mercoledì 6 marzo 2013
Gli occhiali di Laclau per comprendere il successo di Grillo-Casaleggio e M5S. Gli occhiali di Hegel per anticiparne il rifllusso
TEMPI PRESENTI
Il populismo è stata la parola più evocata in questa campagna elettorale. Ma più che analizzarlo come un residuo sopravvissuto alla modernità, vale la pena riprendere le riflessioni del filosofo Ernesto Laclau e scoprire invece che non è una patologia della rappresentanza politica, bensì un fattore che aiuta il consolidamento di uno status quo in crisi La Rete e la giustizia sono i casi che hanno visto le supposte irruzioni del popolo nella sfera politica La grammatica del neoliberismo contempla l'appello
ARTICOLO - Giso Amendola il manifesto 2013.03.06 - 10 CULTURA
Calma e gesso compagni: abbiamo molti anni di lavoro davanti e dobbiamo pur riempire il tempo in qualche modo [SGA]
Sebbene in questo momento appaia circonfuso da un'aura di misticismo e taumaturgia che anche ai bei tempi l'anziano Vendola se la sognava, il Movimento 5 Stelle è un fenomeno umano e storico che - come tutti i movimenti da Caino e Abele in avanti - nasce, cresce, si fa istituzione o deperisce e comunque si trasforma. Non meno della suddetta protesi pugliese del centrosinistra, o di Berlusconi o di Renzi o degli obliati Veltroni e Bertinotti, inoltre, Beppe Grillo non è il nuovo Robespierre e non è nemmeno Mussolini ma ha tutt'al più quel carisma da simpatico cazzaro che ha il suo fondamento nell'egemonia dell'info-tainment in stile "Repubblica" e che è ben noto dalle nostre parti. Infine, anche nella società dello spettacolo una delle leggi fondamentali della dialettica hegeliana - e anche di questo a sinistra sappiamo qualcosa - dice che a enormi aspettative seguono più o meno regolarmente altrettanto grosse travi sui denti.
Quanto è avvenuto, dunque, cambia certamente e in maniera irreversibile lo scenario politico italiano ed è possibile che lo cambi ancor più a fine anno; e però non ha una portata storica universale e non è, per capirci, l'analogo della fondazione paolina della Chiesa cattolica o della Rivoluzione francese. Alla fase di entusiasmo e di fusione di un movimento allo stato nascente, che certo non sarà breve e che presto potrebbe cogliere una nuova chance, seguirà il momento del confronto con la durezza della realtà, seguiranno conflitti e contraddizioni. Perché delle trasformazioni strategiche della sfera politica nel mondo occidentale - che pure ci sono e sono profonde e che hanno a che fare con l'andamento del conflitto politico-sociale su scala internazionale -, il movimento di Grillo è solo epifenomeno e non causa o ragione portante. E' difficile, per capirci, che tra cento anni esso ci sia ancora; mentre è molto più probabile che esista ancora un'organizzazione politica che, certo in forme adeguate ai tempi, si proponga il superamento complessivo del modo di produzione e della forma economico-sociale vigente.
Del tutto impreparati all'ascesa del Movimento di Grillo, i comunisti e la sinistra dovrebbero prepararsi in tempo al suo riflusso. E questo non si fa né demonizzandolo con improbabili e autolesionistici paragoni con il fascismo, né con il codismo subalterno degli scimmiottatori o dei vincitori per interposto partito. Non si fa nemmeno sostituendo ai piccoli ras da comitato centrale i loro ancor più piccoli delfini, senza che questo comporti alcun cambiamento di linea politica. Si fa invece tenendo anzitutto conto dei tempi medio-lunghi della storia. Con un lavoro almeno decennale di ricostruzione e di ricucitura con i ceti sociali di riferimento, a partire - sembra assurdo ma a 5 anni dal fallimento del secondo governo Prodi siamo ancora a questo punto - da quella chiara e preliminare scelta di campo nel quadro politico dato che ancora oggi non c'è stata. A partire cioè, come è stato spiegato di recente, dalla presa di consapevolezza che il tempo delle ambiguità è finito e richiede perciò la liquidazione definitiva di ogni ambiguità [SGA].
SINISTRA/2
ARTICOLO - Marco Revelli il manifesto 2013.03.05 - 01 PRIMA PAGINA
SINISTRA/1
ARTICOLO - Giulio Marcon, Mario Pianta il manifesto 2013.03.05 - 01 PRIMA PAGINA
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