mercoledì 25 settembre 2013

La temporalità gnostica di Henry Corbin

Tempo ciclico e gnosi ismailita
Henri Corbin: Tempo ciclico e gnosi ismailita, a cura di Roberto Revello, ed. Mimesis, pp. 258, 20




Risvolto
Primo traduttore di Heidegger in francese, Corbin affronta in quest’opera la questione del tempo, un tempo diverso e radicalmente alternativo a quello storico della tradizione occidentale. La dimensione che dà senso al tempo è quella liturgica. Non una durata misurabile nello scorrere uniforme dei nostri calendari, ma una riproposizione simbolica e rituale. Conosciuto soprattutto per i suoi fondamentali studi sullo sh’ismo duodecimano e sul sufismo, Henry Corbindedica Tempo ciclico e gnosi ismailita allo studio dell’altro ramo dello sh ’ismo, quello ismailita. Gli ismailiti, noti in Occidente per via della leggenda nera degli Assassini, sono innanzitutto un movimento mistico islamico che ha elaborato concezioni metafisiche quanto mai affascinanti. Meditazioni che hanno saputo armonizzare in una visione complessiva gli insegnamenti coranici e degli Im m con la profonda eredità dello zoroastrismo, la tradizione neoplatonica con le correnti gnostiche.



Henry Corbin (1903-1978) è stato il più grande filosofo orientalista del Novecento. Fu allievo di Gilson, Baruzi, Massignon, fondatore e direttore del Dipartimento di Iranologia dell’Institut di Teheran e della Bibliothèque Iranienne. Tra le sue opere: Corpo spirituale e Terra celeste (1986), Storia della filosofia islamica (2001), L’immaginazione creatrice. Le radici del sufismo (2005), L’Imam nascosto (2011). Mimesis ha già pubblicato Il paradosso del monoteismo (2011) e Nell’islam iranico I. Lo shi’ismo duodecimano (2012).



Il tempo che non finisce
di Armando Torno Corriere 25.9.13

Henri Corbin è stato il primo traduttore di Heidegger in francese. In Tempo ciclico e gnosi ismailita (a cura di Roberto Revello, ed. Mimesis, pp. 258, 20) si interroga sull'enigmatico flusso che tormenta religioni e filosofie, su colui che stringe le esistenze: il tempo, appunto. Le sue idee sono però distanti dalla tradizione razionale dell'Occidente, da quell'idea rettilinea, incessante, dove si accalcano progressi e avanzamenti; Corbin si occupa non della durata miserevole registrata dai calendari ma di quella presente nella dimensioni della liturgica, dei simboli, dei riti. C'è insomma un tempo che non ha paura del tempo: è quello che sa di ritornare. In questo prezioso saggio, finalmente tradotto, egli esamina il tempo ciclico del mazdeismo, poi si concentra sul medesimo in ambito ismailita. E qui entra in gioco la gnosi: Corbin dedica una parte al passaggio da quella antica all'ismailita. Già, gli ismailiti. In Occidente sono noti per la leggenda degli Assassini, si tratta tuttavia di un movimento mistico islamico ricco di concezioni metafisiche.

Nessun commento:

Posta un commento