martedì 1 ottobre 2013
Torna "Correzione" di Thomas Bernhard
Risvolto
Figura monomaniacale e paranoica, Roithamer è uno
dei grandi personaggi bernhardiani. Liberamente
modellato sulla figura di Wittgenstein, è austriaco,
è scienziato, insegna a Cambridge. In anni di febbrili
progetti e folle, perfezionistico lavoro, costruisce
in mezzo a un bosco una stranissima abitazione per
la sorella, l'unica persona da lui amata, «un cono
nel quale la sorella dovrà abitare in futuro ed essere
felice, essere al colmo della felicità». Ma la gioia
non ci sarà, per nessuno. E il cono - rifugio,
mausoleo, centro geometrico perfetto dell'esistenza
e del pensiero - è destinato a scomparire risucchiato
da una natura tentacolare e nemica che pure, a tratti, si
apre pacificante «sul sentiero della scuola e della vita».
***
Pessimista in perenne dialogo
con la morte, tetro nichilista,
provocatore iconoclasta, malato di
morbus austriacus: è cosí che spesso
viene etichettato Bernhard. Ciò può
in parte essere vero per la produzione
che precede Correzione; ma a partire
da questo romanzo tali semplificazioni
sono contestabili, sia perché in seguito
si farà sempre piú esplicita la vis
comica sia perché al solido muro della
negatività verranno contrapposti
un magnete di forza vitale e pulsante,
uno o piú nuclei di esperienze positive.
In Correzione uno di questi nuclei
è certamente la limpida descrizione
del percorso che Roithamer,
l'imbalsamatore e il narratore fanno
per andare a scuola: «per noi il
sentiero della scuola, come il sentiero
della vita, è sempre stato solo un
sentiero di dolore, ma nello stesso
tempo un sentiero di tutte le scoperte
possibili e di una felicità sublime».
Vi è poi la rosa di carta che il narratore
trova nel cassetto superiore del
comò della soffitta, che gli rammenta
i momenti gioiosi trascorsi insieme
durante una sagra di paese nella quale
il giovane Roithamer vinse al tiro
a segno un mazzo di 24 rose di carta
gialla - senza mai sbagliare un colpo:
proprio lui, che contro la tradizione
di famiglia detestava la caccia. Le regalò, tutte meno una, «a una
ragazza sconosciuta che nel passargli
accanto gli aveva ricordato sua sorella».
La rosa custodita è l'emblema
di una possibile felicità, di una chance
che, sebbene rifiutata, era a portata
di mano. Una rosa che racchiude
l'enigma di una vita nel gesto di un
ventitreenne che dona tutti i suoi
anni a una sconosciuta in una serata
di felicità.
Massimiliano Parente - il Giornale Lun, 30/09/2013
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