Risvolto
Zelanti o lavativi, capaci o perdigiorno, molti giganti della
letteratura – da Gogol’ a Stendhal, da Svevo a Dickens – hanno indossato
le «mezze maniche» del pubblico impiegato, vivendo la quotidianità di
quel mondo fatto di mediocrità e routine, ma traendone idee, personaggi,
ambienti che hanno ispirato grandi capolavori. Queste pagine ci
restituiscono le vicende, ora tristi ora divertenti, spesso surreali, di
scrittori e di personaggi immaginari accomunati dal medesimo destino
impiegatizio, seguendo le tracce del rapporto tra letteratura e
burocrazia in luoghi, culture, epoche, generi assai distanti: dalla
Francia alla Russia, dalla Mitteleuropa alla letteratura anglosassone,
dai nostri Travet e Policarpo sino alla spy-story e alla fantascienza. E
svelando anche legami inconsueti, come quelli tra Balzac e Marx, tra
Kafka e Weber o, ancora, tra Tolkien, Asimov e i politologi.
LA STAMPA del 27/2/2013
Gli impiegati raccomandati della letteratura
Anche il fior fiore della narrativa mondiale non ha disdegnato la "spintarella" per un posto nel pubblico impiego. Lo racconta Luciano Vandelli nel volume "Tra carte e scartoffie"
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