Sulla crisi ucraina interviene l'ex cancelliere tedesco, padre storico
della Spd, uno delle ultime “icone morali” del Paese. Ha trattato alla
pari con i Grandi del mondo in piena Guerra Fredda, segnando come pochi
la storia dell'Europa libera del Dopoguerra, e ancora in ogni sondaggio è
il politico più popolare.
In questa intervista, a sorpresa dice di
non condividere le posizioni della Merkel e di Obama e spiega. 'Fino ai
primi anni Novanta l'Occidente non ha dubitato che Crimea e Ucraina
fossero parte della Russia. Il comportamento del leader del Cremlino è
comprensibile'. E sulle sanzioni, aggiunge: 'Sono una stupidaggine che
danneggerà i paesi europei e gli Usa'.
AMBURGO. «Il comportamento di
Putin è comprensibile. La situazione è pericolosa perché il nervosismo
dell’Occidente crea nervosismo anche in Russia. La maggior parte dei
conflitti - pensate alla Prima Guerra Mondiale - non furono
programmati». Ecco il monito dello storico ex cancelliere tedesco Helmut
Schmidt su quanto sta accadendo in Ucraina.
Signor Schmidt, l’annessione della Crimea è una violazione del diritto internazionale?
«Ho
i miei dubbi. Il diritto internazionale è molto importante, ma è stato
violato molte volte. Per esempio l’ingerenza nella guerra civile in
Libia: l’Occidente ha ben ecceduto il mandato del Consiglio di sicurezza
dell’Onu. Lo sviluppo storico della Crimea è più importante del diritto
internazionale. Fino ai primi anni Novanta l’Occidente non ha dubitato
che Crimea e Ucraina fossero parti della Russia».
Ma la Crimea è
parte di uno Stato indipendente… «Di uno Stato indipendente che non è
uno Stato nazionale. E’ molto discusso tra gli storici, se esista una
nazione ucraina».
Per l’Occidente, insisto, in Crimea è violazione
del diritto internazionale… «Una violazione contro uno Stato che,
provvisoriamente, attraverso la rivoluzione di Majdan, non esisteva e
non era capace di funzionare».
Come giudica il comportamento di Putin?
«Al Consiglio di sicurezza dell’Onu, mi asterrei come hanno fatto i cinesi».
Lo trova cioè legittimo?
«Lo
trovo comprensibile. L’espressione “legittimo” non vorrei usarla,
perché la situazione non può essere giudicata soltanto col metro del
diritto».
Quanto è pericolosa la situazione attuale?
«E’
pericolosa, perché l’Occidente si innervosisce in un modo tremendo, e
ciò naturalmente causa un simile nervosismo nell’opinione pubblica e
negli ambienti politici russi. In questo senso, va lodata la prudenza
della cancelliera Angela Merkel».
Pensa che Putin, dopo la Crimea, voglia anche l’Est dell’Ucraina?
«Non
lo so. E mi rifiuto di condurre speculazioni. Lo ritengo possibile, ma
penso che sarebbe un errore da parte dell’Occidente comportarsi pensando
che un simile sviluppo sia l’inevitabile prossimo passo russo. Ciò
potrebbe aumentare l’appetito di Mosca».
Uno scontro militare è possibile?
«È pensabile. Non è né necessario, né inevitabile. Al momento il pericolo è piccolo, ma non è nullo».
Cosa pensa delle sanzioni decise da Usa e Ue?
«Sono
una stupidaggine. Specialmente il divieto di viaggio in Occidente per
alte personalità della leadership russa. E sanzioni economiche
colpirebbero l’Occidente come i russi».
L’Europa dovrebbe divenire indipendente dall’energia russa?
«È
possibile. Non sarebbe saggio. Anche alla fine del XXI secolo la Russia
resterà il vicino molto importante che fu dai tempi di Pietro il
Grande. Nelle due guerre mondiali la Russia era con l’Occidente e la
Germania era dalla parte sbagliata, oggi lo dimentichiamo».
Cioè, da tedeschi, bisogna condurre una politica estera cauta verso la Russia?
«Sicuramente sì».
Diversa da quella americana?
«Non necessariamente. Dipende più dagli americani che non dai tedeschi».
Che cosa spinge Putin: patriottismo, nazionalismo, nostalgia dell’Urss, megalomania?
«Non è un megalomane. Si metta nei suoi panni, probabilmente avrebbe reagito come lui sulla Crimea».
E’ un nuovo zar?
«No,
non direi. Riunire territorio russo è un modo di mascherare
l’imperialismo russo. Ma naturalmente si sente erede di Pietro, dei
Romanov e di Lenin».
Russia e Occidente tornino a un’epoca di normali rapporti diplomatici?
«C’è
da augurarselo. Si discute molto sulle cause della Prima Guerra
Mondiale, che nessuno voleva, eppure scoppiò. La maggior parte delle
guerre non sono pianificate. Lo furono solo alcune: l’attacco di
Napoleone alla Russia, o la Seconda Guerra Mondiale, pianificata da
Hitler. Una Terza Guerra Mondiale è molto inverosimile, ma non è
totalmente impensabile».
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