Henri Corbin: Tempo ciclico e gnosi ismailita, a cura di Roberto Revello, ed. Mimesis, pp. 258, 20
Risvolto
Primo traduttore di Heidegger in francese, Corbin affronta in
quest’opera la questione del tempo, un tempo diverso e radicalmente
alternativo a quello storico della tradizione occidentale. La dimensione
che dà senso al tempo è quella liturgica. Non una durata misurabile
nello scorrere uniforme dei nostri calendari, ma una riproposizione
simbolica e rituale. Conosciuto soprattutto per i suoi fondamentali
studi sullo sh’ismo duodecimano e sul sufismo, Henry Corbindedica Tempo ciclico e gnosi ismailita
allo studio dell’altro ramo dello sh ’ismo, quello ismailita. Gli
ismailiti, noti in Occidente per via della leggenda nera degli
Assassini, sono innanzitutto un movimento mistico islamico che ha
elaborato concezioni metafisiche quanto mai affascinanti. Meditazioni
che hanno saputo armonizzare in una visione complessiva gli insegnamenti
coranici e degli Im m con la profonda eredità dello zoroastrismo, la
tradizione neoplatonica con le correnti gnostiche.
Henry Corbin
(1903-1978) è stato il più grande filosofo orientalista del Novecento.
Fu allievo di Gilson, Baruzi, Massignon, fondatore e direttore del
Dipartimento di Iranologia dell’Institut di Teheran e della Bibliothèque
Iranienne. Tra le sue opere: Corpo spirituale e Terra celeste (1986), Storia della filosofia islamica (2001), L’immaginazione creatrice. Le radici del sufismo (2005), L’Imam nascosto (2011). Mimesis ha già pubblicato Il paradosso del monoteismo (2011) e Nell’islam iranico I. Lo shi’ismo duodecimano (2012).
Il tempo che non finisce
di Armando Torno Corriere 25.9.13
Henri
Corbin è stato il primo traduttore di Heidegger in francese. In Tempo
ciclico e gnosi ismailita (a cura di Roberto Revello, ed. Mimesis, pp.
258, 20) si interroga sull'enigmatico flusso che tormenta religioni e
filosofie, su colui che stringe le esistenze: il tempo, appunto. Le sue
idee sono però distanti dalla tradizione razionale dell'Occidente, da
quell'idea rettilinea, incessante, dove si accalcano progressi e
avanzamenti; Corbin si occupa non della durata miserevole registrata dai
calendari ma di quella presente nella dimensioni della liturgica, dei
simboli, dei riti. C'è insomma un tempo che non ha paura del tempo: è
quello che sa di ritornare. In questo prezioso saggio, finalmente
tradotto, egli esamina il tempo ciclico del mazdeismo, poi si concentra
sul medesimo in ambito ismailita. E qui entra in gioco la gnosi: Corbin
dedica una parte al passaggio da quella antica all'ismailita. Già, gli
ismailiti. In Occidente sono noti per la leggenda degli Assassini, si
tratta tuttavia di un movimento mistico islamico ricco di concezioni
metafisiche.
Nessun commento:
Posta un commento