lunedì 8 luglio 2013

Vita e pensiero tormentato di Walter Benjamin

Ruggero D'Alessandro: Il genio precario, manifestolibri, pp. 141, euro 16

Risvolto
Walter Benjamin è uno di quei casi - tutt'altro che rari - di pensatori che il tempo trascorso dalla sua scomparsa ha riscattato. Un riscatto dalle difficoltà vissute: ad accedere all'insegnamento universitario, difficoltà economiche, perfino di sopravvivenza (negli anni Trenta dell'esilio parigino), vagabondaggi in mezza Europa, la rinuncia alla via di fuga in Palestina, la delusione sovietica. Eppure si tratta di una vita ricchissima di esperienze e scritture, interessi e libri, passioni intellettuali e politiche, culturali e sentimentali, quattro sfere scelte in questo volume (il metodo micrologico, le città, l'infanzia, l'università) possono rappresentare altrettante tracce per cogliere un pensiero che continua ad esercitare profonda influenza in campi vasti ed eterogenei: lettereratura, filosofia, sociologia, cinema, fotografia, teatro, architettura, urbanistica, storia, poesia, politica. In mondo sofferente e frammentato come l'odierno, Benjamin aiuta leggere e vivere lucidamente le tante geografie del dominio e della speranza.  

WALTER BENJAMIN
I frammenti sotto le lenti della critica


TAGLIO MEDIO - Nando Vitale il manifesto 2013.07.05 - 11 CULTURA

Nel ritratto di Walter Benjamin costruito da Ruggero D'Alessandro (Il genio precario, manifestolibri, pp. 141, euro 16) viene sottolineato il caso, tutt'altro che raro, di un autore che ha riscosso maggiore interesse dopo la tragica scomparsa che durante una vita vissuta tra innumerevoli difficoltà e ostacoli. Gli viene precluso l'insegnamento universitario, sopravvive in difficoltà economiche, vive in esilio vagabondando in mezza Europa, pensa alla fuga in Palestina, resta deluso dall'esperienza sovietica e infine muore suicida, a un passo dalla possibile salvezza, a Portbou nella Catalogna spagnola. 

Ciònonostante, la sua resta un'esistenza ricca di esperienze e scritture, interessi e libri, passioni intellettuali, politiche, culturali e sentimentali. Sono quattro le sfere privilegiate in questo saggio, quasi come un'opera musicale in quattro tempi: il metodo micrologico, ossia l'attenzione alle piccole cose tralasciate e apparentemente prive di valore; l'analisi delle mutazioni urbane esercitata principalmente attraverso la figura del flâneur, mediata da Baudelaire; l'infanzia; il rapporto con il mondo accademico. 
Il rapporto di Benjamin con la città rappresenta forse il corpus teorico più attuale, idea confermata dalla recente edizione del volume, a cura di Giorgio Agamben, che raccoglie con un nuovo criterio filologico gli scritti di Benjamin dedicati a Baudelaire: Un poeta lirico nell'età del capitalismo avanzato. I temi della fantasmagoria della merce, della moda, del desiderio collettivo, dell'utopia, dei nuovi mezzi di comunicazione di massa, nonché le analisi del Moderno come mondo degli inferi, scaturiscono tutti dall'esperienza dell'ambiente metropolitano contemporaneo. Benjamin è un filosofo in cammino fra i relitti della storia, «frammenti testuali» intesi come allegorie del profano, raccolti e collezionati attingendo ai resti delle città-vetrina. Una compenetrazione profonda tra architettura urbana e scrittura filosofica, dove il testo diviene come la città, proprio come la città diviene un testo da interpretare. Tra gli spettri e i fossili che abitano il desolante paesaggio urbano, infatti, sono disseminate schegge salvifiche e monadi cariche di eternità, spunto di illuminazione rivoluzionaria e di critica esplosiva.
Gli oggetti dimenticati non sono singole «istantanee» ma rappresentazioni caleidoscopiche, mosaici in miniatura, montaggi dialettici di elementi estemporanei e fugaci. Prodotti di scarto che oggi tornano ad avere rilevanza per scardinare la compattezza di ogni forma mitologica della politica, dove non vi può essere redenzione se non «delle rovine del passato». Di questo e di altro vi è utile traccia nell'agile introduzione al pensiero del filosofo ebreo berlinese di Ruggero D'Alessandro. Una lettura consigliata soprattutto a chi si avvicina per la prima volta all'opera complessa e frammentaria di Walter Benjamin.

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