessi e temono che lo stato gli porti via un poco del proprio nulla. Figuriamoci la piccola borghesia, che in quella briciola di proprietà ripone tutta la propria distinzione.
I più sono perciò disponibili a tollerare e persino giustificare il latrocinio altrui, con la speranza di poterlo perpetrare a propria volta, sono disposti a tollerare lo sfruttamento esercitato dai più forti che ammirano e con i quali si identificano e ogni sorta di ingiustizia, persino ai propri danni, ma non tollerano l'imposta progressiva e la patrimoniale.
Ecco che il nullatenente è il primo che difende la ricchezza e la proprietà dei ricchi e dei proprietari, i quali possono farsi ancora più forti grazie al senso comune.
Profondissima è l'egemonia delle classi dominanti, le quali dagli anni Ottanta in avanti sono riuscite nuovamente a prestare le proprie idee e le proprie parole a tutto il resto della società, così che queste parti - subalterne sul piano materiale e ancor più su quello delle forme di coscienza - non riescono nemmeno a vedere dove sia il loro interesse reale e quali siano i loro reali nemici.
E ancora troppo lento, in un contesto che in parte è arretrato e in parte è stato deformato dalla diffusione del benessere durante i Trenta Gloriosi, è il processo di proletarizzazione.
Tuttavia, senza conflitto e senza redistribuione della ricchezza, del potere e del riconoscimento, quel benessere e quei Trenta non ci sarebbero mai stati.

Nessun commento: