Risvolto
La rilettura di Marx compiuta dall'operaismo politico italiano a partire dalla fine degli anni '50 è ormai riconosciuta sul piano internazionale come una pietra miliare del pensiero critico e radicale. Il volume si propone di spiegare e chiarire le principali categorie di questa rilettura. Ogni concetto è affrontato in una specifica lezione da alcune delle figure più importanti tra le vecchie e nuove generazioni dell'operaismo italiano: Adelino Zanini fornisce un'introduzione alla critica dell'economia politica di Marx; Sandro Chignola si occupa di Stato e costituzione; Antonio Negri percorre la storia dei movimenti dagli anni '60 a oggi; Christian Marazzi analizza le questioni della moneta e del capitale finanziario; Alisa Del Re tratta il rapporto tra produzione e riproduzione nella critica femminista; Sergio Bologna spiega il significato della categoria di composizione di classe; Federico Chicchi e Salvatore Cominu esaminano gli strumenti dell'inchiesta e della conricerca. Ogni lezione è completata da una ricca bibliografia per orientare approfondimenti e percorsi di lettura. Nel suo complesso, il libro costituisce un'indispensabile cassetta degli attrezzi finalmente al servizio di studiosi, attivisti e giovani lettori attenti al pensiero critico.
i curatori
Gigi Roggero fa parte dei collettivi UniNomade ed edu-factory, collabora con "il manifesto" ed è ricercatore precario. Tra i suoi lavori: Introduzione all'archivio postcoloniale (Rubbettino, 2008), La misteriosa curva della retta di Lenin (La casa Usher, 2011). Per i nostri tipi ha pubblicato La produzione del sapere vivo (2009).
Adelino Zanini è professore di Storia del pensiero economco all'Università di Ancona. Tra i suoi lavori più recenti: J.A. Schumpeter. Teoria dello sviluppo e capitalismo (Bruno Mondadori), Filosofia economica (Bollati Boringhieri, 2005) e, per i nostri tipi, L'ordine del discorso economico (2011).
La rilettura di Marx compiuta dall'operaismo politico italiano a partire dalla fine degli anni '50 è ormai riconosciuta sul piano internazionale come una pietra miliare del pensiero critico e radicale. Il volume si propone di spiegare e chiarire le principali categorie di questa rilettura. Ogni concetto è affrontato in una specifica lezione da alcune delle figure più importanti tra le vecchie e nuove generazioni dell'operaismo italiano: Adelino Zanini fornisce un'introduzione alla critica dell'economia politica di Marx; Sandro Chignola si occupa di Stato e costituzione; Antonio Negri percorre la storia dei movimenti dagli anni '60 a oggi; Christian Marazzi analizza le questioni della moneta e del capitale finanziario; Alisa Del Re tratta il rapporto tra produzione e riproduzione nella critica femminista; Sergio Bologna spiega il significato della categoria di composizione di classe; Federico Chicchi e Salvatore Cominu esaminano gli strumenti dell'inchiesta e della conricerca. Ogni lezione è completata da una ricca bibliografia per orientare approfondimenti e percorsi di lettura. Nel suo complesso, il libro costituisce un'indispensabile cassetta degli attrezzi finalmente al servizio di studiosi, attivisti e giovani lettori attenti al pensiero critico.
i curatori
Gigi Roggero fa parte dei collettivi UniNomade ed edu-factory, collabora con "il manifesto" ed è ricercatore precario. Tra i suoi lavori: Introduzione all'archivio postcoloniale (Rubbettino, 2008), La misteriosa curva della retta di Lenin (La casa Usher, 2011). Per i nostri tipi ha pubblicato La produzione del sapere vivo (2009).
Adelino Zanini è professore di Storia del pensiero economco all'Università di Ancona. Tra i suoi lavori più recenti: J.A. Schumpeter. Teoria dello sviluppo e capitalismo (Bruno Mondadori), Filosofia economica (Bollati Boringhieri, 2005) e, per i nostri tipi, L'ordine del discorso economico (2011).
Introduzione da UniNomade
Una ricerca militante per svelare il rebus del lavoro
Un presente da capire e da cambiare. Sette tappe di un percorso di autoformazione
APERTURA - Claudio Cavallari il manifesto 2013.07.05 - 11 CULTURA
«Genealogia significa sviluppare l'analisi a partire da un problema che
si pone nel presente». Così, in un'intervista rilasciata nel 1984,
Foucault tornava a chiarire l'intento, eminentemente politico, del
proprio modo di lavorare in totale immersione nel tormentato mare della
storia. Nessun interesse intrinsecamente filologico. Nessuna sorta di
manierismo storiografico. Una genealogia non serve a riavvolgere il filo
continuo delle identità nel fluire del tempo; sovvertire il presente è
la sua vocazione politica. Letto in quest'ottica, il titolo dell'ultimo
libro edito per la collana di UniNomade di ombre corte - Genealogie del
fututro, a cura di Gigi Roggero e Adelino Zanini, euro 14 - getta luce
immediatamente sul terreno strategico del suo scopo, proiettando,
tuttavia, un cono d'ombra che soltanto la lettura del testo
analiticamente dissipa. Cosa significa sovvertire il presente
ricostruendo genealogie del futuro?
Autoformazione militante
È
stentorea la formula con cui i curatori aprono l'introduzione al
volume. Essa dischiude lo spazio al cui interno la soluzione di un
simile nodo acquista, pagina dopo pagina, la propria fisionomia:
«formazione militante». Posta in gioco alta, complessa, necessaria.
Soprattutto se si considera il suo essere situata, al tempo stesso, come
orizzonte tendenziale cui il libro mira e come ciò che, preziosamente,
esso realizza. Il gioco di temporalità che già nel titolo del volume
spiazza e tiene in sospeso, stabilisce le coordinate del programma
politico che sostiene l'impianto del testo: conoscere il passato per
comprendere l'oggi; sovvertire l'oggi per rendere possibile il domani.
