martedì 19 giugno 2012
Stato e teologia politica dal punto di vista neoliberale
Carlo Lottieri: Credere nello Stato? Teologia politica e dissimulazione da Filippo il Bello a Wikileaks (Rubbettino, pagg.196, euro 15)
Risvolto
Un’istituzione quale lo Stato moderno, che fin dai suoi primi passi si è
autorappresentata quale sovrana e interprete di un potere assoluto
(libero da ogni vincolo), è del tutto incomprensibile se non si coglie
il legame che da sempre essa intrattiene con la teologia. Dal momento
che pretende obbedienza e rivendica un controllo monopolistico della
forza sul territorio, lo Stato intreccia insomma questioni istituzionali
e religiose: prima rivendicando una legittimazione di carattere sacrale
e utilizzando la religione quale instrumentum regni, poi prospettandosi
come alternativa metafisica e fonte autentica di ogni possibile
salvezza e, infine, interpretando il venir meno di ogni trascendenza e
il trionfo dello strumentalismo. Il presente volume, che evoca un gran
numero di questioni e autori senza avere la presunzione di individuare
una soluzione definitiva a dibattiti tanto complessi, traccia un
percorso volto a chiedersi se si possa davvero aver fede nello Stato,
facendone il senso ultimo della nostra esistenza, e prestar fede a
quanto affermano gli ideologi schierati a sua difesa. Il tema della
teologia politica e quello della dissimulazione – dello Stato quale
fonte di occultamento della realtà – sono d’altro canto strettamente
legati, dato che l’aperta sfida che il potere moderno ha lanciato alle
confessioni religiose propriamente dette lo ha costretto a moltiplicare
le falsificazioni e gli inganni.
di Redazione - il Giornale 18 giugno 2012
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