La linea politica naturalmente non conta [SGA].
lunedì 8 dicembre 2014
Il Listone dei Chandala: Tachipirinas, Comunisti Ricostruiti e Partito del Lavoro insieme per il 3%
La linea politica naturalmente non conta [SGA].
Dal Mattarellum al welfare il decalogo di Civati per rilanciare la sinistra
Documento per un’alternativa a Renzi, creando un ponte con Sel e M5S “Il Pd deve cambiare rotta o nascerà una nuova forza con i nostri temi”
di Tommaso Ciriaco Repubblica 8.12.14
ROMA
Dieci punti per una sinistra repubblicana. Da difendere a ogni costo,
«al di là della disciplina di gruppo». Un patto per cambiare il Pd, se
possibile. Oppure per costruire un nuovo centrosinistra, «se Renzi
dovesse costruire davvero il partito della nazione». Dopo mesi di
battaglie solitarie, voti di fiducia “bucati” e un bel po’ di gastrite,
Pippo Civati rilancia. E sul piatto punta tutto: «Non si tratta di
organizzare scissioni, ma di capire se al governo interessa questo
percorso politico. Perché se continua così una cosa è ormai chiara:
Civati o meno, una nuova forza nascerà comunque...». Un decalogo,
allora, da tradurre presto in proposte parlamentari. «Con chi ci sta:
Pd, Sel, grillini ed ex grillini. Non è che se Renzi apre a Grillo è
furbo, mentre se io mi confronto con Pizzarotti non va bene». Si
ritroveranno tutti in una “Leopolda al contrario” convocata il 13
dicembre a Bologna. «Ripartiamo così, poi si vedrà».
Setacciare le
quattro pagine dell’agenda civatiana aiuta a mettere a fuco il nuovo
centrosinistra immaginato dal deputato dem. «Quando ne parlavo, all’alba
delle larghe intese, ero solo. Poi con il Patto del Nazareno tutto è
diventato più difficile, più pesante. Ma in democrazia un’alternativa
deve esserci sempre». C’è tanto del renzismo della prima ora, a dire il
vero. E tantissimo delle recenti battaglie della minoranza dem e dei
grillini critici. Anche a loro è rivolta la sfida di Civati. Insieme,
sostiene, è possibile rimodellare per legge i partiti, garantendo
«partecipazione, trasparenza e uguaglianza». Con un’altra promessa messa
nero su bianco: ma anche forme di democrazia diretta. «Rafforziamo la
democrazia diretta puntando sullo strumento referendario e
sull’iniziativa legislativa popolare».
«Non si tratta di conquistare
la minoranza del Pd», giura Civati. Né solo di “convertire” cinquestelle
a disagio: «Non è che sommiamo la sinistra dem, qualche parlamentare
del Movimento, i gruppi di Sel e poi moltiplichiamo tutto per i
sindacati... È uno spazio più grande. Ormai si è aperto tra la gente».
Le parole d’ordine, comunque, faranno breccia tra gli avversari del
premier. La proposta sul welfare, per dire, ricalca quella elaborata dai
democratici di estrazione sindacale, il contratto a tutele crescenti
che mette fine al far west dei co.co.co. E una mano tesa al mondo
grillino è senza dubbio il via libera al reddito minimo garantito e a
un’autentica «rivoluzione verde”. «Azzeriamo il consumo del suolo - è il
progetto - poniamoci l’obiettivo di “rifiuti zero” e promuoviamo le
rinnovabili per superare i combustibili fossili». Al netto delle
virgole, il programma del Movimento. La battaglia è appena all’inizio,
Civati non lo nasconde. «Sarà come un programma di governo, lo
tradurremo in proposte di legge ». E, questo è il rischio per Palazzo
Chigi, in potenziali sgambetti all’esecutivo. A partire dalla legge
elettorale, un Mattarellum che «restituisca ai cittadini la scelta dei
rappresentanti attraverso collegi uninominali». Affiancati però dalle
primarie per legge. Sulle modifiche dell’impianto costituzionale, poi,
il sentiero tracciato da Pippo insegue la fine del bicameralismo
perfetto e taglia le indennità, ma lascia intatta l’elezione diretta dei
parlamentari. Un affronto, per i teorici del nuovo Senato renziano.
L’agenda
- resa pubblica nel giorno in cui Renzi taglia il traguardo del primo
anno di segreteria - rilancia alcuni cavalli di battaglia della sinistra
dell’ultimo ventennio. Indigeribili, neanche a dirlo, per Silvio
Berlusconi. Una legge sul conflitto d’interesse, allora, «con obblighi
di dismissione e blind trust», in modo da evitare che «le cariche
pubbliche siano utilizzate per favorire se stessi e i propri amici».
Come se non bastasse, la sfida ai soci di centrodestra dell’attuale
esecutivo passa anche da un brutale reset delle «scandalose » leggi ad
personam fiorite nell’era del Cavaliere, un deciso intervento sulla
prescrizione, una nuova battaglia legislativa contro l’evasione fiscale e
la corruzione, un fisco più progressivo e pure la legalizzazione delle
droghe leggere. Il via libera ai matrimoni egualitari e norme sul fine
vita completano il quadro di una svolta a sinistra senza tentennamenti,
pensata assieme al costituzionalista Andrea Pertici. «Sa, i primi
appunti li ho iniziati a scrivere questa estate. Poi è successo di tutto
ed è nato il patto repubblicano. D’altra parte, come potevo far finta
di niente?».
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