
Ruggero D'Alessandro:
Il genio precario, manifestolibri, pp. 141, euro 16
Risvolto
Walter Benjamin è uno di quei casi - tutt'altro che rari - di pensatori
che il tempo trascorso dalla sua scomparsa ha riscattato. Un riscatto
dalle difficoltà vissute: ad accedere all'insegnamento universitario,
difficoltà economiche, perfino di sopravvivenza (negli anni Trenta
dell'esilio parigino), vagabondaggi in mezza Europa, la rinuncia alla
via di fuga in Palestina, la delusione sovietica. Eppure si tratta di
una vita ricchissima di esperienze e scritture, interessi e libri,
passioni intellettuali e politiche, culturali e sentimentali, quattro
sfere scelte in questo volume (il metodo micrologico, le città,
l'infanzia, l'università) possono rappresentare altrettante tracce per
cogliere un pensiero che continua ad esercitare profonda influenza in
campi vasti ed eterogenei: lettereratura, filosofia, sociologia, cinema,
fotografia, teatro, architettura, urbanistica, storia, poesia,
politica. In mondo sofferente e frammentato come l'odierno, Benjamin
aiuta leggere e vivere lucidamente le tante geografie del dominio e
della speranza.
WALTER BENJAMIN
I frammenti sotto le lenti della critica
TAGLIO MEDIO - Nando Vitale il manifesto 2013.07.05 - 11 CULTURA
Nel ritratto di Walter Benjamin costruito da
Ruggero D'Alessandro (Il genio precario, manifestolibri, pp. 141, euro
16) viene sottolineato il caso, tutt'altro che raro, di un autore che ha
riscosso maggiore interesse dopo la tragica scomparsa che durante una
vita vissuta tra innumerevoli difficoltà e ostacoli. Gli viene precluso
l'insegnamento universitario, sopravvive in difficoltà economiche, vive
in esilio vagabondando in mezza Europa, pensa alla fuga in Palestina,
resta deluso dall'esperienza sovietica e infine muore suicida, a un
passo dalla possibile salvezza, a Portbou nella Catalogna spagnola.
Ciònonostante,
la sua resta un'esistenza ricca di esperienze e scritture, interessi e
libri, passioni intellettuali, politiche, culturali e sentimentali. Sono
quattro le sfere privilegiate in questo saggio, quasi come un'opera
musicale in quattro tempi: il metodo micrologico, ossia l'attenzione
alle piccole cose tralasciate e apparentemente prive di valore;
l'analisi delle mutazioni urbane esercitata principalmente attraverso la
figura del flâneur, mediata da Baudelaire; l'infanzia; il rapporto con
il mondo accademico.
Il rapporto di Benjamin con la città
rappresenta forse il corpus teorico più attuale, idea confermata dalla
recente edizione del volume, a cura di Giorgio Agamben, che raccoglie
con un nuovo criterio filologico gli scritti di Benjamin dedicati a
Baudelaire: Un poeta lirico nell'età del capitalismo avanzato. I temi
della fantasmagoria della merce, della moda, del desiderio collettivo,
dell'utopia, dei nuovi mezzi di comunicazione di massa, nonché le
analisi del Moderno come mondo degli inferi, scaturiscono tutti
dall'esperienza dell'ambiente metropolitano contemporaneo. Benjamin è un
filosofo in cammino fra i relitti della storia, «frammenti testuali»
intesi come allegorie del profano, raccolti e collezionati attingendo ai
resti delle città-vetrina. Una compenetrazione profonda tra
architettura urbana e scrittura filosofica, dove il testo diviene come
la città, proprio come la città diviene un testo da interpretare. Tra
gli spettri e i fossili che abitano il desolante paesaggio urbano,
infatti, sono disseminate schegge salvifiche e monadi cariche di
eternità, spunto di illuminazione rivoluzionaria e di critica esplosiva.
Gli
oggetti dimenticati non sono singole «istantanee» ma rappresentazioni
caleidoscopiche, mosaici in miniatura, montaggi dialettici di elementi
estemporanei e fugaci. Prodotti di scarto che oggi tornano ad avere
rilevanza per scardinare la compattezza di ogni forma mitologica della
politica, dove non vi può essere redenzione se non «delle rovine del
passato». Di questo e di altro vi è utile traccia nell'agile
introduzione al pensiero del filosofo ebreo berlinese di Ruggero
D'Alessandro. Una lettura consigliata soprattutto a chi si avvicina per
la prima volta all'opera complessa e frammentaria di Walter Benjamin.
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