Occorre, in altre parole, divenire consapevoli dei luoghi, delle
narrazioni, delle storie di soggettività e conflitto di un passato
recente che, ancora, organizza le forme concettuali del nostro pensare
la militanza comunista. Genealogie del futuro è questo fondamentale
esercizio critico del pensiero. Vi si raccolgono le sette lezioni che lo
scorso anno hanno dato vita alla prima esperienza del progetto
Commonware. Si tratta di un corso di autoformazione, il cui nome
rappresenta la trasfigurazione ironica dei pacchetti didattici delle
aziende universitarie, i cosiddetti courseware. Una formazione militante
che, tuttavia, non si rivolge solamente ad un pubblico di studenti, ma
che apre le porte a tutte le realtà di movimento e a tutte le figure che
oggi costellano il variegato panorama del lavoro vivo, nelle
contemporanee trasformazioni dello sfruttamento capitalistico.
Nell'introduzione
al volume i curatori fissano un punto di fondamentale rilevanza: il
sapere è oggi in crisi perché ad essere in crisi è il rapporto sociale
al cui interno esso si produce. Tale è il motivo per cui a dover essere
riattivata è in primo luogo la funzione critica di un sapere in grado di
mobilitare processi conflittuali, dentro e contro la crisi dei rapporti
di produzione capitalistici. Il primo ciclo delle lezioni di Commoware -
denominato Da Marx all'operaismo - intende riflettere precisamente tale
specifica esigenza che si riassume nella volontà di interpretare la
critica dei saperi, innanzitutto, come una critica dell'economia
politica della conoscenza. Obiettivo che, tuttavia, non si persegue
schiacciando la portata di tutta la lezione marxiana
sull'interpretazione operaista, quanto piuttosto mettendo entrambe alla
prova di un presente che richiede l'attivazione di dispositivi teorici
in grado di intersecarlo all'altezza delle sue problematicità. Ecco
allora che, attraversando i temi posti dalle più fertili riflessioni
dell'operaismo italiano, gli autori delle lezioni riattivano alcuni
fondamentali concetti del pensiero di Marx, declinandone il potenziale
critico dentro alle metamorfosi del contemporaneo.
Come illustrato
lucidamente dalla relazione di Sandro Chignola, tali trasformazioni
congiunturali fanno capo principalmente a processi di ridefinizione e
riarticolazione dello Stato, inteso, al tempo stesso, come quadro
organizzativo dei rapporti produttivi e delle filiere del comando
capitalistici. Utilizzando la formula foucaultiana di
«governamentalizzazione» dello Stato, Chignola non elabora soltanto la
mappatura puntuale di una nuova geografia del potere - in cui lo Stato
si trova persistentemente ecceduto da sistemi di governance e da flussi
di capitale deterritorializzati -, ma mostra come siano le insorgenze
dei governati, collocandosi sempre al di là della capacità di captazione
del potere, a costringerlo a riconfigurarsi, nell'incessante tentativo
di governare l'ingovernabile.
Il confronto con il presente
In
un simile contesto, un programma di formazione militante non può
evitare di tornare a confrontarsi produttivamente con le categorie di
composizione tecnica e politica di classe (se ne occupano le lezioni di
Toni Negri e Sergio Bologna). È infatti di fondamentale importanza
riconcettualizzare oggi quello che una celebre formula di Negri
definiva, sul finire degli anni Settanta, come il passaggio dall'operaio
massa all'operaio sociale. Comprendere come i meccanismi di sussunzione
reale della cooperazione sociale estendano le proprie ramificazioni ben
oltre il sistema della fabbrica, ben oltre il luogo di lavoro, nelle
sfere della riproduzione, nel tempo libero e negli affetti, diviene
fondamentale per organizzare, in forme militanti, una politica dei
governati.
Genealogie del futuro ci spinge dunque ad analizzare in
profondità la stretta connessione che coniuga le nuove forme di
valorizzazione del capitale - dallo sfruttamento del lavoro cognitivo a
quello del lavoro femminile nell'ambito della riproduzione (versante,
quest'ultimo efficacemente sviluppato da Alisa Del Re) - con
l'imbrigliamento materiale della soggettività politica delle moltitudini
sfruttate. Come spiega Christian Marazzi nella sua relazione su Moneta e
capitale finanziario, la nostra contemporaneità è sempre più
caratterizzata dalla capacità strategica del capitale di captare il
valore fuori dai processi direttamente produttivi. Cooperazione,
linguaggio, sapere, relazione, divengono, pertanto, i pozzi senza fondo
di una nuova accumulazione che segnala il progressivo divenire rendita
del profitto, la realizzazione, cioè, di un plusvalore assoluto,
ricavato dallo sfruttamento di un lavoro non pagato.
Lo sforzo di
penetrare sempre più a fondo nell'ordine di tali meccanismi sussuntivi
necessita quindi di essere accompagnato da un movimento ricompositivo su
scala politica. Non a caso la lezione di Federico Chicchi e Salvatore
Cominu che chiude il volume è dedicata alla descrizione degli strumenti,
valorizzati dall'esperienza operaista, dell'inchiesta e della
conricerca. In essi infatti si legano, in un'unica pratica militante, il
momento conoscitivo e quello dell'intervento politico. Sovvertire la
nostra attualità significa allora sottrarre la cooperazione del lavoro
vivo ai meccanismi del proprio assoggettamento, al fine di giocarla
creativamente in una nuova conflittualità, teorica e pratica, in grado
di leggere ed interpretare solidamente le trasformazioni del capitalismo
contemporaneo.
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