giovedì 28 febbraio 2013

Apologie del pubblico impiego

CopertinaLuciano Vandelli: Tra carte e scartoffie. Apologia letteraria del pubblico impiegatoIl Mulino


Risvolto
Zelanti o lavativi, capaci o perdigiorno, molti giganti della letteratura – da Gogol’ a Stendhal, da Svevo a Dickens – hanno indossato le «mezze maniche» del pubblico impiegato, vivendo la quotidianità di quel mondo fatto di mediocrità e routine, ma traendone idee, personaggi, ambienti che hanno ispirato grandi capolavori. Queste pagine ci restituiscono le vicende, ora tristi ora divertenti, spesso surreali, di scrittori e di personaggi immaginari accomunati dal medesimo destino impiegatizio, seguendo le tracce del rapporto tra letteratura e burocrazia in luoghi, culture, epoche, generi assai distanti: dalla Francia alla Russia, dalla Mitteleuropa alla letteratura anglosassone, dai nostri Travet e Policarpo sino alla spy-story e alla fantascienza. E svelando anche legami inconsueti, come quelli tra Balzac e Marx, tra Kafka e Weber o, ancora, tra Tolkien, Asimov e i politologi.

LA STAMPA del 27/2/2013 
LA RIVINCITA (LETTERARIA) DEL SIGNOR TRAVET (PANARARI MASSIMILIANO) a pag. 46/47

Gli impiegati raccomandati della letteratura
Anche il fior fiore della narrativa mondiale non ha disdegnato la "spintarella" per un posto nel pubblico impiego. Lo racconta Luciano Vandelli nel volume "Tra carte e scartoffie"

Vittoria Vigna Europa 

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